a me gli occhi

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Miw - la gatta
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mercoledì 19 marzo 2025

Prevenire è meglio che curare

Sono poche le cose sicure su cui possiamo contare e una di queste è che se vieni al mondo prima o poi sai che dovrai andartene. Ovviamente si spera sempre che sia poi e non prima, ma a questo punto l'unica cosa veramente importante è come utilizziamo quel tratto di vita che passa fra l'inizio e la fine.

Ovviamente bisognerebbe sempre cercare di utilizzare questo nostro cammino, nel tempo che ci è concesso, nel modo migliore, costruendo qualcosa di buono, lasciando un segno positivo del nostro passaggio, cosicchè il ricordo che lasciamo della nostra  presenza sia un ricordo legato al sorriso e non alla rabbia. 

Non è necessario farlo unicamente per quello che concerne la nostra vita personale, nel piccolo cerchio che riguarda coloro che condividono la nostra vita, amici e parenti, ma dovremmo anche estendere questo impegno nel nostro lavoro, nella salute, nel comportamento verso ciò che ci circonda.

Dice la fisica che ogni azione provoca una reazione uguale e contraria, per cui se non rispettiamo il luogo dove viviamo non possiamo pretendere che poi le cose vadano sempre bene: inquinare senza preoccuparsi delle conseguenze ci ha portato a far sì che il clima, non mantenendosi nei suoi binari abitudinari, cambiasse a tal punto da diventare un vero e proprio nemico per noi esseri umani. Il clima un "nemico"? No, siamo noi ad essere stati e a continuare ad essere nemici del clima. 

Se studi approfonditi ci dicono che ci sono luoghi dove costruire è un azzardo perchè c'è un vulcano attivo nei paraggi o un fiume che ha l'alveo più alto del terreno circostante, o perchè non ci sono terreni adatti per fare delle fondamenta di una casa, noi la dobbiamo smettere di continuare a costruire in maniera dissennata proprio in quei luoghi, magari aggirando le leggi o ignorandole, perchè prima o poi tutti i nodi vengono al pettine e si verificano disastri dove innocenti perdono la vita.

Se si scatenano malattie virali e non facciamo nulla per difendere la salute nostra e dei nostri cari, anzi col nostro comportamento menefreghista aiutiamo il contagio, poi non dobbiamo lamentarci se si finisce con un casco per l'ossigeno in testa e non si riesce più a respirare.

Non è solo su questi importantissimi argomenti che ci dovremmo soffermare, ci sono anche cose più banali: se si progetta una autostrada si dovrebbero fare calcoli esatti di previsione di quello che sarà il traffico anche dopo 20 anni, non limitarsi a costruirla per il traffico di quel momento. Pensare, prevedere, mettere in campo la lista dei vantaggi e degli svantaggi questo dovremmo fare per ogni singola impresa e non limitarci a pensare all'oggi. Se vogliamo che un oggi esista anche domani.



martedì 31 dicembre 2024

e siamo alla fine di questo 2024

 Tra le varie tradizioni italiane, che fortunatamente non vengono "quasi" più mantenute in vita, c'era quella di gettare dalla finestra le cose vecchie di cui ci si voleva disfare.

Oggi che siamo più "evoluti" abbiamo smesso di buttare via cocci dalla finestra, ma abbiamo imparato con gli anni a eliminare altre cose come l'educazione, il rispetto, l'amore verso se stessi e gli altri e da ultimo quella cosa così strana che si chiama responsabilità. 

La responsabilità deve essere intesa sia verso se stessi che verso gli altri.

La responsabilità è quella cosa che ti fa PENSARE alle conseguenze di ogni tua azione.

Conseguenze che potresti pagare in prima persona o che potrebbero pagare gli altri che per un gioco fortuito di cause si trovano vicino a te.

Essere responsabili vuol dire saper valutare non solo le tue forze, ma anche valutare ciò che ti viene comunicato da chi si interessa di clima, di meteorologia, di fragilità del suolo, di pericolo possibile se superi una velocità consigliata, di consigli su come e quando agire PRIMA di fare qualche azione avventata. 

Essere Responsabili vuol dire essere consapevoli di avere comunque dei limiti che sono diversi per ciascuno di noi, ma sono pur sempre limiti che dobbiamo imparare ad accettare. 

Per questo auguro a tutti noi di riscoprire la RESPONSABILITA', L'EDUCAZIONE e il RISPETTO per poter sperare di ricostruire una società migliore.  BUON 2025



lunedì 21 ottobre 2024

Chi è il colpevole?

 Ipotizzo che l'uomo da quando è comparso sulla Terra e si è aggregato in piccole e poi grandi comunità, abbia sentito l'esigenza di trovare una spiegazione, anzi un "colpevole" per tutto ciò che accadeva intorno a lui a cui non sapeva dare una risposta.

Si è inventato gli Dei, esseri capricciosi che facevano scoppiare temporali, scatenavano fulmini, facevano riempire le vele di zefiri o di venti di tempesta, esseri a cui si dava il compito di proteggere le messi e gli allevamenti o la propria prole e a cui per tenerseli buoni si sacrificavano animali o perfino persone. 

Sono passati millenni, ma l'uomo, malgrado lo studio della natura, degli eventi e malgrado l'osservazione dei fenomeni, malgrado le scoperte scientifiche continua imperterrito a cercare un "colpevole" per gli sconvolgimenti climatici che stanno colpendo ormai tutto il mondo, non solo la nostra piccola Italia. Si sciolgono i ghiacci dei Poli, i mari diventano più caldi, le correnti Oceaniche che fino a qualche tempo fa mitigavano le temperature dei Continenti che sfioravano vengono considerati problemi minori, L'aumento di CO2 che nei decenni è stato immesso in atmosfera, non è un grosso problema, perché il problema è il poter andare a lavorare in macchina, facendo occupare le strade e le autostrade da automobili con un solo passeggero. Il problema è poter mettere il termostato della caldaia a 25° in inverno e poter stare con le maniche corte in casa, oppure accendere il condizionatore in estate e tenerlo a 18° mentre fuori ce ne sono 40° indossando magari una felpa. 

Il problema è poter mangiare le ciliegie a Natale e farle arrivare dal Sud America in aereo per averle fresche. In ogni casa ci sono tutti gli elettrodomestici grandi e piccoli per fare ogni cosa consumando elettricità a tutto spiano.

Abbiamo voluto tutte le comodità possibili, la tecnologia più avanzata, ma tutto ciò costa. Costa energia, costa trovare le fonti che ti possano dare quella energia. Costa perché abbiamo già esaurito ad agosto il necessario per il fabbisogno mondiale così che c'è chi letteralmente butta cibo e chi invece muore di fame.

