a me gli occhi

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Miw - la gatta

venerdì 24 gennaio 2014

I puzzle

Se c'è una cosa che mi piace fare sono i puzzle, ne ho fatti molti e non mi accontento di puzzle piccoli, come minimo devono avere 1000 tessere, ma i miei preferiti sono quelli da 3000 pezzi da incastrare con pazienza.
Ne ho fatti molti, dicevo, e ne ho regalati molti, anzi quasi tutti, tutti meno uno che mi è stato regalato per il mio onomastico da mia figlia il 12 settembre di un anno che tutti ricordano molto bene: il 2001. Il giorno prima le Twin Towers erano state colpite e abbattute da due aerei. Quel giorno, anzi quel pomeriggio ero andata presto dal parrucchiere e alle 15,30 ero tornata a casa. In cucina il televisore era acceso su quello che io credevo fosse uno dei soliti film catastrofici e mia figlia e una sua amica erano letteralmente incollate allo schermo quasi senza respirare. Avevano una espressione strana, stupita e nello stesso tempo spaventata. Mi ricordo che chiesi loro che stessero facendo e mia figlia, senza staccare lo sguardo dal televisore, mi disse a bassa voce...."hanno fatto un attentato alle Torri Gemelle a New York.......sono morti tutti......migliaia di persone......" Non ci potevo credere, rimasi di sasso.
Le immagini continuavano a venire rimandate in onda, le urla, la polvere il fuggi fuggi di chi era lì vicino attanagliavano il cuore e lo stomaco.
L'indomani era il mio onomastico e mia figlia tornò a casa con un dono: una scatola piena di tessere da incastrare con pazienza e con....amore: era un bellissimo puzzle e il soggetto erano proprio le Torri Gemelle. Nel bigliettino di auguri che accompagnava la scatola mia figlia scrisse: così potranno restare nella nostra memoria.
Mi sarebbe piaciuto che come il mio puzzle si fossero potuti ricomporre tutti i "pezzi" di quella giornata, che le persone che ora non ci sono più, potessero essere ritrovate e consegnate alle loro famiglie, invece molti sono stati letteralmente polverizzati, evaporati. Guardo il mio puzzle che è alle spalle della mia scrivania e invio un pensiero a chi è stato privato della vita in modo così atroce.


sabato 18 gennaio 2014

il fascino di una maschera di pizzo nero





Eh sì, è proprio vero una maschera di pizzo nero è intrigante, affascina e incuriosisce........per me quel carnevale del 1965 è stata l'arma per prendere un po' in giro i "maschietti italiani".
Ma andiamo per ordine.
Erano passati due anni dall'incidente che mi aveva regalato un po' di cicatrici e trapianti di pelle e ancora faticavo a frequentare i miei coetanei andando alle feste danzanti che si organizzavano per carnevale. Mia cugina, però, mi aveva convinta ad andare a Verona e ad accompagnarla ad una festa di carnevale di suoi amici. Ma sì, mi sono detta, è ora che esci dal tuo guscio e affronti il mondo (e le domande scomode riguardanti le mie cicatrici). Preparata la mia valigetta con il necessario per la mia permanenza a Verona dagli zii (compreso un abito elegante di chiffon color verde acqua) parto per Verona.
D'accordo con mia cugina mi faccio passare per una sua non ben precisata amica inglese in visita in Italia, che naturalmente non capisce una parola di Italiano, e mi invento lì per lì una vita non mia. Indosso il mio bel vestito di chiffon, mi acconcio i capelli in modo che le cicatrici del viso non si notino troppo e mi metto una bella maschera di pizzo nero a coprire la parte superiore del volto. In quel periodo frequentavo una scuola di Inglese, la British Council e devo dire che parlavo più che discretamente e con ottima pronuncia quella lingua.
Andiamo alla festa e io entro nella parte. Mia cugina mi presenta a tutti e io porgendo la mano dico "nice to meet you".
Naturalmente i vari ragazzi presenti erano molto incuriositi dalla sottoscritta e facevano a gara per cercare di spiaccicare qualche parola di inglese con me, chiedendomi dove vivessi, cosa facessi e quanto sarei rimasta in Italia. Poi come da prassi si scambiavano tra loro battute piccanti e un po' stupidine riferendosi alla sottoscritta che, imperterrita, faceva la faccia di chi non capisce.
Il gioco è andato avanti per un paio di ore, poi verso la mezzanotte mi sono tolta la maschera e davanti alle loro facce stupite, in perfetto italiano, ho detto: beh, ora sono stanca di fare l'inglese, torno ad essere italiana.
Le loro facce sono passate dal sorriso al rossore pensando a quello che si erano detti sicuri che non li capissi e io devo dire che mi sono divertita un sacco a guardarle e a dimostrare loro come diventavano dei "provoloni" appena erano in compagnia di una "straniera".






























