a me gli occhi

a me gli occhi
Miw - la gatta

lunedì 29 dicembre 2014

uno va....e l'altro arriva

Ma come? siamo già arrivati alla fine dell'anno? ma se è cominciato solo ieri.......già il tempo corre, questi 365 giorni sono passati in un lampo, almeno per me.
L'attività di nonna è stata quella più impegnativa, ma vedere crescere giorno per giorno la mia nipotina, vederla gattonare e poi camminare e correre è stato bellissimo.
Un anno difficile questo 2014 che ha portato problemi a tutti. Ma anche un anno dedicato agli altri, a due bambini in particolare che sono diventati parte della mia famiglia, anche se non sono ancora riuscita a conoscerli di persona.
Un anno che mi ha regalato nuove amicizie che hanno arricchito la mia vita.
Un anno tutto sommato buono, almeno per me.
Fra 48 ore gli auguri voleranno da una bocca all'altra, da una persona all'altra, auguri che mi auguro siano sinceri e non dovuti alla solita ipocrisia del....bisogna farli. Allora comincio subito a fare gli auguri, ma più che gli auguri a ringraziare chi con la sua presenza ha fatto parte di questo anno che sta per finire:
Auguri e Grazie alla mia famiglia che mi appoggia nelle mie decisioni pazze.
Auguri e Grazie di cuore a tutte le nuove amiche faentine Donatella N., Donatella M. Roberta, Valentina, Alessia, Mara, Maria      Teresa, Germana e tutte le altre che mi hanno aiutato ad aiutare Marco e Manuel.
Auguri e Grazie al mio nuovo amico Gianni del quale apprezzo molto ciò che scrive e come lo scrive.
Auguri alle amiche di una vita Anna e Giulia e grazie di continuare a sopportarmi.
Auguri e grazie agli amici di Taormina Carmelita e Antonio che mi hanno adottato come Taorminese.
Auguri agli amici lontani Gil, Judy e Valmir.
Auguri e grazie a tutti coloro che nel mondo trovano il tempo e la voglia di leggere il mio blog.
Ma soprattutto AUGURI E GRAZIE a Manuel e Marco che mi hanno permesso di entrare nelle loro vite, rendendo migliore la mia.


martedì 23 dicembre 2014

Il sorriso

Dice Wikipedia sul sorriso.......
"Il sorriso manifesta serenità, benessere e apertura nei confronti di un'altra persona.
L'espressione viene usata sia per manifestare uno stato emotivo, sia come strumento di comunicazione nel rapportarsi con gli altri. Nel primo caso il sorriso è spontaneo e involontario, compatibilmente con il carattere e le attitudini della persona. Nel secondo caso invece il sorriso è incanalato in un codice di comportamento e può essere dunque semplicemente una forma convenzionale di approccio. Un sorriso può essere dunque più o meno sincero e spontaneo, e non sempre sottintende un atteggiamento di apertura verso l'altro quanto piuttosto l'espressione di un personale stato d'animo."
Sorridere fa bene alla salute, a chi sorride e a chi riceve il sorriso. Lo sapevate che per fare il broncio si mettono all'opera ben 72 muscoli mentre per sorridere solo 12? Quindi sorridere costa poco sforzo, se poi si ride.......
Una risata è un vero toccasana per il nostro corpo: per ridere si muovono ben 80 muscoli e si attivano gli ormoni della felicità. Pensate che ridere di gusto attiva il cuore che pompa il 20% in più di sangue anche nel cervello dove aumenta la distribuzione dei cosiddetti "ormoni del la fel i ci tà" quelli che influenzano l'umore e che continuano a far sentire il loro benefico effetto anche molto tempo dopo che si è fatta la risata. Una risata rilassa, allevia i dolori cronici, abbassa la pressione sanguigna troppo alta e favorisce una respirazione calma e profonda. Attivando così la circolazione vengono favorite anche la digestione e il sonno.
Per questo vi invito a sorridere di più, a ridere di più, perché ci tengo alla vostra salute. Un sorriso regalato anche al primo che incontrate per strada potrà esservi restituito centuplicato, regalando un po' di serenità a voi e agli altri. 
Cominciate la vostra giornata guardandovi nello specchio e regalandovi un sorriso e terminatela poggiando la testa sul cuscino chiudendo gli occhi per dormire ma con un sorriso rivolto alla giornata appena trascorsa. Anche se vi avranno fatto arrabbiare, sorridete, che il domani sarà migliore. 

giovedì 18 dicembre 2014

Caro Babbo Natale.....