E tutto questo ha lentamente corroso il nostro pianeta e modificato sempre di più il clima. Inutile continuare ad asserire che i fiumi esondano perché non vengono dragati o ripuliti, le cause primarie non sono da cercare lì, ma in un concatenarsi di cause che sono iniziate agli albori del secolo scorso (abbandono delle aree collinari, cementificazione selvaggia di aree golenali - per chi non lo sapesse sono le aree che in natura servono ai fiumi per variare il loro corso ed esondare in caso di necessità- tombatura o canalizzazione di torrenti o fiumiciattoli che normalmente hanno poca acqua, ma che in caso di forti temporali diventano delle vere e proprie cascate irruenti, e se a tutto ciò aggiungiamo la "copertina termica" di CO2 che fa aumentare le temperature e provoca correnti aeree calde e fredde che si scontrano formando uragani, allora il colpevole è presto trovato. Il colpevole siamo tutti noi, anzi per essere più onesti i colpevoli sono tutti quei Paesi super civilizzati che sanno solo consumare, consumare, consumare e al diavolo tutti gli altri.

lunedì 15 luglio 2024

E' passato un anno

 Si dice che il tempo sia un medico che cura le ferite e forse è anche vero, ma le cicatrici rimangono comunque. E' passato poco più di un anno da quel 16 maggio e, anche se finalmente sono tornata a vivere in casa mia dopo essere stata "sfollata" in mezzo ai campi, ancora cì sono molte cose da sistemare. Bisogna essere resilienti, dicono, ma onestamente a 78 anni suonati la resilienza la lascerei volentieri in eredità ai più giovani. Pazienza! Ci vuole pazienza e quella non la vendono al supermercato in 3x2. Non ho ancora le porte interne e alcuni mobili, ma almeno non vengo più svegliata in piena notte dai ghiri che ballano il tip tap con gli zoccoli di legno nell'intercapedine del tetto. certo che le industrie di elettrodomestici del tipo frigo, forni, lavatrici, lavastoviglie e altro nell'ultimo anno sicuramente hanno fatto grandi affari considerando quante case sono finite sotto il fango. Mettiamola così: con l'alluvione abbiamo dato un grande impulso all'industria degli elettrodomestici, dei mobili, degli infissi, agli artigiani e all'edilizia. Guardiamo al futuro e speriamo che non si ripeta tanto presto, almeno mi si lasci il tempo di imparare dove ho messo i piatti e le pentole nella nuova cucina.

mercoledì 21 giugno 2023

Le cose che mi mancano

 


Ormai è passato più di un mese da quella notte in cui la mia casa, come quelle di mille altre famiglie è andata sott'acqua. Un mese durante il quale mi sono trasformata in una vagabonda senza fissa dimora. Case dove stare ne ho tre, quella di mio figlio dove sarò ospite ancora per pochi giorni, quella piccola e dispersa in campagna presa fortunosamente in affitto e poi casa mia, quella che se stai al piano terra è un cantiere aperto e se sali di un piano è un mezzo trasloco in atto. 

Sono stati giorni di "recupero" masserizie, nel senso che chi aveva letteralmente pescato dal fango i pezzi della mia vita, i piatti, i bicchieri, le pentole me le ha riportate belle lavate e pulite e io con pazienza le ho radunate e imballate per poi metterle a "riposare" fino a data da destinarsi nella cantina di una parente. Una piccola parte, quello proprio indispensabile invece è stata imballata e portata nella casa di campagna che per, spero, qualche mese soltanto diventerà il mio domicilio.

Ed è facendo questo lavoro che mi è capitato di pensare a quello che invece non c'è più. Piccole cose che mi hanno seguita negli anni in tutti i miei traslochi e che ora chissà dove sono finite a marcire. 

Compro un po' di frutta e automaticamente cerco i crivi di cannucce che mi hanno seguito dalla Calabria dove riporre quella frutta comprata.

Apro un pacco di biscotti o di pasta e cerco le pinzette che servono a tenere ben chiuso il pacco aperto. 

Cerco le bottiglie vuote dove travasare la lattina di olio buono superstite e le devo andare a comprare.

Penso a quei libri antichi che tenevo in sala, a quelle stampe inglesi che avevo ereditato dai miei genitori e che avevano forse più di sessant'anni. 

Penso a tutti i miei "attrezzi" (cacciaviti, pinze, pialle, seghetti) ereditati da mio padre. 

Penso alle porte con i vetri colorati in stile liberty che avevo fatto con tanto amore e che ora posso rivedere solo in fotografia. 

Penso che quando arriverà Natale cercherò l'albero e le decorazioni che tenevo con cura in cantina pronte a rallegrare la sala e che ora stanno decorando il mucchio di rifiuti raccolti in tutta la Faenza allagata.

Dovrò farmene una ragione e cominciare a non pensare più al passato, ma a guardare avanti al futuro, tanto non c'è proprio un'altra soluzione.

venerdì 19 maggio 2023

OGGI...PIANGERO' DOMANI

 Sono giorni tristi. La città in cui vivo, Faenza e con lei tutta la bassa Romagna sta combattendo contro una catastrofe che si è ripetuta a pochi giorni di distanza da una di proporzioni minori. Già con la prima alluvione del 2/3 maggio una porzione di Faenza era stata seppellita da acqua e fango, che arrivavano dalla confluenza del Fiume Marzeno con il fiume Lamone che attraversa la città: in quella data mi ero sentita molto fortunata perché l'acqua era arrivata a 100 metri da casa mia. Ho visto spalare acqua e fango da cantine e garage, materiali vari ammonticchiati sulla via pronti per essere portati via dai camion della Nettezza Urbana. Ho visto gente infangata fino ai capelli spalare con energia e sorridere trattenendo le lacrime per non lasciarsi andare alla disperazione. Oggi dopo la seconda e più pesante ondata di acqua che si è abbattuta sulla città, la situazione è ancora più brutta. Anche casa mia è stata quasi seppellita dall'ondata di acqua e fango che si è riversata nella via che è diventata un fiume profondo quasi 3 metri e mezzo. Ho perso cantine, garage, piano giorno. Si sono salvate solo le camere da letto. Ma anche in questo frangente posso dire di essere stata fortunata, perché due giorni prima della seconda alluvione, io e mio marito eravamo venuti in Sicilia per sbrigare alcuni problemi relativi alla nostra seconda casa. Manco a farlo apposta anche in questo caso si trattava di acqua, quella relativa alle bollette dell'acquedotto. L'acqua "buona" mi ha salvato dall'acqua "cattiva".

Mia figlia sta spalando la melma a casa mia e io mi preoccupo per lei. Della casa e di tutto il suo contenuto andato in malora nel fango non mi interessa nulla. E' vero, sono decenni di sacrifici, di ricordi di famiglia che mi hanno seguito nei miei errabondi traslochi da una parte all'altra dell'Italia, ma infine sono SOLO OGGETTI. E come dico sempre le cose si comprano, si rompono, si sostituiscono e se non ci si riesce se ne fa a meno. La cosa importante è che tutta la mia famiglia, i miei vicini di casa stiano bene. Dovremo tutti (io solo quando riuscirò a tornare a Faenza) pulire, raccogliere i cocci, ma sono sicura che riusciremo anche farci qualche risata, perché l'ironia dei Romagnoli è una "mano santa". 

Coraggio Romagna! 




domenica 1 gennaio 2023

si ricomincia da 1

Ed eccoci qui di nuovo a festeggiare un anno che se ne è andato ed  un nuovo anno che è arrivato. 