domenica 12 gennaio 2014

I miei migliori amici: i libri



Ogni volta che ho dovuto traslocare, e sono state parecchie le volte, l'unico momento in cui ho sentito protestare chi doveva spostare i cartoni con la mia casa imballata dentro, è stato quando gli addetti dovevano sollevare gli scatoloni dei libri. "Ma signora, cosa ci ha messo dentro? mattoni?"
Beh se li vogliamo chiamare mattoni a me va bene perché penso che i libri siano i mattoni della cultura, mattoni che costruiscono muri di cultura che invece di chiudere qualcosa dentro di loro, aprono porte su vasti orizzonti.
Libri.
Quanti libri ci sono in casa mia: Enciclopedie tecniche, scientifiche, letterarie, filosofiche, romanzi di tutti i generi, da Asimov passando per Alliende,  Brown, Cussler, Follett, Eco, Sepulveda, Marquez...Smith .per arrivare a  Zafron passando per tutte le lettere dell'alfabeto, ordine da me scelto per tenere in ordine i libri.
In casa leggiamo tutti, mio marito, io e i miei due figli anche se ora i miei figli, vivendo nella loro casa, hanno le loro biblioteche che contemplano anche raccolte di fumetti d'autore.
Certamente ci siamo evoluti anche con l'uso degli e-book, ma io preferisco comunque avere in mano il libro cartaceo, sentire col tatto le pagine, odorare il profumo della carta stampata
Ormai a Natale mio marito sa cosa mi deve regalare......libri!
Ci sono autori che mi piacciono talmente tanto che ho riletto le loro opere tre volte, come Asimov del quale credo di avere tutto ciò che ha scritto, autori che leggo per rilassarmi come Cussler o Smith, autori che leggo quando ho voglia di impegnarmi come Eco o Marquez, autori che mi fanno sentire la nostalgia del Sud America come Coloane o Sepulveda.
Amo i libri, li rispetto, guai a chi me li sciupa con orecchie piegate per segnare dove si è arrivati a leggere, ne sono gelosa, non li presto molto volentieri e se lo faccio li presto solo a chi so che li tratterà bene e che me li restituirà integri come li avevo dati io.
Anche quando lavoravo all'Agip Mineraria gestivo la documentoteca, libri, riviste del settore, Gazzette Ufficiali, Carte e Atlanti di tipo geologico o carte aeronautiche, documenti relativi ai pozzi petroliferi, e non mi dispiaceva riordinare i libri e persino spolverare i ripiani metallici che li ospitavano. Ero diventata l'incubo di tutti i colleghi di altri Servizi e Uffici perché quando decisi di ritrovare tutti quei libri che erano stati chiesti in prestito e non erano mai stati restituiti, mi vedevano arrivare con lo stesso piglio di un agente di polizia che cerca indizi nelle scrivanie e negli armadi e non si arrende finché non trova la prova ......il libro "disperso".
Sul mio comodino c'è sempre un libro: la sera quando vado a letto mi piace leggere qualche pagina finché gli occhi non si chiudono e le righe si confondono, allora metto un bel segnalibro tra le pagine e spengo la luce.
Anche ora c'è un libro che mi aspetta: un poliziesco scritto dal mio autore italiano preferito: Camilleri e visto che è tardi chiudo il computer e auguro la buona notte che....Montalbano mi aspetta.



martedì 7 gennaio 2014

L'Epifania......

.....tutte le feste le porta via! Questo il detto che si sente oggi, giorno dell'Epifania, ultimo giorno di festa che chiude il periodo natalizio. Il significato religioso di questa giornata è "manifestazione della divinità" e si riferisce alla presentazione di Gesù, nato da pochi giorni, ai Magi venuti da lontano che porteranno al mondo la notizia della sua venuta.
In moltissime regioni italiane la notte precedente l'Epifania vengono fatti bruciare dei falò che simboleggiano per alcuni purificazione o consacrazione, per altri bruciare l'anno vecchio per far posto a quello nuovo, per altri ancora poter prevedere come saranno i raccolti a seconda di dove andranno le faville.
A Faenza, città dove vivo attualmente, la notte precedente l'Epifania si festeggia la Nott de' Bisot. Un enorme fantoccio con le sembianze di Annibale, guerriero saraceno, viene bruciato in Piazza del Popolo e a seconda di dove cadrà la sua testa si faranno previsioni sul Rione che vincerà il Palio del Niballo nell'ultima settimana di Giugno.



Annibale su un carro trainato da buoi arriva in Piazza, vestito dei colori del rione che ha vinto l'ultimo palio e verrà dato alle fiamme da un rappresentante, vestito in costume medioevale,  di detto rione. Stand gastronomici dei cinque rioni daranno da mangiare  specialità romagnole e da bere il famoso Bisot (vin brulè) ai partecipanti alla festa. 
Io non posso partecipare alla Nott de' Bisot, perchè da buona Befana sono impegnata a volare con la mia scopa e a portare doni o carbone a tutti, ma quest'anno ho fatto in modo di far cadere la testa di Annibale nello spazio del rione in cui vivo: il Rione Giallo. Mi raccomando non lo dite a nessuno altrimenti i Rionali più arrabbiati degli altri rioni potrebbero bruciarmi la scopa!