.... è arrivato il tempo in cui si scrivono le letterine da spedire al Polo Nord con la richiesta dei regali. Lo so non sono più una bambina e tu sei già così impegnato con i bambini veri che forse ti sto solo facendo perdere del tempo.
Non ti scrivo per chiederti doni, perché io li ho già ricevuti, ho una bella famiglia, sono in salute anche se gli acciacchi degli anni si fanno sentire, ho una splendida nipotina che è la mia gioia, sono circondata da belle persone che mi danno il loro affetto e la loro amicizia. Insieme a loro abbiamo cercato di alleviare i problemi di due famiglie e in compenso ora sappiamo che i loro bimbi Manuel e Marco possono aspirare ad avere un'infanzia normale, per cui non potrei proprio chiederti di più. No, per me non chiedo nulla, caro Babbo Natale, ma se mai tu avessi ancora un posticino nel tuo sacco o un buchino di spazio sulla tua slitta ti vorrei chiedere di portare qui sulla terra alcune cose che da troppo tempo sono sparite. Ecco potresti distribuire un po' di onestà soprattutto su chi governa e di vergogna a quelle persone che si sono approfittate della loro posizione per rubare soldi non loro? Potresti regalare un po' di umiltà a tutte quelle persone che si mettono sul gradino più alto pensando di essere dei padreterni mentre sono solo dei presuntuosi? E naturalmente potresti pensare anche di fare un piccolo rifornimento  di rispetto per chi pensa che chi non è come loro possa essere umiliato senza problemi? Lo so forse ti chiedo molto, ma se tu potessi aggiungere anche un po' più di amore e di comprensione per il prossimo......ecco sarebbe proprio un bel regalo di natale per tutti noi.
Ti ringrazio per tutto ciò che potrai e vorrai fare, la tua "vecchia" bambina
 Maria Luisa


lunedì 15 dicembre 2014

CENTOUNO........

.......già .....come passa il tempo.....sono passati tre anni e poco più e questo è il post numero centouno del mio blog. Quando ho iniziato a scrivere qui l'ho presa come una sfida lanciatami dai miei figli, entrambi supertecnologici che mi hanno proposto di aprire il blog dove magari scrivere dei miei hobbies, postare qualche foto......magari qualche ricetta......cose così, insomma. Vabbhè, mi sono detta che mi costa tentare? Ma cosa ci posso scrivere su questo blog, che quasi quasi non so neppure che vuol dire la parola blog? Mi sono detta, ho i miei ricordi di viaggio, ricordi di vita, ho incontrato persone interessanti, alcune sono diventate perfino dei VIP, Ho vissuto momenti pazzi, momenti simpatici e momenti tristi e poterli mettere nero su bianco forse potrà servire a tirare su il morale o a consolare chi si dovesse trovare nelle stesse situazioni....e poi.....la mia speranza era di raccogliere questi ricordi in una sorta di diario per consentire ad un eventuale nipote di poter conoscere la nonna se mai costei fosse rimasta senza memoria. Così ho cominciato a scrivere. Ora ho la nipotina di quasi due anni e la memoria che ogni tanto fa cilecca, ma non mi preoccupo perché già lei è tecnologica più della nonna e un domani potrà sempre leggere quello che combinava la sua nonna da giovane e conoscermi meglio.
Ho cominciato a scrivere, dicevo, l'ispirazione poteva arrivare così all'improvviso o sollecitata da vecchie foto che riportavano alla memoria ricordi di viaggi, vacanze passate in campeggio, episodi relativi alla vita di tutti i giorni oppure da eventi esterni che solleticavano la mia attenzione facendomi fare delle considerazioni tutte mie che sentivo la necessità di scrivere.
Ma chi avrebbe letto ciò che avrei scritto? Bella domanda! Sicuramente marito e figli e qualche parente stretto .....qualche amico di face book magari...e così ogni volta che scrivevo qualcosa lo condividevo sulla mia bacheca sempre con il timore che qualcuno mi potesse schernire e suggerirmi di smettere......invece....invece il numeratore delle visite ha cominciato a salire sempre di più arrivando a tutt'oggi a superare abbondantemente le 10.000 visite e lasciandomi veramente basita nel constatare che i lettori arrivano da tutto il mondo, non solo dall'Italia, perfino dall'estremo oriente. Mi piacerebbe poter chiedere a questi lettori come sono arrivati ad aprire il mio blog e se è loro piaciuto quello che hanno letto, mi piacerebbe sapere se il tempo che hanno dedicato alla lettura dei miei scritti è stato per loro tempo buttato o no. Forse un giorno o l'altro lo farò, prima devo raccogliere il coraggio per poter affrontare anche tutte le critiche che sicuramente arriveranno. Per ora mi accontento, non so per quanto andrò avanti, spero solo di non diventare mai noiosa o petulante. Per ora dico solo grazie a tutti coloro che leggono e che vorranno continuare a farlo.