Ho acceso la TV per ascoltare il notiziario e sullo schermo ho visto passare immagini gioiose di fuochi di artificio da Sidney a New York, da Londra a Hong Kong, da Parigi a...ai missili lanciati sulla povera Ucraina.

Ho ascoltato parole di speranza e auguri per un futuro sereno da parte di politici, prelati e persone comuni e il terribile annuncio di Kim Jong-un che ha dichiarato di aver aumentato il suo potenziale atomico per "proteggersi" dalla Corea del Sud e che per rimarcare il tutto stamattina ha lanciato l'ennesimo razzo nel Mar del Giappone. 

Ho visto brindisi fatti da rifugi montani e sentito dell'ennesimo ragazzo ammazzato in Iran perchè protestava contro il regime degli Ayatollah. 

Ho sentito spezzoni dell'intervento del nostro Presidente quando pregava i giovani di guidare con prudenza e senza aver bevuto per evitare di aggiungersi alla lunga lista dei giovani morti sulle strade di notte e ho ascoltato l'ennesimo "incidente" causato dai botti che ha privato della mano un bambino di appena 10 anni o quell'altro che ha visto un ragazzo ferito al viso da un proiettile "vagante" sparato per festeggiare il nuovo anno.

Ecco, mi pare di vivere un dejavu: esattamente tutto uguale al solito. 

Allora mi chiedo: a cosa serve festeggiare il nuovo anno se poi così nuovo non è?

Credo che a questo punto invece di festeggiare dovremmo impegnarci tutti a cercare di migliorare le cose, facendo in modo di non guardare solo al nostro piccolo orticello, ma spaziare con lo sguardo un pochino al di là del nostro naso. E ricordiamo sempre che ogni nostro piccolo gesto unito a quello degli altri può costruire grandi cose come il volo di quella farfalla che diventa vento di cambiamento se unito al volo di altre farfalle.

Buon 2023 con tanta tanta speranza e buona volontà di fare bene a partire dalle piccole cose.




domenica 13 marzo 2022

TORNARE INDIETRO PER POTER ANDARE AVANTI

 Sono giorni davvero difficili, giorni in cui ti rendi conto che se un pazzo decidesse di premere un pulsante (che nell'immaginario è rosso) probabilmente il mondo che conosciamo in pochi minuti cesserebbe di esistere.

Sono giorni in cui tutte le nostre certezze non sono più tali.

Sono giorni in cui ci rendiamo conto che forse ci siamo talmente adagiati nelle nostre comfort zone che non ci accorgiamo che tutto questo comfort è talmente fragile che può sparire da un giorno all'altro.

Negli ultimi 70 anni abbiamo voluto migliorare sempre il nostro tenore di vita, acquistando elettrodomestici, automobili, magari a rate lunghe una vita, ma "dovevamo" avere l'ultimo modello di questo e di quello. Abbiamo abbandonato il duro lavoro nei campi, preferendo quello nelle fabbriche, più sicuro certamente, ma altrettanto certamente più alienante. Abbiamo abbandonato piccoli paesini abbarbicati sui monti desertificando quei terreni vicini dove i nostri avi avevano coltivato frutta, verdura, allevato galline e maiali, per poter andare a vivere in città, perché là c'era più vita, più divertimento, più negozi dove scegliere il capo più alla moda. Tanto il grano che serviva a fare il pane o il gas che serviva a farlo cuocere o la benzina che serviva a trasportarlo nei supermercati la si poteva comprare in altri paesi, magari a minor prezzo perché in quei paesi più poveri del nostro la manodopera costava di meno.

In questi anni noi abbiamo privilegiato il mondo del consumismo, quello del divertimento, abbiamo privilegiato in sostanza gli "optional" dimenticandoci delle cose veramente importanti.

Poi come in ogni storia che si rispetti arriva il momento in cui i nodi arrivano al pettine e bisogna cercare di diventare più responsabili, più accorti, più parsimoniosi e renderci conto di quali siano veramente le cose basilari che sono indispensabili e quelle di cui si può fare a meno. 

E ci arriveremo a tornare sui campi a zappare se vorremo avere pane da mettere nella pancia. Il guaio è che in troppi vivono la loro vita attraverso lo schermo di un cellulare e non riescono a vedere la vita vera che li circonda. 

Alexa prima o poi ci dirà che è stanca di accendere la luce, mettere la musica che chiediamo, accendere o spegnere il televisore al posto nostro e quel giorno sarà il caso che ci ricordiamo come si fa.

Quando arriverà il momento in cui anche l'energia di una pila sarà così costosa da dover scegliere se continuare a rimbecillirsi sui social o avere un panino da mettere sotto i denti, allora forse torneremo ad essere umani con tutti i nostri pregi e difetti, ma umani e consapevoli. Almeno lo spero.



lunedì 28 febbraio 2022

VENTI DI GUERRA



Accendi la televisione e vedi la guerra dal vivo come fosse un reality, ma non lo è. Ascolti la radio e ti raccontano ora per ora cosa succede, cosa dice Tizio, cosa risponde Sempronio e cosa pensa Caio. Ma non è una riunione di amici che chiacchierano del più e del meno, è la guerra, la guerra tra Golia e Davide solo che se per sbaglio una pietra sfugge di mano ci va di mezzo tutta l'Europa prima e tutto il resto del mondo dopo. 

Non possiamo sapere fino a quanto sono disposti ad arrivare certi individui pur di affermare le loro "ragioni", oggi siamo arrivati al punto che se uno di questi individui esce di senno, rischiamo di morire tutti e distruggere la Terra in un soffio.

Io sono nata pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale, la mia infanzia si è svolta tra le macerie di ciò che i grandi statisti avevano lasciato. Ogni piccola cosa che si riusciva ad avere era una vera conquista, che si parlasse di cibo o di vestiario o avere il riscaldamento in casa che non era certo quello di oggi, ma già avere una stufa a legna o a carbone era essere ricchi. 

Oggi abbiamo tutto e ci sentiamo "miseri" se non riusciamo ad avere l'ultimo modello di cellulare o di maxischermo televisivo, o non riusciamo ad andare in vacanza alle Maldive e non sappiamo più apprezzare quello che invece abbiamo e che dovremmo tenerci stretto al petto come fosse un tesoro: la vita, la serenità e la pace.

Dobbiamo tutti impegnarci a smorzare i venti di guerra, lasciando arrivare come una brezza gentile solo un vento di pace.





domenica 26 dicembre 2021

Sisi la Strega





Così venivo chiamata all'Università in quei lontani anni '70: Sisi la Strega. Perchè? Vi chiederete, per quale motivo? Beh è abbastanza semplice: riuscivo a predire quale voto avrebbero preso agli esami gli altri, non solo, in alcuni momenti di particolare "ispirazione" riuscivo perfino a indovinare le domande che avrebbero fatto in una qualsiasi materia di esame.

Ricordo ancora un ragazzo, studente di medicina che sosteneva che incontrarmi prima di un esame gli portava bene, soprattutto se poteva darmi una pacca sul sedere. Oggi si parlerebbe di bullismo, di mancanza di rispetto, di body shaming o di quel che volete voi, allora era semplicemente questione di portare fortuna e prima di un esame, per quanto si fosse studiato le sudate carte, la fortuna era molto richiesta.

