a me gli occhi

a me gli occhi
Miw - la gatta

martedì 31 dicembre 2013

BUON ANNO

A tutti voi che con pazienza e simpatia avete letto ciò che scrivo, in qualunque parte del mondo voi siate il mio più affettuoso augurio di buon anno. Che porti a tutti salute e serenità, che i problemi trovino una soluzione e che finalmente ognuno di noi capisca che siamo tutti uguali anche se di razze diverse, di lingue diverse, di religioni diverse, di orientamenti diversi: siamo tutti uomini e donne con un cuore e con sentimenti uguali.
ALBANIAN Gëzuar vitin e ri
ALSATIAN e glëckliches nëies / güets nëies johr
ARABIC aam saiid / sana saiida
ARMENIAN shnorhavor nor tari
AZERI yeni iliniz mubarek
AFRIKAANS gelukkige nuwejaar
BAMBARA bonne année
BASQUE urte berri on
BELARUSIAN З новым годам (Z novym hodam)
BENGALI subho nababarsho
BERBER asgwas amegas
BETI mbembe mbu
BOBO bonne année
BOSNIAN sretna nova godina
BRETON bloavez mad
BULGARIAN честита нова година (chestita nova godina)
BIRMAN hnit thit ku mingalar pa
CANTONESE kung hé fat tsoi
CATALAN feliç any nou
CHINESE xin nièn kuai le / xin nièn hao
CORSICAN pace e salute
CROAT sretna nova godina
CZECH šťastný nový rok
DANISH godt nytår
DUTCH gelukkig Nieuwjaar
ESPERANTO felicxan novan jaron feliæan novan jaron (Times SudEuro font)
ESTONIAN head uut aastat
FAROESE gott nýggjár
FINNISH onnellista uutta vuotta
FLEMISH gelukkig Nieuwjaar
FRENCH bonne année
FRIULAN bon an
GALICIAN feliz aninovo
GEORGIAN gilotsavt aral tsels
GERMAN ein gutes neues Jahr / prost Neujahr
GREEK kali chronia / kali xronia eutichismenos o kainourgios chronos
GUARANÍ rogüerohory año nuévo-re
HAITIAN CREOLE bònn ané
HAWAIIAN hauoli makahiki hou
HEBREW shana tova
HINDI nav varsh ki subhkamna
KANNADA hosa varshada shubhaashayagalu
KHMER sur sdei chhnam thmei
KIRUNDI umwaka mwiza
KOREAN seh heh bok mani bat uh seyo
KURDE sala we ya nû pîroz be
HUNGARIAN boldog új évet
ICELANDIC farsælt komandi ár
INDONESIAN selamat tahun baru
ITALIAN buon anno, felice anno
IRISH GAELIC ath bhliain faoi mhaise
JAPANESE akemashite omedetô
KABYLIAN asseguèsse-ameguèsse
NORWEGIAN godt nytt år
MACEDONIAN srekna nova godina
MALAGASY arahaba tratry ny taona
MALAY selamat tahun baru
MALTESE sena gdida mimlija risq
MAORI kia hari te tau hou
MONGOLIAN shine jiliin bayariin mend hurgeye  (Шинэ жилийн баярын мэнд хvргэе)
MORÉ wênd na kô-d yuum-songo
LAO sabai di pi mai
LATIN felix sit annus novus
LATVIAN laimīgo Jauno gadu
LINGALA bonana / mbula ya sika elamu na tonbeli yo
LITHUANIAN laimingų Naujųjų Metų
LOW SAXON gelükkig nyjaar
LUXEMBOURGEOIS e gudd neit Joër
OCCITAN bon annada
PERSIAN sâle no mobârak
POLISH szczęśliwego nowego roku
PORTUGUESE feliz ano novo
ROMANI bangi vasilica baxt
ROMANIAN un an nou fericit / la mulţi ani
RUSSIAN С Новым Годом (S novim godom)
SAMOAN ia manuia le tausaga fou
SANGO nzoni fini ngou
SOBOTA dobir leto
SPANISH feliz año nuevo
SWAHILI mwaka mzuri
SWEDISH gott nytt år
SWISS-GERMAN äs guets Nöis
SARDINIAN bonu annu nou
SCOTTISH GAELIC bliadhna mhath ur
SERBIAN srecna nova godina
SHONA goredzwa rakanaka
SINDHI nain saal joon wadhayoon
SLOVAK stastlivy novy rok
SLOVENIAN srečno novo leto
TAMIL iniya puthandu nalVazhthukkal
SHONA goredzwa rakanaka
SINDHI nain saal joon wadhayoon
SLOVAK stastlivy novy rok
SLOVENIAN srečno novo leto
TAMIL iniya puthandu nalVazhthukkal
TATAR yana yel belen
TELUGU nuthana samvathsara subhakankshalu
TAGALOG manigong bagong taon
TAHITIAN ia ora te matahiti api
THAI (sawatdii pimaï)
TIBETAN tashi délek
TURKISH yeni yiliniz kutlu olsun
UDMURT Vyľ Aren
UKRAINIAN Z novym rokom
URDU naya saal mubarik
WALOON (“betchfessîs” spelling) bone annéye / bone annéye èt bone santéye
WELSH blwyddyn newydd dda
WEST INDIAN CREOLE bon lanné
YIDDISH a gut yohr
VIETNAMESE Chúc Mừng Nam Mới / Cung Chúc Tân Niên / Cung Chúc Tân Xuân