mercoledì 3 dicembre 2014

come arricchirsi in 40 giorni o poco più.....

Forse qualcuno penserà che ho trovato la pietra filosofale o che ho scoperto la formula magica per trasformare in oro le cose...no...no....tranquilli, non parlerò di "quel tipo" di arricchimento, ma di come il mio cuore, la mia anima si sono arricchite conoscendo persone meravigliose. Domani 4 dicembre alle 8 del mattino il "mio nipotino adottivo" Marco entrerà in una sala operatoria, dove le mani esperte dei chirurghi dovranno sopperire alla mancanza di una vena importantissima che il suo cuoricino non ha. Fino a pochi giorni fa non sapevo cosa fosse la Tetralogia di Fallot e non sapevo che è una malformazione cardiaca che colpisce i neonati. Marco è entrato nella mia vita così, come prima di lui Sofia e Valentina, attraverso gli amici di Taormina che non si tirano mai indietro quando da aiutare è un bambino. Questa volta l'intervento verrà fatto in Italia a Padova e quindi la sanità italiana per una volta tanto funzionerà, ma come succede troppo spesso i problemi grossi di salute arrivano sempre in famiglie che non hanno grandi disponibilità finanziarie, anzi che non ne hanno proprio e così anche il dover prendere un aereo per andare da Catania a Padova diventa un grosso, un grossissimo problema. Ma si sa che i problemi non arrivano mai da soli. Nello stesso periodo un altro bambino di Taormina, Manuel doveva sottoporsi ad un grosso intervento a Barcellona Come già successo in passato tutto l'entourage di Antonio Fallaci, coadiuvato dalla vulcanica Carmelita Maricchiolo si è messo all'opera. E così mentre loro si attivavano per raccogliere entro pochi giorni la somma che serviva per Manuel io a Faenza mi davo da fare per raccogliere qualcosa per Marco. Ho allestito un mercatino di beneficenza chiedendo ad amiche e conoscenti oggetti da poter elaborare per farli diventare dei regalini per Natale. A questo scopo sono entrata nel gruppo Sei di Faenza se.....senza troppe speranze devo dire, perché pur vivendo da più di 20 anni a Faenza conosco veramente poche persone. Grande è stata la mia meraviglia quando alcune persone di questo gruppo sono arrivate a casa mia con tante cose per il mercatino. La mia sala è diventata un "negozio" dove libri vasi e ceramiche portati da Roberta, giochi per bambini portati da Valentina, i fiori di carta fatti rigorosamente a mano da Donatella, o come i golfini e cappellini per neonati fatti da Elena o gioielli "veri" portati da Alessia si sono uniti ai gufi fermaporta fatti dalla sottoscritta e a centrini all'uncinetto fatti da operose signore amiche delle amiche.......e l'elenco sarebbe lungo. Ho conosciuto queste bellissime persone che non si sono limitate a dare, ma hanno portato amiche a comprare e sono tornate una, due, tre volte. Non sono mancate neppure le opere d'arte di artiste faentine come Marinella e Diva che hanno messo a disposizione i loro bei lavori di Raku o ceramica. Ma quello che mi ha arricchito veramente è stato il loro affetto, la loro fiducia incondizionata per una persona che non avevano mai visto o conosciuto. Quello che mi ha reso veramente "ricca" è stato il loro sostegno per aiutare due famiglie che vivono lontane dalla Romagna e l'affetto che stanno dimostrando tutti i giorni col loro interessamento per questi due bambini che non hanno mai visto, ma che tengono nel cuore. per questo dico GRAZIE a Marinella a Roberta, a Mara a Germana a Mariana ad Anna a Donatella a Maria Luisa a Pierina a Silvana a Giovanna a Marisa a Liana a Daniela a Elena a Stefania ad Anna maria a Giuseppina a Rosanna a Sabrina ad Angela a Elisa a Luciana a Fulvia a Flavia a Valentina a Donatella ad Alessia a Barbara, a Daniela a Gianni a Raimonda a Floriana a Caterina a Veleda a Tonino a Mauro a Elena a Enrico a Marco a Samantha a Paolo a Claudio a Raffaella Viola e Filippo a Maria Teresa e alla mia famiglia che mi ha sostenuta e che è stata "obbligata" a comprare!


