a me gli occhi

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Miw - la gatta

giovedì 29 settembre 2016

PONTE SI PONTE NO






Ormai da qualche anno il problema del Ponte sullo Stretto di Messina appassiona molti, anzi più che appassionare è motivo di grandi discussioni e polemiche soprattutto politiche.
Come geologa, anche se ormai molto lontana dallo studio, ho sempre pensato che costruire un ponte sullo stretto non sia un'idea così valida, ma io non faccio testo, sinceramente non ho alle spalle studi approfonditi di ingegneria su questo argomento. Lascio a chi di dovere le decisioni, ma se qualcuno volesse approfondire la problematica della tettonica dello Stretto può andarsi a leggere questo studio  http://www.nature.com/articles/srep00970.
No, io voglio solo raccontare perchè  preferirei non avere il Ponte, forse la mia è una visione romantica, ma quando arrivo in macchina dalla Calabria e mi avvicino all'imbarco di Villa San Giovanni e comincio a vedere il mare alla mia destra con i suoi colori della Costa Viola e in lontananza intravedo il profilo della costa Siciliana, ecco mi si allarga il cuore.
Credo che questo sia lo stesso sentimento che tutti quei siciliani che, costretti ad emigrare sul continente, provino nel vedere all'orizzonte la loro terra natia.
Poi si arriva all'imbarcadero e si aspetta con ansia di poter salire sul traghetto che ci porterà dall'altra parte.
Il traghetto: ecco un'altra cosa alla quale non vorrei mai dover rinunciare.
La prima cosa che faccio, dopo che la macchina è parcheggiata al suo posto, è salire sul ponte superiore dove mi piace sentire il vento sulla faccia mentre guardo la costa siciliana che mi viene lentamente incontro.
Scruto il mare nella speranza di vedere qualche delfino che danza tra le onde, osservo le barche a vela che scivolano sull'acqua eleganti e quando è stagione guardo le barche dei pescatori che cercano la preda.
L'odore del mare, il sapore dell'arancino che si può gustare a bordo, la silhouette dell'Etna che si staglia contro il cielo,
sono i biglietti da visita e il benvenuto in terra di Sicilia.
Ecco perchè non voglio il ponte, mi ruberebbero tutte queste belle sensazioni che mi fanno assaporare ogni volta il gusto di tornare in questa meravigliosa terra.

sabato 10 settembre 2016

GLI AQUILONI



Quando ero bambina, parlo dei primi anni '50 del secolo scorso, uno dei giochi che più piacevano a noi ragazzini, quando arrivava l'estate, era costruire gli aquiloni.
Faticosamente si ragranellavano quelle 20/30 lire necessarie per l'acquisto in cartoleria del foglio di carta velina colorato e delle due bacchette di legno di balsa necessarie, poi la colla la si faceva mescolando acqua e farina e, una volta ottenuto tutto il necessario, si procedeva alla costruzione. Piegatura del foglio per dargli la forma di rombo irregolare con due lati corti e due più lunghi, fissaggio delle bacchette con striscioline di carta velina incollate con la colla fatta in casa e poi, con pazienza certosina, costruzione delle code fatte con tanti anelli di striscioline di carta messi a catena e applicati agli spigoli laterali e a quello di coda. Per ultimo lo spago ben fissato sotto e arrotolato su un pezzetto di legno, pronto a dipanarsi quando l'aquilone avrebbe preso il vento.
Era una gara fra noi bambini fare gli aquiloni più belli, con la coda più lunga e colorata.
Arrivava poi il momento del collaudo. Pronti col nostro aquilone in una mano tesa sopra la testa e lo spago fatto a matassa nell'altra salivamo in cima alla strada di casa nostra che era in salita e da lì correndo a perdifiato lungo la discesa lanciavamo il nostro aquilone.
Che soddisfazione quando prendeva il vento e si innalzava nel cielo. Che soddisfazione vederlo volare e che dispiacere se improvvisamente perdeva quota e piombava giù come un missile sfasciandosi su un albero o per terra. Allora eravamo pronti a rabberciarlo in qualche modo per farlo ripartire ancora.
Erano giochi semplici che ci costruivamo da soli e che ci facevano passare interi pomeriggi impegnati con le dita incollate dalla farina e dall'acqua.
Oggi si fanno addirittura gare per aquiloni e se ne vedono di bellissimi lassù nel cielo, con le forme più strane e con i colori vivaci di disegni bellissimi, Chi li fa volare però non sono bambini ma adulti e io penso sempre, quando li vedo, che tutto sommato sotto quelle barbe e spesso sotto quei capelli bianchi si nascondono dei fanciulli meravigliati di riuscire a governare i loro aquiloni nel vento.