Per tornare a quel ragazzo, un giorno mi incontra nella saletta del Ritrovo studenti in via Mangiagalli a Milano e mi blocca:

 "Sisi, oggi pomeriggio ho l'orale di Anatomia 1, come andrà il mio esame?" Io lo guardai bene in faccia e gli risposi:"28". 

Lui si mise a ridere "Ma va! ma se ho la media del 30!" e io "dammi il libro"

Aprii il famoso testo di Anatomia e andai all'indice, lo sfogliai e gli dissi:

"ti domanderanno questo argomento, poi questo e infine ti fregheranno su questa domanda inerente la musica in relazione all'udito".

Si mise a ridere mi guardò come fossi matta e mi disse che quella parte del programma non la chiedevano mai a nessuno. Io gli ridissi di dare almeno un'occhiata, ma lui se ne andò.

L'indomani lo incontrai di nuovo, era incavolato nero, perchè avevo predetto esattamente tutto, il voto e la domanda incriminata che gli aveva fatto abbassare la media. Voleva menarmi, ma io gli dissi che se voleva menare qualcuno avrebbe dovuto prendersi a schiaffi da solo, per non aver voluto ascoltare i miei consigli. 

"Vedi, caro XXXXX sei stato tu a venirmi a cercare, tu a chiedere, se poi non vuoi ascoltare i consigli, la colpa è tua. D'ora in poi, non mi chiedere più nulla

tanto a te non farò più pronostici."

Ho predetto molti voti esatti e ancora oggi se mi capita lo faccio e ancora riesco a portare fortuna a chi dico io, anche se è lontano, basta che per un qualsiasi strano motivo contatti questa persona, senza sapere se sta facendo esami, che il mio "fluido da strega" si incanala e ...voilà il voto arriva. Vero Roberto? ;-)

sabato 11 dicembre 2021

Un piatto italianissimo che arriva da lontano





L'Italia è il Paese dove l'arte in ogni sua forma, il paesaggio e la cucina sono gli incontestabili padroni. Quando si parla di piatti tipici italiani si pensa subito ad un bel piatto di pasta col pomodoro e ci si vanta dell'italianità di questa prelibatezza con tutto il mondo. Ma lo sapevate che grano, pomodoro e cipolla sono tutti prodotti immigrati da altri paesi se non continenti?

Il grano, ovvero il frumento, è forse l'alimento più antico coltivato nella storia dell'uomo. Proviene dall'Anatolia e attraverso la Mezzaluna fertile ha raggiunto il Mediterraneo. Sono stati trovati resti di grano risalenti a ben 23.000 anni fa a sud del lago Tiberiade in Israele ed è stato accertato che il grano e la sua coltivazione fu il più importante motivo per cui popolazioni nomadi diventassero popolazioni stanziali.

Il pomodoro selvatico o Solanum racemigerum è originario del Sud America Occidentale. Venne portato in America Centrale dai Maya che cominciarono a coltivarlo fino a produrre frutti grandi come li conosciamo ora. Gli Atzechi portarono i pomodori in Messico dove i Conquistadores fra il 1519 e 1521 lo scoprirono e lo fecero arrivare in Europa. 

La cipolla è uno degli ortaggi più antichi consumati dall'uomo. Le sue origini pare siano da porre tra Iran e Afganistan  e perfino gli antichi Egizi reputavano questo ortaggio una divinità. Ne sono testimoni alcuni affreschi trovati nelle tombe dei faraoni. La cipolla per loro era un lasciapassare per l'aldilà, pertanto veniva messa in mano al defunto perchè non avesse ostacoli nel trapasso. 

Nel nostro territorio fu introdotta dai Greci che usavano la cipolla bianca prevalentemente come cibo, mentre la rossa era usata come medicamento. Già allora Galeno aveva riconosciuto le proprietà depurative, le virtù stimolanti per la digestione e per risolvere la ritenzione e migliorare la circolazione sanguigna.

Ecco, come ho cercato di spiegare, non esiste nulla che si possa definire veramente Italiano, neppure le patate, che sono di origine della regione delle Ande fin dal periodo Precolombiano, cioè più di 2000 anni prima dell'arrivo dei conquistadores.

Anche la Zucca arriva dal Messico, ne sono state trovate tracce già 7000-6000 anni prima di Cristo.

Arance, mandarini, limoni arrivano tutti dalla Cina. 

Insomma se si ha la voglia e la pazienza di cercare nel grande mondo del Web si scopriranno tantissime cose, ma soprattutto una che vale per tutti: se possiamo mangiare un bel piatto di pasta col pomodoro dobbiamo ringraziare chi ha portato questi prodotti da lontano a casa nostra senza chiedersi se quel prodotto fosse "straniero" o no. 

mercoledì 15 settembre 2021

Matematica questa sconosciuta

 E' diventato ormai di moda sui social proporre piccole espressioni matematiche da risolvere, dove bisogna aver ben presente la sequenza esatta di come fare le operazioni oppure esercizi di logica che forse un bambino un po' sveglio riuscirebbe a risolvere con facilità e mi accorgo, dalle risposte che leggo, che la maggior parte di chi risponde non sa fare delle semplici addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni se per sbaglio sono contenute tutte insieme in una espressione matematica. 

Quello che più mi rende triste è rendermi conto che molti di loro sono capaci di usare un mezzo tecnologico (cellulare, ipod, ipad, pc) ma non sanno le tabelline a memoria. 

Ormai abbiamo imparato a farci aiutare dal computer se dobbiamo fare una ricerca scolastica, si copia si incolla e si stampa senza nemmeno leggere veramente quello che abbiamo trovato. Se si devono fare calcoli, usiamo la calcolatrice, che tanto si fa più in fretta. Risultato? il nostro cervello non viene più tenuto in allenamento e se per puro caso ci troviamo lontani dalla tecnologia non sappiamo neppure fare la somma di quanto spendiamo al supermercato o se ci hanno dato il resto giusto quando paghiamo in contanti.

La tecnologia è utilissima, ha risolto un sacco di problemi e ha permesso scoperte scientifiche enormi, ma sarebbe utile continuare a usare il nostro cervello quotidianamente senza delegare sempre ad un computer ogni cosa, che se mai un giorno dovesse accadere che improvvisamente tutti i computer del mondo dovessero impazzire e non funzionare più, non saremmo più capaci di sopravvivere. 



mercoledì 26 maggio 2021

La roulette russa

 



Il "gioco" della roulette russa tutto è meno che un gioco. Si mette un proiettile nel tamburo, un solo proiettile, poi si fa girare il tamburo e puntandosi la canna della pistola alla tempia si preme il grilletto. Quanti fori ci sono in un tamburo di una pistola? 5/6/8? ecco chi preme il grilletto sa di avere 1 probabilità su 5/6/8 di suicidarsi. 

Gioco stupido, vero?