domenica 12 ottobre 2014

12 ottobre

Era il 12 ottobre del 1492 quando Cristoforo Colombo sbarcava sulle coste di quella che lui credeva fosse l'India. Quel giorno era iniziata la più grande emigrazione dal vecchio al nuovo continente. Emigrazione che non si fermò a quella che venne poi "battezzata" America del Nord, ma che proseguì con la conquista "nel nome di Dio" dell'America del Sud. Nel Nord America cominciarono a confluire avventurieri, famiglie che cercavano nel nuovo mondo una speranza di vita migliore, delinquenti messi al bando dall'Europa o che per sfuggire alla giustizia fuggivano verso questi nuovi lidi. Nel Sud America la Cattolicissima Spagna sterminò praticamente tutte le popolazioni autoctone perchè aveva scoperto che quei luoghi erano ricchi di oro e argento, come del resto avvenne da parte dei coloni inglesi, francesi, tedeschi nei confronti delle popolazioni autoctone del Nord America.
Quasi ogni famiglia italiana, soprattutto del sud e del Lombardo-Veneto ha storie di emigrazione da raccontare che riguardano nonni, bisnonni partiti per Oltreoceano con la speranza di poter dar da mangiare ai propri figli. Molti di loro hanno continuato a condurre una vita grama, ma molti sono riusciti a emergere dallo stagno della povertà e a diventare famiglie benestanti se non ricche. Abbiamo "esportato" molta brava gente, gran lavoratori, ma abbiamo anche esportato mafiosi, camorristi e delinquenti di ogni genere.
Tutto questo per arrivare ad una conclusione. Non ci meravigliamo se anche il nostro Paese è considerato l'America per chi vive nella miseria, nelle guerre nel sud del mondo. Non ci meravigliamo se con tante brave persone che emigrano da noi ci sono anche delinquenti......noi Europei l'abbiamo fatto per primi cominciando quel lontano 12 ottobre 1492.

domenica 7 settembre 2014

ARGILLA'

La città in cui vivo ormai da diversi anni è conosciuta in tutto il mondo per le sue pregevoli ceramiche, La sua storia inizia molto lontano nel tempo quando, così racconta la mitologia, alcuni coloni attici, dopo aver risalito l'Adriatico, sbarcarono su quel tratto di costa che oggi conosciamo come Ravenna fondando il loro primo insediamento. Si spinsero poi nell'entroterra fondando un altro insediamento favorito dalla vicinanza di un fiume e lo chiamarono Foenzia.
Etruschi, Celti si susseguirono nella dominazione di questo territorio incrocio perfetto per il commercio e gli scambi favorito dall'incrocio del fiume Lamone e la via Salaria (che serviva a portare il sale in Etruria e Campania).
Nel secolo IIa.C., conquistata dai Romani, divenne una colonia di insediamento col nome di Favenzia (Favorita dagli dei) sviluppandosi grazie alla produzione agricola, tessile e ceramica.
Ebbe una storia molto movimentata che oggi ritroviamo in alcune costruzioni e soprattutto nelle ceramiche che il suo Museo Internazionale custodisce con attenzione e amore.
In questi giorni Faenza sta subendo un'altra invasione, un'invasione di arte, cultura, colori allegria: ARGILLA'.

