a me gli occhi

a me gli occhi
Miw - la gatta

giovedì 29 dicembre 2011

E fra poco è di nuovo capodanno

Ormai mancano una manciata di ore alla fine di questo 2011. Ripenso a tutti o quasi i capodanni passati, alle speranze deluse e alle sorprese ricevute e inaspettate e mi chiedo se sia giusto continuare a fare auguri di prospero anno nuovo vista come va la situazione italiana. Certo la speranza è l'ultima a morire e allora forza! il 2012 sarà un anno bisestile e io pensandola all'opposto di chi dice che anno bisesto anno funesto incrocio le dita perché l'anno che verrà riporti in auge certi valori etici che si sono persi per strada negli ultimi anni. Incrocio le dita  soprattutto per tutte quelle famiglie che stanno vivendo momenti di ansia per il lavoro che manca o che viene tolto, a tutti quelli che il lavoro non riescono ad averlo ne l'hanno mai avuto. Incrocio le dita soprattutto per i giovani che la nostra generazione ha messo in un angolo. La stragrande maggioranza di loro non sono bamboccioni, come  li si vorrebbe fare apparire, sono ragazzi svegli, che hanno studiato e che si impegnano in lavori sottopagati e senza speranza di un domani lavorativo certo. Incrocio le dita per tutte le famiglie che hanno fardelli pesanti da portare come figli disabili o vecchi ammalati da accudire che non ricevono più neppure l'ombra di aiuti dallo stato e che si devono giostrare come meglio possono giorno per giorno. Incrocio le dita perché chi non gode di buona salute possa ritrovarla presto, perché almeno quella ancora non ce l'hanno tassata. E soprattutto incrocio le dita perché i più deboli vengano difesi e il loro diritto a vivere sia la priorità per tutti: mi riferisco a tutti quei bambini che nel terzo mondo muoiono senza poter dire di aver vissuto neppure un attimo di felicità. E non voglio dimenticare neppure i nostri amici a quattro zampe che spesso vengono trattati come pupazzi con cui giocare e che una volta finita la novità del gioco vengono abbandonati a se stessi. Ecco questo è il mio augurio e per questo continuerò a incrociare le dita e a sperare che qualcosa in questo mondo disastrato possa ancora salvarsi e migliorare.
A chi mi legge invio il mio BUON ANNO.

domenica 25 dicembre 2011

24 dicembre 2011

E' la vigilia di Natale e quest'anno con la famiglia la festeggiamo in Sicilia. Come tutti gli anni si farà una cena di magro a base di pesce che cucinerà mio marito, vero chef in preparazioni marinare.
Mi sono preoccupata di telefonare per tempo (da Faenza) al "cumpare" ovvero il nostro fornitore di pesce di Giardini Naxos che ci ha procurato del pesce freschissimo. Tutto procede nel migliore dei modi, riusciamo a trovare anche il Wasabi visto che come antipasto faremo Sashimi con pesce spada, tonno, palamita e gamberetti.
Ore 20: l'antipasto è già pronto sul piatto di portata, le verdure per il pinzimonio sono state pulite lavate e fanno bella mostra di sé nel ciotolone di portata. Sul fuoco la padellona con i fagioli bianchi e le vongole con un brodetto aspettano che i tubetti vengano aggiunti per completare il primo piatto. L'orata di due chili e rotti è già pronta nella sua teglia coperta di sale pronta per essere infornata.
Ore 20,30 ci sediamo a tavola e iniziamo a far sparire l'antipasto. L'allegria regna sovrana aiutata da un'ottima bottiglia di Lacrima Christi del Vesuvio.
Ore 20,45 lo chef inforna l'orata mentre sta per servire la minestra di tubetti vongole e fagioli e...........improvvisamente il buio. Un black out piove addosso a tutto il quartiere.
Fortunatamente ho un candelabro con tre bei candeloni (regalo di Natale di qualche anno fa) e accendiamo quelle che saranno le uniche fonti di luce per i prossimi 90 minuti. Eh sì! L'orata viene tolta dal forno e ora giace nel congelatore........la cena prosegue a lume di candela, ma non ce la prendiamo! Dopo tutto l'importante è che siamo tutti insieme e dolci e frutta si possono mangiare anche al buio. BUON NATALE ENEL!