Eppure molti gestori, amministratori di autostrade, ingegneri addetti alla manutenzione di veicoli su cui viaggiano molte persone insieme, molti, troppi, "risparmiano" sulla manutenzione e alla fine quel tamburo che gira con un colpo solo, quel colpo lo spara e molti innocenti ci lasciano la vita.

Ricordo ancora il Disastro del Vajont avvenuto il 9 ottobre 1963 quando una frana fece esondare la diga e l'intero paese di Longarone fu travolto causando la morte di oltre 2000 persone. Eppure chi fece gli studi per costruire quella diga sapeva che una diga in quel posto era forse l'unica cosa da non costruire mai, ma le "esigenze" politiche fecero mettere da parte ogni precauzione. Le cause? La costruzione di una diga in una zona poco predisposta a livello idrogeologico a ospitare un lago artificiale, la stretta vicinanza con il Monte Toc, che in Friulano vuol dire Marcio, Sfatto, soggetto a frane. 

Tra le varie tragedie ferroviarie accadute in Italia voglio ricordare questa del 3 aprile 1989, quando nella stazione di San Severo (Bari) il treno 12472 proveniente da Bari, deragliava, entrava nella stazione e distruggeva la parte sud del fabbricato, mettendo fine alla sua folle corsa in prossimità del piazzale antistante mietendo 8 vittime.

Le cause? La velocità troppo elevata del treno in prossimità di una curva antistante l'entrata in stazione. 

Tra le tante cause di morti causate dall'uomo e dalla sua "faciloneria" e "menefreghismo" ci sono le frane, tutte quelle frane che hanno devastato e ucciso. Tra queste voglio citare quella che colpì una vasta zona della Campania.

Arriviamo al 5/6 maggio 1998: alluvione di Sarno e Quindici che coinvolse le aree urbane di Sarno, Quindici, Siano, Braciliano e San Felice a Cancello causando la morte di 160 persone.

Le cause? L'abbandono di colture a radice profonda che "tenevano il terreno". Terreno composto praticamente da due strati sovrapposti, il più profondo composto da rocce calcaree stabili, il secondo (sopra) costituito da vari straterelli di piroclasti (provenienti cioè dalle eruzioni del Vesuvio) maggiormente sciolti e incoerenti. Le abbondanti piogge - in 72 ore caddero quasi 300 ml di pioggia) causarono lo scivolamento della parte superficiale del Pizzo d'Alvano causando la prima delle tante frane che poi si abbatterono sui paesi sopra citati. 

E arriviamo al quel fatidico 14 agosto del 2018 quando il Ponte Morandi crollò portandosi con sé la vita di 43 persone e facendo allontanare dalla loro casa 566 persone. Le cause le conosciamo tutti: manutenzione completamente ASSENTE per non "spendere soldi che potevano entrare invece in altre tasche". 

L'altro giorno l'ultimo disastro si è aggiunto a questa lunga lista di disastri: Strage Funivia Stresa-Mottarone. Si è preferito disinserire il freno automatico (che non funzionava bene) di quella cabina della funivia per non dover rinunciare a qualche viaggio in più appesi ad una fune di acciaio. Quella fune si è spezzata, quella cabina si è schiantata contro un palo, uccidendo 14 persone tra cui molti giovani che avrebbero avuto tutta una vita davanti. 

Tutte quelle persone che erano responsabili di quello che è accaduto hanno giocato alla Roulette Russa con le vite degli altri, con cinismo, con grande menefreghismo, con assoluta mancanza di deontologia professionale. Non deve esserci perdono per loro.



 


sabato 24 aprile 2021

Privacy e tecnologia

 Non passa giorno che qualcuno sui social non si lamenti della privazione della sua libertà a opera del Governo o dell'attentato alla sua privacy da parte delle forze "occulte" quando si parla di vaccino e pass vaccinale. 

Mi sono stancata di ripetere che nessuno ci tiene in prigione a casa nostra se non un virus che aspetta solo che dei cretini vadano in giro senza un minimo di protezione per attaccarsi a loro e farsi portare a spasso.

Se proprio vogliono parlare di libertà negata, dovrebbero trasferirsi in Cina, dove il look-down è stato garantito dall'esercito che non era molto tenero nei confronti di chi usciva di casa.

Come al solito nel nostro Bel Paese siamo sempre pronti a lamentarci con alti "lai" tipo tragedia greca anche se tutto sommato abbiamo la possibilità di fare molto di quello che facciamo sempre. 

Ma si sa, quando ti tolgono il divertimento, lo struscio, l'apericena o la pizza in compagnia allora diventiamo tutti dei poveretti.

Hanno prodotto in tempi ragionevolmente brevi vari vaccini per aiutarci a contrastare il nemico Covid, ora basterebbe poterci vaccinare tutti e potremmo tornare a vivere come prima, ma no! scherziamo? Arrivano i NO-VAX che cominciano a emettere sentenze di morte sul vaccino perchè non vogliono essere vaccinati loro, ma pretendono che neppure chi vuole esserlo lo possa fare. E così cominciano a circolare notizie false che non hanno nessuna base scientifica, ma che hanno presa sulle menti fragili, sulle persone che non hanno un minimo di cultura, quelle che credono ai maghi ma non agli scienziati.

Con fatica le vaccinazioni stanno procedendo, ma ora si prospetta un grande problema: il Pass Vaccinale per dimostrare, se voglio uscire dalla mia regione e andare da altre parti (anche estero) che sono vaccinato e che non dovrei rappresentare un problema col mio spostamento. 

E qui arriva la considerazione più bella: io non voglio il pass perchè ho diritto alla privacy sui miei dati personali.

Fate una cortesia, aprite il vostro portafoglio e guardateci dentro, oltre al Bancomat/Carta di Credito che vi traccia ogni volta che fate un acquisto o un prelievo, avrete sicuramente almeno una decina di tessere varie, da quella del supermercato a quella del negozio di scarpe dove avete dato tutti i vostri dati per ottenere la tessera che vi regalerà gli sconti.

Avete un cellulare col quale state connessi 24/24 con tutto lo scibile umano e siete rintracciabili sempre (a meno di tenerlo spento, ma allora come fate a chattare con gli amici o a rispondere ai post sui social?) 

Forse non lo sapete ma ogni volta che fate la spesa e presentate la vostra bella tessera del supermercato voi offrite dati statistici dei prodotti che consumate, della periodicità con cui li consumate e di quanto spendete per la spesa. Questi dati vengono VENDUTI a società di marketing che li usano per poi mandarvi le email di prodotti in offerta.

Con i social credete di essere "invisibili" perchè sulla pagina delle informazioni personali non compare nulla? Sbagliato! Quando vi siete iscritti avete dovuto scrivere nome cognome data di nascita. Ogni volta che aprite un link di qualsivoglia argomento o andate su Amazon per l'acquisto di qualcosa, voi venite tracciati dall'algoritmo che poi vi farà vedere link dove in alto potrete leggere "questo potrebbe interessarti" o di pubblicità relative a oggetti che avete per caso cliccato per curiosità. 

Volete veramente preservare la vostra privacy? Cancellatevi da tutti i social, buttate via la carta di credito e il Bancomat e tornate a usare i piccioni viaggiatori per comunicare con il mondo. 



sabato 23 gennaio 2021

Siamo tutti colpevoli 😡

"La colpa è dei genitori"

"La colpa è di TIK TOK"

"La colpa è di internet"

No, la colpa è di tutti noi.

