a me gli occhi

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Miw - la gatta

giovedì 9 novembre 2017

Avances sgradite




In questi giorni non si fa altro che sentire di attrici che denunciano personalità del cinema di averle sottoposte a violenze sessuali o avances sgradite. Nel mio piccolo anche io all'età di poco più di 16 anni mi trovai ad essere involontaria protagonista di un episodio molto sgradevole. Avevo da pochi mesi avuto l'incidente in macchina che per poco non mi aveva fatto morire bruciata viva e stavo faticosamente superando il trauma di tutte le ustioni riportate al volto e alla mano. Facevo molta fatica a stare con gli altri per non dovere continuamente rivangare quell'episodio della mia vita e rispondere a tutte le domande che puntualmente mi venivano poste circa le mie numerose cicatrici. C'era un mio amico che volendo "tirarmi" un po' fuori dalla prigione in cui mi ero chiusa da sola, una domenica volle portarmi insieme alla sua famiglia a Dervio dove lui e il padre, stimato ortopedico di Milano, avevano una piccola barca a vela nel locale club nautico. Quella gita divenne una piacevole consuetudine e domenica dopo domenica mi insegnarono a fare il prodiere sulla barca a vela, governando il fiocco, la piccola vela triangolare che c'è a prua, mentre lui o il padre tenevano il timone e la randa. Mi divertivo molto e un po' di spensieratezza era tornata in me. Una domenica ci sarebbe stata una regata tra barche a vela dello stesso tipo. Naturalmente io sarei rimasta a terra a fare il tifo, ma si avvicinò al padre del mio amico un altro socio chiedendo se conoscevano qualcuno che avrebbe potuto fargli da prodiere, che il suo non era arrivato. Mi chiesero se me la sentivo e io un po' stranita per la grande responsabilità dissi di sì.
La prima parte della regata andò per il meglio, il vento gonfiava le vele e io cercavo di svolgere al meglio il mio compito di prodiere.
Poi, all'improvviso.....bonaccia. Fermi in mezzo al lago aspettavamo che il vento tornasse per permetterci di doppiare la boa e tornare al porto. Fu allora che quel "gentile" signore che poteva essere tranquillamente mio padre cominciò a farmi strani discorsi e a cercare di avvicinarsi a me.
Dopo un primo momento di stupore da parte mia davanti al suo comportamento cominciai a dirgli di stare al suo posto, che se si fosse avvicinato avrei urlato così forte che mi avrebbero sentito fino in Svizzera, lo minacciai di buttarmi a lago e tornare a nuoto....insomma cercai di tenerlo a bada come potevo. Fortunatamente si rialzò il vento e lui fu costretto a governare la barca e fu così che tornammo al club nautico a riva.
Quando scesi dalla barca ero così arrabbiata e spaventata che il mio amico mi chiese cosa era successo. Io gli raccontai tutto e lui partì in quarta chiamando il padre e raccontandogli tutto. Li vidi incamminarsi come due furie verso quella persona e so che gli rifilarono un cazzotto sul naso e poi lo fecero radiare dal club.
A me, tutto sommato è andata bene, primo perché nessuno ha messo in dubbio le mie parole e poi perché invece di permettere alla paura di paralizzarmi il cervello, ho lasciato che la rabbia mi desse la forza di contrastare le avances non gradite.
Non so che fine abbia fatto quel "galantuomo" ma sono sicura che la lezione ricevuta gli sia servita per capire che non si può sempre cedere ai propri bassi istinti  e che la ragione e il rispetto
devono sempre avere la precedenza nei propri comportamenti.

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