venerdì 23 dicembre 2011

Oggi antivigilia di Natale 2011

Attraversare tutta l'Italia partendo dalla Romagna passare dalla Calabria e arrivare in Sicilia per passare il Natale con la propria figlia portandosi appresso tutta la famiglia, arrivare carichi come muli con la macchina che "pesa" in coda , piena di regali, di valigie e valigette, di pacchi, di vino e trovare ad aspettarti tua figlia che ti ha preparato la sorpresa con la connivenza di fratello e padre: un bellissimo alberello di Natale illuminato e decorato in quella che di solito consideri la casa delle vacanze estive è la cosa più bella del mondo.
Ecco è con questo spirito che voglio festeggiare il Natale quest'anno: con le semplici vecchie buone cose che ti scaldano il cuore. Il mio augurio è che tutti possano riscoprire nelle piccole cose la magia di questo giorno.

mercoledì 21 dicembre 2011

BARILOCHE

San Carlos de Bariloche si trova in una posizione particolarmente felice, ai piedi delle Ande, lambita dal lago Nahuel Huapi, nel cuore dell'omonimo parco nazionale.
Viene chiamata la Svizzera Argentina e in effetti le sue case e i suoi paesaggi, la possibilità di poter praticare sport invernali come lo sci e sport acquatici , trekking e alpinismo, nonché bellissime escursioni nel grande parco nazionale ricordano molto la Svizzera.
Il suo nome di origine Mapuche (Vuriloche) significa “popolo che abita dietro la montagna” e il passo Vuriloche (tenuto a lungo segreto ai conquistadores) era usato dalla popolazione Mapuche per attraversare le Ande.
Fondata originariamente intorno al 1895 da austriaci, tedeschi e bellunesi ha assunto il suo nome completo San Carlos de Bariloche da Carlos Wiederhold, uno dei pionieri che si stabilirono qui arrivando dal Chile. Le lettere che riceveva invece di essere inviate a Don Carlos, erroneamente venivano indirizzate a San Carlos, il che spiega il motivo per cui questa città venne così chiamata.
Fino al 1934 il suo commercio dipendeva essenzialmente da scambi col Chile, ma quando fu costruita la ferrovia e dopo che l'architetto urbanista Ezechiel Bustillo ebbe l'idea di costruire le abitazioni in perfetto stile “alpino”, la città cominciò a diventare meta di turismo. Purtroppo la modernità e l'aumento della popolazione hanno portato alla costruzione di edifici moderni che non hanno il fascino di quelli che si possono ammirare ormai solo nel centro cittadino.
Gli appassionati di mountain bike qui potranno trovare percorsi molto interessanti da fare, mentre gli sciatori potranno sfruttare le loro vacanze estive (europee) per sciare, essendo qui pieno inverno.




Da ultimo un pensiero per i golosi: questa è la città della cioccolata!

martedì 20 dicembre 2011

Una sera di luglio del 1961

Bellaria, località di mare sull'Adriatico. Sono le 9 di sera e io con alcuni amici stiamo sul terrazzo/tetto della sala giochi in piazza. Ci siamo portati il nostro mangiadischi e qualche disco e pensiamo a come passare la serata facendo qualche ballo tra di noi. A quei tempi non esistevano le discoteche, al massimo c'erano le balere, ma poterci entrare per i ragazzi come noi di  15/16 anni era un'impresa perché dovevamo essere accompagnati da un adulto e perché soprattutto non avevamo i soldi per acquistare il biglietto di entrata. Come dicevo eravamo su quel terrazzo e si chiacchierava, quando girandomi vedo due ragazzi che parlano tra loro affacciati alla balaustra. "ehi!" dico ai miei amici "ma quello che sta parlando non è Gianni Morandi?"
"Ma figurai se Gianni Morandi passa le serate su un terrazzo! Anzi se non ricordo male dovrebbe essere in giro a cantare col Cantagiro".
No, ero sicura, era proprio lui!!!! Allora sfido i miei amici e....."scommettiamo che è lui? ci scommettiamo un gelato?" e lancia in resta mi avvicino ai due. Mi schiarisco la voce e con fare molto educato :"scusa se ti disturbo, ma ho fatto una scommessa....tu sei Gianni Morandi, vero?" e lui "Sì sono io!" Il mio sorriso arriva da un orecchio all'altro mentre gli rispondo: " grazie, mi hai fatto vincere un gelato!" e senza chiedere autografi o altro giro le spalle e torno dai miei amici.