Quando negli anni '90 fece la sua comparsa World Wide Web cioè una rete di comunicazione mondiale, nella mente dei suoi "genitori" c'era la volontà di far sì che la conoscenza fosse alla portata di tutti e che le scoperte scientifiche potessero essere condivise fra coloro che avendo un computer sapevano come usare la tecnologia. 

"Oggi grazie a Internet si può avere accesso all'informazione da qualsiasi punto del pianeta, ma non per questo il Terzo mondo ha ridotto il divario digitale che lo separa dal mondo sviluppato. Internet ha contribuito a modificare l'economia mondiale, ma al prezzo di “incidenti di percorso” di elevata gravità, come la bolla speculativa * delle dot-com ** della fine degli anni novanta." (Wikipedia)

Quando nel 2004 nacque Facebook, le intenzioni del suo inventore erano ben diverse da quelle che pensiamo oggi. Facebook doveva essere un mezzo di condivisione di sapere, e soprattutto doveva essere un mezzo per poter essere vicini ai propri cari o amici che vivevano lontano, doveva essere un modo di mettere in comunicazione persone.

Invece cosa è successo? E' successo che tutto è stato usato per altri scopi e usato male da chi non ha capito che anche un semplice cellulare può diventare una bomba senza sicura.

Il fatto che prima per connettersi bisognava avere un computer faceva sì che chi usava Internet almeno aveva una certa conoscenza del mezzo tecnologico che stava usando. 

Poi anche i cellulari sono diventati degli apparecchi che permettevano di essere messi in contatto con il Web e dato che tutti possono permettersi di avere un cellulare, tutti hanno pensato che per usare il web basta premere un bottone.

E così condividono a manetta notizie vere o false non importa, basta far vedere agli altri che si condivide. Così le fake news diventano sempre più devastanti e per alcune persone che non sanno come fare per controllare la veridicità delle notizie stesse, diventano perfino verità.

I cellulari non servono più solo per telefonare o mandare messaggi, ora sono macchine fotografiche cineprese e ci si fa selfie, ci si immortala spesso in pose o in situazioni che sono molto intime e si spediscono queste foto o filmati a persone che non abbiamo imparato a conoscere veramente, ma crediamo di conoscere. E così accade che quelle stesse foto o filmati vengano messi in rete e si finisce per diventare cibo di quel mostro affamato che è la rete. Si viene derisi, bullizzati, infamati e spesso chi non è abbastanza forte soccombe togliendosi la vita.

Si danno in mano cellulari a bambini senza controllare che vengano attivate tutte le forme di blocco a siti e social, anzi si è orgogliosi di loro quando si esibiscono e si riprendono col cellulare e si mette in rete quel "filmatino tanto carino" che ha fatto la bimba, senza pensare che in quella giungla che è il web ci sono predatori di immagini che fanno diventare quel "filmatino tanto carino" materiale pedopornografico.

Allora pensateci quando voi adulti condividete sciocchezze, falsità, quando permettete ai bambini di entrare in un mondo adulto fatto di tante persone che non sempre sono "brave persone". Finitela di insegnare ai vostri figli che se vuoi fare carriera devi far vedere le cosce o il seno o devi postare foto osè per avere tanti like. 

Insegnate loro per prima cosa il rispetto di se stessi e poi il rispetto per gli altri. Rispolverate dalla polvere del tempo quei sani "principi morali" che vi ha insegnato il nonno, e smettetela di postare faccine che piangono o mani giunte che pregano se poi giustificate il lassismo morale che ormai fa parte della vostra vita, perchè il buon Dio non usa i social!



 * La bolla speculativa in economia è una particolare fase di mercato caratterizzata da un aumento considerevole e ingiustificato dei prezzi di uno o più beni, dovuto ad una crescita della domanda repentina e limitata nel tempo: alla fase di nascita e di crescita della bolla segue poi la fase di scoppio che tende a ripristinare i valori originari del bene in questione. Generalmente si parla di bolla speculativa con riferimento a mercati finanziari nei quali vengono trattate azioniobbligazioni e titoli derivati, tuttavia la storia delle bolle speculative mostra come siano stati frequenti i casi di bolle che hanno riguardato beni materiali, come gli immobili.

**In economia e informatica con dot-com si definiscono tutte quelle società di servizi che sviluppano la maggior parte del proprio business attraverso un sito web e Internet. Il nome deriva dal diffuso utilizzo, da parte di queste, di siti appartenenti al dominio di primo livello .com (dot è il nome inglese del punto)[1].

venerdì 25 dicembre 2020

25 dicembre 2020


 Sono le 18,35 del 25 dicembre. Ormai il buio avvolge tutto, interrotto dalle lucine colorate che sul mio balcone mi ricordano che anche questo Natale è quasi passato.


Fra i vari auguri che leggo sui social, spesso la frase "anche se questo Natale è diverso...anche se è stato un Natale difficile...anche se sarà un Natale da dimenticare...vi faccio tanti auguri..." mi fa pensare che ci siamo abituati a festeggiare il Natale come fosse il carnevale di Rio e non la festa per la nascita di Gesù, o per meglio dire quella festa in cui si dovrebbe festeggiare lo stare insieme con i propri affetti, o ancor meglio quella festa che ci dovrebbe insegnare a condividere ciò che abbiamo con chi non ha.

Certo se ripensiamo anche solo a un anno fa il Natale lo ricordo come la maratona dei pranzi e delle cene fatti lungo lo stivale prima di arrivare nella mia seconda casa in Sicilia, mentre quest'anno tutto si è svolto nella semplicità e nel mancato superlavoro degli altri anni, insomma un Natale in totale relax.

Nei giorni scorsi ho sentito lamentosi commenti su non potrò far questo, non potrò far quello, ma mai nessuno che abbia anche solo pensato per un momento sono contento perchè il Natale lo festeggerò magari da solo ma da persona sana, oppure sono contento perchè anche se non potrò mangiare i tortellini a casa della nonna però saprò che la nonna sta bene e magari potrà arrivare a festeggiare un altro Natale senza problemi.

Per questo io ringrazio i miei figli e nipoti che hanno avuto attenzioni per la mia salute e per quella del nonno, che ci hanno comunque fatto partecipare allo "scarto" dei regali e agli urletti di gioia dei nipotini filmando col cellulare i momento clou e inviandoceli. 

E sono grata perchè per ora nessuno di quelli che conosco hanno dovuto combattere con questa brutta malattia e sono altresì grata perchè non devo piangere nessuno. 

Credo che questo sia il vero significato dello spirito natalizio: essere contenti per gli altri.