domenica 29 dicembre 2013

La leggenda di Colapesce

Fiabe della Sicilia: La leggenda di Colapesce (Sicilia)

gif animata
Nicola fu l'ultimo dei numerosi fratelli: viveva con la sua famiglia a Messina, in una capanna vicino al mare e fin da fanciullo prese dimestichezza con le onde. Quando crebbe e divenne un ragazzo svelto e muscoloso, la sua gioia era d'immergersi profondamente nell'acqua e, quando vi si trovava dentro, si meravigliava anche lui come non sentisse il bisogno di ritornare alla superficie se non dopo molto tempo. Poteva rimanere sott'acqua per ore e ore, e quando tornava su, raccontava alla madre quello che aveva visto: dimore sottomarine di città antichissime inghiottite dai flutti, grotte piene di meravigliose fosforescenze, lotte feroci di pesci giganti, foreste sconfinate di coralli e cosi via. La famiglia, a sentire queste meraviglie, lo prendeva per esaltato; ma, insistendo egli a restar fuori di casa, senza aiutare i suoi fratelli nella dura lotta per il pane, e vedendo che egli passava veramente il suo tempo dentro le onde e sotto il mare, come un altro se ne sarebbe andato a passeggiare per i campi, si preoccupò e cercava di scacciare quei pensieri strani dalla testa del figliuolo. Cola amava tanto il mare e per conseguenza voleva bene anche ai pesci: si disperava a vederne le ceste piene che portavano a casa i suoi fratelli, ed una volta che vi trovò dentro una murena ancora viva, corse a gettarla nel mare. Essendosi la madre accorta della cosa, lo rimbrottò acerbamente: "Bel mestiere che sai fare tu! Tuo padre e i tuoi fratelli faticano per prendere il pesce e tu lo ributti nel mare! Peccato mortale è questo, buttare via la roba del Signore. Se tu non ti ravvedi, possa anche tu diventare pesce." Quando i genitori rivolgono una grave parola ai figli, Iddio ascolta ed esaudisce. Così doveva succedere per Nicola. Sua madre tentò di tutto per distoglierlo dal mare, e credendolo stregato, si rivolse a santi uomini di religione. Ma i loro saggi consigli a nulla valsero. Cola seguitò a frequentare il mare e spesso restava lontano giorni e giorni, perché aveva trovato un modo assai comodo per fare lunghi viaggi senza fatica: si faceva ingoiare da certi grossi pesci ch'egli trovava nel mare profondo e, quando voleva, spaccava loro il ventre con un coltello e cosi si ritrovava fuori, pronto a seguitare le sue esplorazioni. Una volta egli tornò dal fondo recando alcune monete d'oro e cosi continuò per parecchio tempo, finché ebbe ricuperato il tesoro di un'antica nave affondata in quel luogo.
La sua fama crebbe tanto, che quando venne a Messina l'imperatore Federico, questi volle conoscere immediatamente lo strano essere mezzo uomo e mezzo pesce. Egli si trovava su di una nave al largo, quando Cola fu ammesso alla sua presenza. "Voglio esperimentare" gli disse l'Imperatore, "quello che sai fare. Getto questa coppa d'oro nel mare; tu riportamela." "Una cosa da niente, maestà" fece Cola, e si gettò elegantemente nelle onde. Di lì a poco egli tornò a galla con la coppa d'oro nella destra. Il sovrano fu cosi contento che regalò a Cola il prezioso oggetto e lo invitò a restare con lui.
Un giorno gli disse: "Voglio sapere com'è fatto il fondo del mare e come vi poggia sopra l'isola di Sicilia." Cola s'immerse, stette via parecchio tempo; e quando tornò, informò l'Imperatore. "Maestà,"disse, "tre sono le colonne su cui poggia la nostra isola: due sono intatte e forti, l'altra è vacillante, perché il fuoco la consuma, tra Catania e Messina." Il sovrano volle sapere com'era fatto questo fuoco e ne pretese un poco per poterlo vedere. Cola rispose che non poteva portar il fuoco nelle mani; ma il sovrano si sdegnò e minacciò oscuri castighi. "Confessalo, Cola, tu hai paura." "Io paura?" ribatté il giovane, "anche il fuoco vi porterò. Tanto, una volta o l'altra, bisogna ben morire. Se vedrete salire alla superficie delle acque una macchia di sangue, vuol dire che non tornerò più su." Si gettò a capofitto nel mare, e la gente stava, ad attendere col cuore diviso tra la speranza e la paura. Dopo una lunga inutile attesa, si vide apparire una macchia di sangue. Cola era disceso fino al fondo, dove l'acqua prende i riflessi del fuoco, e poi più avanti dove ribolle, ricacciando via tutti i pesci: che cosa successe laggiù? Non si sa: Cola non riapparve mai più. Qualcuno sostiene ch'egli non è morto e che è restato in fondo al mare, perché si era accorto che la terza colonna su cui poggia la Sicilia stava per crollare e la volle sostenere, cosi come la sostiene tuttora.
Ci sono anche di quelli che dicono che Cola tornerà in terra quando fra gli uomini non vi sarà, nessuno che soffra per dolore o per castigo.