Passa qualche minuto e mi sento battere su una spalla, mi giro e Gianni è lì davanti a me che mi chiede....vuoi ballare? Certo che voglio ballare. Abbiamo chiacchierato come vecchi amici di scuola, di lavoro, di quanta stanchezza e sacrifici per un ragazzino della mia età fosse tutto quel correre da una parte all'altra d'Italia per cantare le sua canzoni. Mi rendo conto ora che con lui non mi sono comportata come una fan tutta sciolta dall'emozione di ballare con l'idolo dei ragazzi di quei giorni. Con lui mi sono comportata come con qualsiasi altro ragazzo della mia età, e credo che l'abbia apprezzato molto perché  malgrado non l'avessi chiesto il giorno dopo sua sorella che all'epoca faceva la cassiera in quella famosa sala giochi mi diede una sua foto con dedica. L'ho conservata gelosamente quella foto,  non perché era la foto di un cantante famoso, ma perché era la foto di un amico.





Questo scatto l'ho rubato un paio di giorni dopo: sul viale che andava alla spiaggia c'era una grande gelateria e Gianni era lì con i suoi amici.

domenica 18 dicembre 2011

1962 VOLTA SHOW

Era il 1962 e abitavo a Milano. Quell'anno frequentavo il primo liceo scientifico al liceo Alessandro Volta. Come tutti gli anni gli studenti degli anni superiori per carnevale organizzavano un vero e proprio spettacolo di arte varia in un teatro vero!!!! Qualcuno mi aveva sentito canticchiare e mi chiesero di partecipare. Certo esibirsi davanti a tutto il liceo non era cosa da poco, ma con un po' di fortuna ce la potevo fare, no? E così accompagnata al piano da un mio compagno di classe che oltre al liceo frequentava il conservatorio, preparai niente meno che un pezzo di Gershwin: summertime. Devo dire che feci la mia discreta figura, certo che allora non lo sapevo, ma il pianista sarebbe diventato un importante maestro del mondo della musica leggera: Vince Tempera. Niente male, vero, come esordio?






In primo piano Vincenzo Tempera quando ancora non era il
Maestro VINCE TEMPERA

martedì 13 dicembre 2011

Gaiman e il rito del tè

Torta nera gallese, torta di crema, torta di noci, torta di mele, torta di cioccolato con panna, torte alla frutta, vari dolci regionali con burro, pane fatto in casa e marmellate home-made......e buon tè nero forte: questa è Gaiman. Questo simpatico e antico villaggio di origini gallesi è a meno di venti chilometri a ovest di Trelew lungo la RN 25. Attualmente lavori di manutenzione della strada rendono un po' disagevole il breve viaggio per arrivarci, ma se siete golosi vi garantisco che qualche scossone e un po' di polvere saranno le benvenute se potrete gustare un vero tè gallese con dolci seduti ad una tavola con tovaglie di pizzo e vere tazze di porcellana inglese. Ancora oggi ad anni di distanza si parla della visita della Principessa Diana e ancora oggi chi non fu scelto allora per offrire il rito del tè alla principessa rosica un po'. Vi sono varie sale da tè, ma non pensate che siano dei bar, sono delle sale situate all'interno di case di abitazione ed è per questo che vi sentirete circondati dall'atmosfera particolare che solo una perfetta padrona di casa sa offrire. La prima casa gallese fu qui costruita nel 1874 e il nome Gaiman (punta di freccia o punta di pietra) deriva dalla lingua della popolazione dei Tehuelche, che anticamente trascorrevano l'inverno in questa vallata. Il villaggio non offre molto da vedere se non le antiche case con i loro bei giardini pieni di rose, ma il rito del tè non può essere perso.