BUON NATALE a tutti voi che continuate imperterriti a leggere questo blog, anche se ancora non so spiegarmene il motivo. Vi voglio bene ed auguro a tutti voi SALUTE, SALUTE, sempre e solo SALUTE, per tutto il resto c'è Mastercard. 

domenica 22 novembre 2020

natali a confronto

 Da qualche giorno ho notato che i destinatari del rancore italiano sono cambiati. Se fino a poco tempo fa gli immigrati erano la causa prima di tutte le disgrazie italiane,  ed erano il bersaglio di dardi rabbiosi sul web, ora da qualche giorno il destinatario principale della rabbia degli italiani è Amazon "che non paga le tasse in Italia" e che è la causa della chiusura dei "negozi sotto casa". Premetto, non lavoro per Amazon e neppure mi paga per difenderlo. ma le accuse un tanto al chilo non mi piacciono proprio. Soprattutto quando le cause della chiusura dei negozi sono altre. 

Amazon lavora anche con partner che possono essere di nazionalità diversa, e che quindi pagheranno le tasse sul venduto agli stati a cui appartengono. Nello stesso tempo Amazon Italia dà da lavorare a migliaia di persone che guarda caso sono italiane e che pagano le tasse relative ai loro stipendi in Italia e che ricevono i regolari contributi che vengono versati all'INPS che è Italiana. 

Molte piccole realtà artigianali o industriali entrando nel circuito di Amazon ora possono vantare una clientela non più circoscritta alla loro zona, ma che può spaziare nel mondo intero.

Mi ricordo quando ero una ragazzina non esistevano i centri commerciali, nel paesino poteva esserci il negozio che aveva un pochino di tutto o il droghiere che vendeva il prosciutto, il pane e il detersivo o il negozio di merceria che vendeva aghi, filo, bottoni calze e vestitini. Ma se volevi fare un acquisto "importante" allora dovevi prendere il treno e andare a Milano dove potevi entrare nel "Grande Magazzino" per eccellenza: La Rinascente. Ricordo ancora adesso la meraviglia che mi bloccava il respiro quando mia mamma mi ci portava: ero come Alice nel Paese delle meraviglie.

Poi arrivarono Coin, Upim, Standa. e i negozi di abbigliamento o le profumerie o i casalinghi dovettero imparare a combattere con questi grandi gruppi se volevano vivere. Parlo degli anni '60, '70 del secolo scorso non di ieri.

Anche i negozi di alimentari quelli sotto casa, per intenderci, dovettero cominciare a trasformarsi nell'offerta al cliente, perchè i supermercati nascevano come funghi e ovviamente chi doveva fare la spesa trovava tutto nello stesso luogo senza dover fare chilometri tra un negozio e l'altro, e a prezzi più vantaggiosi.

Ricordo che già allora iniziarono i lamenti perchè i supermercati facevano "morire" i negozietti sotto casa. Poi fu la volta dei piccoli supermercati a lamentarsi perchè dovevano vedersela con gli ipermercati. Poi fu la volta dei centri commerciali che soppiantarono negozi, mercati e mercatini. 

Questa è semplicemente la legge del mercato dove pesce più grande mangia pesce più piccolo. Il fatto è che da allora, quando io ero una ragazzina, sono cambiate molte cose, è arrivato il famoso "consumismo" dove, attraverso la pubblicità, vieni convinta che hai "assolutamente" bisogno del modello più nuovo di televisore, del vestito all'ultima moda, delle scarpe firmate da Tizio e di quelle firmate da Caio, altrimenti non sei nessuno! Così gente che ha uno stipendio medio basso fa salti mortali per avere l'ultimo modello di cellulare e dato che anche 10 euro di differenza per queste persone vogliono dire poter fare la spesa per tre giorni, ovviamente cercano dove poter comprare spendendo di meno.

Da qualche mese dobbiamo anche combattere con un nemico ancora più subdolo: un virus che sta facendo tanti danni. Oltre a far morire un sacco di persone procura danni collaterali che ancora non si sa quanto dureranno. Fra questi ci sono gravi danni economici dovuti al fatto che per contrastare il contagio si è dovuto arrivare alla chiusura di negozi, bar, ristoranti e anche di qualche realtà artigianale o industriale. 

Ovviamente molte persone sono entrate in cassa integrazione (quando è stato possibile, perchè chi lavorava in nero non ne ha diritto) e perciò ci sono meno entrate in famiglia. Questo porta a rivalutare e soppesare quali siano le spese più necessarie e quali quelle che si possono rimandare. 

Ora sta insorgendo un altro "grave" problema del tutto italico! NON POTREMO FARE IL CENONE DI NATALE! o perlomeno intorno al desco non ci potranno essere più di 6 persone (così consigliano gli esperti del settore). Ecco a questo proposito mi ricordo quando vivevo da bambina a Villasanta (MI) il Natale era più o meno così: Vigilia di Natale, ore 21 Una campanella suonava (era la nostra padrona di casa che sulle scale sbatacchiava la povera campanella per noi bambini) e noi ragazzini dovevamo correre a letto che quella era la campanella di Babbo Natale che avvisava che era giunta l'ora della nanna. Non esisteva cenone, per lo meno non a casa mia. L'indomani, giorno di Natale mi svegliavo prestissimo per andare a vedere se in quella che pomposamente chiamavamo sala, c'era qualche pacchetto. Ovviamente c'era, magari uno o due e io ero entusiasta di qualunque cosa potessi trovare. Poi c'era il pranzo di Natale che consisteva in pasta in brodo e fagiano ripieno con patate al forno. Panettone e stop.

Quanti eravamo a tavola? Mio papà, mia mamma e io, che i nonni erano a Milano e Verona e a Villasanta non avevamo parenti. 

Questo per dire che se per un anno non si fanno stravizi si vive lo stesso, l'importante è sapere che le persone a cui vuoi bene e che ti vogliono bene siano al sicuro da possibili contagi. Quando finirà tutto questo, perchè finirà, allora potremo ricominciare ad abbracciarci e a fare megacenoni tutti insieme.


lunedì 7 settembre 2020

PRIMA GLI ITALIANI

Negli ultimi tempi alcuni politici per attirare consensi usano spesso questa frase PRIMA GLI ITALIANI. Oddio poi la frase a seconda di dove si trovino ad arringare le folle diventa PRIMA I LOMBARDI, PRIMA I NAPOLETANI, PRIMA I SICILIANI...PRIMA I...e mettete a caso i cittadini di una regione o città italiana.
Ma chi sono "veramente" gli Italiani? La storia ci insegna che i primi insediamenti risalgono a circa tremila anni fa con quelle che vengono definite popolazioni neolitiche. Dobbiamo pensare che quelle popolazioni si spostavano per trovare luoghi più adatti, sicuri, ricchi di prede da cacciare e che non erano prettamente "stanziali". Proseguendo nel tempo possiamo trovare testimonianze di quelli che per primi vennero definiti popoli italici di origine indoeuropea. Come si legge su Wikipedia già nel terzo millennio prima di Cristo il nostro Paese fu oggetto di invasioni da parte di popoli che provenivano dal Nord.
...Una prima ondata migratoria indoeuropea sarebbe avvenuta intorno alla metà del III millennio a.C., a opera di popolazioni che importarono la lavorazione del rame. Caratteristiche di questo periodo sono le statue stele (o statue menhir) nelle quali sono spesso scolpite armi e simboli solari, apparentemente segni distintivi indoeuropei.[4]
Una seconda ondata fra la fine del III e gli inizi del II millennio a.C. portò alla diffusione delle popolazioni del bicchiere campaniforme[5] nella pianura padana, in Toscana e nelle zone costiere occidentali di Sardegna e Sicilia. Queste genti influenzarono fortemente anche le successive culture dell'età del bronzo antico (PoladaBonnanaro ecc.).
Durante la metà del II millennio a.C., nella pianura padana a sud del Po si sviluppa la civiltà delle terramare. A partire dagli studi di Luigi Pigorini del XIX secolo questa civiltà è stata associata agli Italici, i quali, dopo la grave crisi del XII secolo a.C. che colpì il sistema terramaricolo provocando la scomparsa della maggior parte degli insediamenti, migrarono a sud, installandosi presso le locali comunità di cultura appenninica[6] e dando origine al Proto-Villanoviano. Nella prima età del ferro, la cultura protovillanoviana si suddivise a sua volta in differenti facies regionali che diedero origine alle "nazioni italiche": la cultura Atestina (Proto-Veneti), Laziale (Latini), Villanoviana (Etruschi), Sicula (Siculi) etc.[7][8].
Nell'Italia nordoccidentale la media e tarda età del bronzo è caratterizzata dall'aspetto Canegratese - Golasecchiano forse da collegare alla popolazione proto-celtica dei Leponti o Leponzi. 