Ogni due anni qui si radunano ceramisti di tutto il mondo che espongono le loro opere con i numerosi ceramisti di Faenza. Quest'anno 160 espositori da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Russia, Gran Bretagna (ospite d'onore), Turchia, Marocco, Giappone, Germania e naturalmente Italia si sono dati appuntamento fra le strade del centro storico rallegrando con le loro opere il lungo week end faentino. Gare di ceramisti (Mondial Tornianti) spettacoli e altre simpatiche manifestazioni riempiono il carnet di questo fine settimana. Faenza si è risvegliata dal suo torpore e si è riversata in Piazza animando le sue strade.

venerdì 8 agosto 2014

A Muntagna

Non c'è siciliano che non ami di un amore viscerale " A Muntagna". E' come la mamma per chi nasce in questa isola baciata dal sole e lambita dal mare. Qualcuno la chiama Mongibello i più la conoscono come Etna. E' il vulcano attivo più alto d'Europa e sicuramente quello che deve avere un contratto con l'Ente Turismo perchè non manca mai di dare spettacolo soprattutto quando sono in arrivo i turisti per la stagione balneare. Anche stasera il suo fiume rosso graffia la notte nera e lassù dove si è aperta la nuova bocca il pulsare della lava sembra il battito del cuore del gigante che domina quest'isola. I suoi rimbombi scandiscono il tempo. Quante leggende hanno scritto nei secoli su questa montagna. Giganti, dei, ninfe, pastorelli sono gli attori che si muovono sulla scena, ma non dimentichiamo che è l'Etna il personaggio principale. Non fa paura la sua attività costante, anzi, dà una certa qual sicurezza che finchè si sfoga nulla di veramente grave può accadere. Alle sue pendici crescono i vitigni migliori che producono un vino inebriante che sembra contenere dentro di sé tutta l'energia e il calore del vulcano. E tutto intorno il mare avvolge questa preziosa e unica terra.




Foto del CorrieredelMezzogiorno.Corriere.it

venerdì 11 luglio 2014

Un compleanno molto particolare

Proprio così, il 4 luglio, quando gli americani fanno i fuochi d'artificio e le parate per l'Indipendence Day, io in Italia festeggio l'età che avanza. Ormai sono 68 i miei compleanni e molti sono stati speciali, ma quello di quest'anno lo è stato un po' di più.
Ricordate quando circa due anni fa vi avevo parlato della raccolta fondi per la piccola Sofia che doveva essere operata in California? Ecco allora si era formato un comitato per la raccolta dei fondi, comitato gestito con mano ferma e grande competenza dal mio caro amico Antonio. La sua fama di correttezza e serietà ormai ha varcato i confini di Taormina e ogni tanto gli giungono richieste di aiuto a favore di bimbi che necessitano di una sola cosa: vivere la loro infanzia nel miglior modo possibile.
Poco più di un mesetto fa, una giovane coppia catanese si è rivolta a lui perchè necessitava di un aiuto economico per affrontare una trasferta particolare e non avendo le condizioni economiche per farcela da soli hanno chiesto aiuto al comitato UN SORRISO PER SOFIA.
Alla fine di luglio la signora darà alla luce, a Padova, due gemellini (un maschio e una femminuccia), purtroppo al maschietto è stata riscontrata la "Tetralogia di Fallot", un serio problema cardiaco che se non venisse trattato subito porterebbe il piccolo Marco a diventare anzitempo un angioletto. Il comitato si è attivato, ma il poco tempo a disposizione non aiuta molto. Allora io ho pensato: quale regalo più bello mi si potrebbe fare per il mio compleanno? La risposta me la sono data da sola: regalare la vita a Marco. Così ho chiesto ai parenti e agli amici di devolvere il loro "regalo" per me a favore del bimbo. Sono stata accontentata, di più direi, sono stata stupita dalla risposta di amiche lontane e vicine alle quali mai avrei chiesto di farmi il regalo di compleanno. Ma quando si hanno persone speciali intorno non ci si deve stupire, perchè loro sanno rispondere sempre sì alle richieste degli amici.

