Ecco ora di grandi sportivi, di quelli che le vittorie le hanno conseguite solo grazie ai loro muscoli, alla loro tenacia senza utilizzare sostanze strane, non ne sono rimasti più. Dopo Coppi, dopo Bartali, ora anche Fiorenzo Magni se ne è andato a pedalare lassù.
Mi ricordo ancora quando ero bambina e vivevo a Villasanta in provincia di Milano e passavano i "corridori in bicicletta" che facevano le gare sfrecciando sulla strada principale del paese. Tutti, ma proprio tutti eravamo là sul ciglio della strada a incitarli, a urlare i loro nomi: anche io, anche se non sono mai stata una gran "sportiva", ma loro, i "corridori " sulle due ruote erano qualcosa di speciale. Ti saluto Fiorenzo, la tua ultima corsa ha come traguardo un posto senz'altro migliore. Tu puoi smettere di pedalare, noi che siamo quaggiù invece dovremo pedalare e pedalare tanto per rendere migliore questa nostra vita, dovremo pedalare al contrario per ritornare indietro a quel tempo dove lo spirito sportivo non conteneva sostanze chimiche dopanti, dove la lealtà era una cosa importante e dove parole come onestà, rispetto, etica avevano ancora un significato.
certo che matta sono matta: mettersi alla mia età a fare un blog, che quasi quasi non so neppure che vuol dire la parola Blog. Ma io ci provo: sono o non sono veronese? e i veronesi si sa...son tutti matti! Magari sarà la volta buona che metterò nero su bianco i ricordi, le esperienze fatte. Chissà? Incrocio le dita!
venerdì 19 ottobre 2012
martedì 2 ottobre 2012
2 ottobre 1981
Mia figlia Chiara ha iniziato ad essere impaziente di nascere già dal mese di agosto, quando ero al settimo mese di gestazione, costringendomi a letto per tutto il mese di agosto. All'epoca eravamo a Rogliano a passare l'estate e ci eravamo appena trasferiti in Friuli a Codroipo. A settembre rientrati a casa, dove scatole e scatoloni erano ancora lì ad aspettarmi per essere aperti, di nuovo la signorina mostrò segni di impazienza, tanto che anche se mancavano almeno due settimane alla data prevista del parto, chiamai il ragioniere della ditta dove lavorava mio marito (che era a Bari per una fiera del settore) e mi feci accompagnare all'Ospedale Civile di Udine visto che nè avevo la macchina e neppure avevo ancora il telefono in casa e sinceramente ero un tantino preoccupata di come avrei potuto fare se di notte avessi avuto bisogno di aiuto.
Passai quei quindici giorni a discutere con i medici che mi volevano spedire a casa (a 20 e passa km di lì) chiedendo loro se erano davvero sicuri che (vista la dilatazione già iniziata e le contrazioni continue) sarei stata sicura non avendo telefono e non avendo a disposizione nessuno che durante la notte poteva portarmi d'urgenza in Ospedale. Ha prevalso la mia testardaggine.
Arriva il 2 ottobre, ore 15. Cominciano le doglie, sempre più forti e io da brava paziente, scendo dal letto e mi avvio verso la sala travaglio avvisando l'ostetrica che sono cominciate le doglie.
Sbuffando (non ci credeva perchè la sottoscritta né si lamentava né faceva sceneggiate) mi fa sedere su un lettino e mi attacca al monitoraggio. Le doglie aumentano, lei dice che non è vero: il monitoraggio non segnala nulla. Le doglie si fanno sempre più forti, chiamo l'ostetrica dicendole che se non si sbrigano a portarmi in sala parto la figlia la scodello lì! Lei mi da della visionaria, il monitoraggio non segnala nul.........splash.......si rompono le acque e con mia grande gioia le lavo i piedi.
Finalmente vengo portata in sala parto. Non starò a raccontare in quale modo mi hanno fatto partorire come mi hanno semi distrutta le parti basse, voglio solo ricordare con gratitudine un'ostetrica che riuscì a fare respirare mia figlia che ormai era diventata nera per mancanza di ossigeno.
Passai quei quindici giorni a discutere con i medici che mi volevano spedire a casa (a 20 e passa km di lì) chiedendo loro se erano davvero sicuri che (vista la dilatazione già iniziata e le contrazioni continue) sarei stata sicura non avendo telefono e non avendo a disposizione nessuno che durante la notte poteva portarmi d'urgenza in Ospedale. Ha prevalso la mia testardaggine.
Arriva il 2 ottobre, ore 15. Cominciano le doglie, sempre più forti e io da brava paziente, scendo dal letto e mi avvio verso la sala travaglio avvisando l'ostetrica che sono cominciate le doglie.
Sbuffando (non ci credeva perchè la sottoscritta né si lamentava né faceva sceneggiate) mi fa sedere su un lettino e mi attacca al monitoraggio. Le doglie aumentano, lei dice che non è vero: il monitoraggio non segnala nulla. Le doglie si fanno sempre più forti, chiamo l'ostetrica dicendole che se non si sbrigano a portarmi in sala parto la figlia la scodello lì! Lei mi da della visionaria, il monitoraggio non segnala nul.........splash.......si rompono le acque e con mia grande gioia le lavo i piedi.
Finalmente vengo portata in sala parto. Non starò a raccontare in quale modo mi hanno fatto partorire come mi hanno semi distrutta le parti basse, voglio solo ricordare con gratitudine un'ostetrica che riuscì a fare respirare mia figlia che ormai era diventata nera per mancanza di ossigeno.
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