Arrivando a tempi più vicini a noi possiamo vedere che il nostro Paese fu la culla di molte civiltà Mediterranee che qui si fusero come i Greci, i Fenici, gli Arabi. Non dimentichiamo che quello che nel frattempo era diventato l'Impero Romano che spaziava fino ai contrafforti più a nord dell'Europa, a Est fino all'Asia e a sud in Africa, aveva importato popolazioni di altre etnie sotto forma di prigionieri, schiavi o militari nel proprio esercito. 
Ovviamente tutto questo ha portato a mischiare le varie etnie (qualcuno le vorrebbe chiamare razze, ma la razza umana non esiste, esiste invece la SPECIE umana) fino ad arrivare a come siamo oggi, uomini e donne con caratteristiche diverse alcune specifiche di alcune etnie. 
Per cui, ripeto la domanda: CHI SONO GLI ITALIANI?
Io una risposta precisa me la sono data: italiani sono coloro che sul loro passaporto o carta di identità alla riga "cittadinanza" hanno scritto Italiana. Persone che vivono, lavorano, vanno a scuola, pagano le tasse nel nostro Paese, ecco chi sono gli Italiani.  

mercoledì 29 aprile 2020

Chi la vuole cruda, chi la vuole cotta...

E stiamo per arrivare alla fantomatica fase 2.
Già si sprecano le critiche da una parte e dall'altra, chi vuole che si tenga chiuso, chi vuole riaprire l'attività subito...insomma chi la vuole cruda e chi la vuole cotta. No, non è così semplice, non ci sono solo due alternative. L'Italia è formata da circa 60 milioni di persone e se vogliamo andare a vedere ognuna di loro ha la sua idea che ovviamente pensa che sia la migliore di tutte.
Ecco, immaginiamo una famiglia numerosa, ogni appartenente a questa famiglia ha i suoi gusti e giustamente quando si mette su la pentola per cuocere la pastasciutta la mamma cerca di accontentare tutti...beh! proprio tutti non è fattibile.
Già, c'è chi vuole gli spaghetti e chi le penne, chi le farfalle e chi i bucatini e fosse finita qui, sulla scelta dei formati. No c'è chi ama la cottura al dente, chi la vuole al fil di ferro e chi la vuole un po' più cotta...ah! già! dimenticavo il nonno che è rimasto senza denti e la vuole scotta. Finito? NO! C'è chi la vuole in bianco, chi al sugo, chi al pesto, chi al ragù, chi condita con le verdure (e anche qui abbiamo una larga scelta).
Ma cari miei, la pentola è una sola e bisogna cuocere un solo tipo di pasta, con un singolo tempo di cottura e un solo tipo di condimento. Per cui decide chi cucina e amen.
L'italia in questo momento si trova in questa situazione, decidere se quel piatto di pasta ci andrà bene, se dovremo farcelo andare bene, se vorremo non mangiarlo. Ma dovremo sempre ricordarci che siamo in tanti e non si potrà mai prendere una decisione che starà bene a tutti, ci sarà sempre qualcuno che non sarà d'accordo.
L'unica cosa che potremo fare tutti è stringere i denti e pensare che se non faremo tutti (sì proprio TUTTI) il massimo per evitare una nuova pandemia allora non avremo più il problema di scegliere il tipo di pasta, il grado di cottura o con quale condimento vorremo mangiarla perchè se saremo traghettati nell'aldilà questi problemi non li avremo più!

lunedì 30 marzo 2020

Quarantena

Quello che colpisce di più è il silenzio. Mi affaccio sul balcone e guardo la strada sottostante che è una circonvallazione interna e vedo rare macchine passare. Ci sono i giardini sotto le mura, ma a parte qualche cagnolino che deve fare i suoi bisogni c'è il vuoto.
Ieri nel pomeriggio un bimbo di forse due tre anni ci ha strappato un sorriso: evidentemente erano giorni che stava chiuso in casa e ieri la mamma l'ha portato fuori a correre un poco. Si è fatto la salita di legno che porta alle antiche mura di corsa, strillando di gioia.
Ci si alza la mattina e si accende la radio (Radio Capital) che ci terrà compagnia tutto il giorno con la musica e le notizie.
Le notizie. Un bollettino di guerra, dove invece di leggere gli elenchi dei soldati presi prigionieri o morti si leggono i numeri dei contagiati e dei malati che non ce l'hanno fatta.
Quarantena. Anche il nostro pianeta sta facendo la sua quarantena, anzi più che quarantena la chiamerei depurazione. L'inquinamento è "magicamente sparito" sulle zone dove incombeva indisturbato da anni. L'acqua dei Canali di Venezia è diventata magicamente limpida, l'aria che respiriamo è più ricca di ossigeno.
Quarantena.
Ecco la quarantena ha messo in evidenza chi è capace e chi no, chi sa fare e chi sa solo aprire la bocca e dare fiato. Chi è generoso e chi è egoista e ipocrita. Davanti alla paura esce il vero volto delle persone, davanti alla paura si vede chi è coraggioso e chi è pusillanime.
Quarantena...oggi sono 22 giorni che sono chiusa in casa, ma non mi lamento. Anni fa sono stata chiusa per 70 giorni per lo più sdraiata su un letto, dopo un intervento alla colonna vertebrale. Oggi al confronto stare in casa è una passeggiata, posso muovermi, fare quello che voglio, cambiare orizzonti, cambiando la finestra da cui guardare.
E poi non mi annoio, ho da fare un puzzle di 6000 pezzi e non sono neppure arrivata a farne la metà.
Quarantena. Prima o poi finirà e allora dovremo raccogliere le forze, ricominciare a vivere magari con altre priorità, magari dando importanza a quei principi basilari che avevamo seppellito sotto quintali di cose inutili, senza le quali eravamo convinti di non poter vivere.