lunedì 23 dicembre 2013

Ed è di nuovo Natale!

                                                                                                                                                                       Il tempo corre ed è già passato un anno da quando in questa casa girava col suo pancione mia nuora. Ora il pancione non c'è più, al suo posto c'è una bimba che gattona felice nascondendosi sotto il lettone dei nonni o facendo il "camel trophy" tra le gambe delle sedie sotto il tavolo della cucina. Ora la mia casa ha cambiato look, la sala non è più quella bella stanza grande sempre in ordine che era prima ora è una sala giochi/nanna per mia nipote: lettino, grande tappeto pieno di giochi sparsi e i divani e le poltrone tutte spinte in fondo a fare da muraglia agli oggetti più delicati e fragili.
Per la prima volta la cena della vigilia non verrà fatta a casa mia ma a casa di mio figlio perché la piccolina deve fare il suo primo natale a casa sua, così domani sera vedremo la sua faccina quando aprirà tutti i pacchi regalo che ci sono per lei, sarà la sua festa, sarà, come deve essere, la festa dei bambini.
.....mia nipote mi sta chiamando e quindi mi resta solo il tempo di dire a tutti voi che avete la bontà di leggermi che questo che arriva sia un FELICE NATALE che la serenità sia vostra fedele compagna non solo in questi giorni, ma in tutti i giorni a venire.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        TANTI TANTISSIMI AUGURI  A TUTTI                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

martedì 17 dicembre 2013

E' arrivato da lontano.....