domenica 11 dicembre 2011

1967 anche io in colonia

Tra le tante esperienze che ho fatto c'è anche la colonia marittima. Da piccola non ci sono mai stata in colonia e per me quella fu un'esperienza veramente importante: avere la responsabilità di una squadra di bambine da gestire per un mese. Come il mio solito non mi sono limitata a fare quello per cui ero stata "assunta" a fare, ma con l'aiuto del figlio della direttrice e del figlio del medico (ragazzi della mia età) ci siamo divertiti a organizzare giochi, gare e spettacolini per tutte le 400 bambine della colonia. Beh, il mio lavoro è stato talmente apprezzato che l'anno successivo sono stata chiamata a fare la vicedirettrice e me la sono dovuta vedere con 22 maestre più vecchie di me, che mal digerivano di essere "dirette" da una ragazzina di 21 anni e per giunta neppure maestra. Ma me la sono cavata e sapete come? riuscendo a far coincidere i giorni di riposo delle maestre con i giorni di visita dei loro fidanzati sostituendomi a loro nel gestire le loro squadre. Va da sé che per far contente loro e far filare tutto liscio ho rinunciato a diversi giorni di riposo io, ma ne è valsa la pena.

sabato 10 dicembre 2011

I mercatini di Buenos Aires: San Telmo

Una cerimonia che si ripete tutte le domeniche: presto alla mattina ogni domenica dal 1970, una curiosa cerimonia si ripete nello scenario di Plaza Dorrego: bauli, casse, ferri, tavole, cesti, si sovrappongono in uno tintinnio che spaventa i nottambuli che allungano la notte con un caffè dell'ultima ora e i mattinieri che cominciano il giorno. A quell'ora la Feria de Cosas Viejas y Antigüedades de San Pedro Telmo comincia a prendere forma, di costruisce sopra i sanpietrini della piazza e si ripete un rituale che si è convertito nel cuore di un barrio che la domenica batte in una maniera speciale.


Ciò nonostante far parte della cerimonia non è semplice. Ottenere uno dei 270 posti della Feria è difficile, quasi esclusivo e c'è una sola possibilità che si possa dare a chi richiede un posto dopo tutta una serie di requisiti: si entra con un rigoroso sorteggio mano a mano che si libera un posto, si deve disporre di mercanzia anteriore agli anni '70, non si può lasciare la postazione, il titolare deve essere sempre presente e può tenere solamente un aiutante per due ore, queste sono alcune delle regole che devono essere seguite e che dopo firmate, vanno eseguite alla lettera. Inoltre ogni tre mesi con un sorteggio si faranno cambiare i posti nella piazza. L'organizzazione di tutto ciò è a carico del Museo della Città, creatore e gestore della Feria.


Questo mercato riceve fino a 10000 presenze ogni domenica, tra le quali i turisti rappresentano un'alta percentuale. Col passare degli anni i mercanti hanno imparato a distinguere la provenienza dei turisti da quello che comprano: i francesi preferiscono i bijou o oggetti di vetreria; i brasiliani preferiscono i metalli e gli oggetti colorati; gli italiani, i gioielli antichi e gli spagnoli, fedeli al loro passato, gli scialli, i ventagli, e i dipinti portati in questo paese dai loro avi emigrati qui.


Altra classificazione, molto categorica, divide i visitatori tra “compratori” e “curiosi”. I primi vogliono sapere ciò che comprano: visitano il mercato al mattino o nel tardo pomeriggio e prima di comprare valutano prezzi e merci. I curiosi passeggiano dal mattino alla sera, a mezzogiorno vanno a mangiare qualcosa in uno dei tanti ristoranti che si affacciano sulla piazza, ma non comprano niente. A partire dalle 16 arrivano i porteñi e, secondo quello che si dice, fanno molte domande, ma comprano poco.

Ma non è tutto qui: artisti di strada, musicisti di ogni tipo, ballerini di tango di ogni età vi delizieranno tra una compera e l'altra, e se non vorrete servirvi di un ristorante sicuramente troverete qualcuno che vi venderà delle empanadas bollenti appena fatte da mangiare così mentre camminate fra le bancarelle.



Mimi che corrono controvento




Il suono della fisarmonica

collezione di bottiglie da seltz
Non c'è età per ballare il tango.