ha attraversato l'Oceano Atlantico ed è arrivato questa mattina a casa mia: un bellissimo biglietto di auguri da un amico di internet che vive a Blairsville Pennsylvania. Forse sarà che apparteniamo entrambi a generazioni di una volta che erano abituate a scrivere a mano i propri auguri, sarà che noi ancora apprezziamo il fatto di ricevere posta, posta vera con tanto di busta e francobollo e scritta a mano, sarà per le belle frasi che ci si ingegna di scrivere,  per me questo è un dono bellissimo. Ancora più bello poi è scoprire che quanto scrivo su questo blog viene usato dal mio amico Gil e dai suoi amici per studiare la nostra lingua. Sono veramente lusingata che queste righe di miei pensieri e ricordi servano a qualcuno per imparare l'italiano.
Caro Gil e cari amici della "Gang" grazie! Grazie degli auguri e grazie di continuare a leggermi: spero solo di non annoiarvi mai e se mai ci fosse qualcosa di poco chiaro in quello che scrivo, non esitate a chiedere spiegazioni. A voi giungano i miei migliori auguri di Buon Natale e di un Anno Nuovo portatore di serenità e salute.

domenica 15 dicembre 2013

I ricordi

I ricordi sono come farfalle che volano nella nostra mente, qualche volta inafferrabili, qualche volta si posano e noi per pochi attimi riusciamo a rivivere quei momenti passati. Momenti belli  ricordi belli, che come variopinte farfalle subito si alzano in volo e ci lasciano l'essenza dei loro colori. Momenti brutti ricordi tristi che come falene scure e ineleganti continuano a girare intorno a noi lasciandoci sensazioni angosciose. Qualche volta il nostro cervello si difende dai ricordi dolorosi cancellandoli, smorzandoli fino a farli sparire sotto coltri spesse di ricordi inutili. Qualche volta gli attimi felici sono talmente istantanei che non si riesce ad afferrarli in un ricordo da tirare fuori come una coperta calda nei momenti bui. La nostra vita è fatta di ricordi, noi siamo fatti di ricordi e finché saremo in grado di ricordare saremo vivi. Ma è importante anche lasciare i ricordi agli altri, perché il nostro passaggio nella vita non sia stato inutile e finché sarà vivo il nostro ricordo continueremo a vivere nel cuore di chi ci vuol ricordare.

martedì 3 dicembre 2013

Il mio nome è Nessuno

Solo ieri l'ennesima notizia della morte di sette cinesi che praticamente vivevano reclusi nel capannone dove lavoravano per un pugno di riso. Nessuno si è presentato a riconoscere i loro cadaveri, nessuno si è presentato a piangere e reclamare i loro corpi per la sepoltura, sono non-persone che vengono clandestinamente in Italia spesso usando passaporti di persone morte (tanto per noi sono tutti uguali, chi potrebbe vedere differenze fra la faccia di uno o dell'altro se più o meno sono della stessa conformazione fisica?), sono solo schiavi che devono lavorare giorno e notte vivendo, dormendo, mangiando praticamente sulla stessa sedia dove lavorano chini su una macchina da cucire. Prato ormai è diventata una provincia della Cina. Le realtà artigianali italiane che là esistevano ormai non ci sono più perché non sono più in grado di confrontarsi con un mercato dove le leggi italiane non vengono rispettate, dove non vengono rispettate le norme di sicurezza, dove le tasse vengono troppo spesso eluse, mentre i ricavi vengono spediti in Cina e svaniscono dal nostro Paese.
Certo ora si comincerà a incriminare i proprietari del capannone, i proprietari della ditta (che sono già spariti), si comincerà a chiedersi come mai chi doveva controllare non l'ha fatto o peggio ha chiuso gli occhi per non vedere, ma i veri colpevoli siamo noi acquirenti, ogni volta che al mercato cerchiamo il maglioncino o il jeans da 5 euro ben sapendo che per pagarlo così poco qualche donna o ragazzino cinese  ha lavorato per un pugno di riso per 20 ore al giorno. Stiamo affossando le realtà artigianali italiane solo con questo. I nostri artigiani pagano le tasse, sono controllati dalla finanza, dall'ASL e ....non facendocela più, chiudono.
Intendiamoci, non ce l'ho con quei poveri cristi che ci rimettono le penne, ce l'ho con chi dovrebbe fare dei controlli seri sulle comunità cinesi, controlli a tutto campo perché non è giusto che dei poveri Nessuno vengano a morire bruciati vivi così lontano dalla loro terra.