Dimenticavo, se qualcuno di voi che ha la pazienza di leggere queste righe, volesse contribuire, lo può fare.....io gliene sarò eternamente grata.

mercoledì 28 maggio 2014

CAROSELLO

Mi ricordo ancora quando nel 1957 - ero una bambina  poco più che decenne - iniziò Carosello. Allora la pubblicità non era assillante come oggi, non interrompeva le trasmissioni, era limitata a quei dieci minuti serali dalle 20,50 alle 21,00. Ogni prodotto che veniva pubblicizzato aveva pochissimi minuti durante i quali all'interno di uno sketch, spesso molto divertente, veniva reclamizzato il prodotto in questione. Fior di registi e attori hanno lavorato per Carosello e nessuno di loro si è sentito sminuito nella sua arte nel fare la pubblicità, anzi, riusciva ad ottenere una visibilità e un consenso molto larghi tra gente che magari non poteva andare a teatro per vederli recitare.
Vent'anni di programmazione, interrotta solo per eventi drammatici come l'agonia e la morte di Papa Giovanni XXIII o la strage di Piazza Fontana o l'assassinio dei fratelli Kennedy. C'era rispetto allora per gli eventi che colpivano la società, la pubblicità non veniva trasmessa. Oggi invece la pubblicità comanda e non la si può cancellare nemmeno per eventi tragici.
Il 1° gennaio del 1977 Carosello, come tutte le cose belle, finì e molti italiani, se non tutti, si sentirono defraudati di qualcosa. I bambini sapevano che dopo Carosello si andava a nanna e non c'erano capricci che tenessero per stare alzati un po' di più. Jo condor, Calimero, la dolce Susanna, il Caballero furono i  protagonisti di divertenti cartoni animati che riscuotevano successo fra grandi e piccini, tanto che ancora oggi frasi del tipo "ma che ho scritto in fronte? Jo Condor?" o " solo perché sono piccolo e nero" vengono dette in tante occasioni e sono passati quasi 40 anni!
Da qualche mese hanno riproposto Carosello. Un carosello senza dubbio più moderno, ma, secondo me, orfano di quella garbata ironia e di quell'arte che caratterizzarono il primo. E sicuramente senza la magia del....dopo Carosello tutti a nanna.....

mercoledì 30 aprile 2014

IL PONTE DELL' ARCOBALENO

C'e' un posto in Paradiso, chiamato "Ponte dell'Arcobaleno".

Quando muore una bestiola che è stata particolarmente cara a qualcuno, questa bestiola va al ponte dell'arcobaleno.
Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici tanto speciali così che possano correre e giocare insieme.
C'è tanto cibo, acqua e sole, ed essi sono al caldo e stanno bene.
Quelli che erano vecchi e malati sono ora forti e vigorosi. Quelli che erano feriti o storpi sono di nuovo integri e forti, come noi li ricordiamo nel sogno dei giorni e dei tempi passati.
Sono felici e contenti, tranne che per una piccola cosa: ognuno di loro sente la mancanza di qualcuno molto amato, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro...
Corrono e giocano insieme, ma un bel giorno uno di essi improvvisamente si ferma e guarda lontano, verso l'orizzonte. I suoi occhi lucidi sono attenti, trema per l'impazienza: tutto ad un tratto si stacca dal gruppo e comincia a correre, volando sul verde prato, sempre più veloce.
Ti ha riconosciuto, e quando finalmente sarete insieme, vi stringerete in un abbraccio pieno di gioia, per non lasciarvi più. Una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso; le tue mani accarezzeranno di nuovo l'amata testolina e fisserai ancora una volta i suoi fiduciosi occhietti, per tanto tempo lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore.
Allora attraverserete,insieme , il Ponte dell'Arcobaleno....

(traduzione di Alessandra Ori)




Oggi Attilò, il cane di mia cognata, ha attraversato questo ponte. Aveva quindici anni e come tutti i "vecchietti" non riusciva più ad alzarsi da solo perché le sue zampe posteriori non ce la facevano più. 
Chi ama gli animali sa che quando se ne vanno un pezzetto del nostro cuore andrà via con loro, perché è difficile immaginare la nostra casa svuotata della loro presenza, è difficile abituarsi a non avere più le loro manifestazioni di affetto quotidiane. Sono esseri speciali che amano i loro umani di un amore speciale, incondizionato, puro, scevro da ogni calcolo. 
Da cuccioli ci fanno diventare matti con i loro "disastri", con le ripicche e i dispetti, ma ci fanno anche divertire con i loro giochi, la loro voglia di coinvolgerci nella loro giocosità.
Dividono con noi i momenti felici e sanno consolarti nei momenti tristi, capiscono quando hai bisogno di conforto e se sei triste il loro muso si appoggerà delicatamente sulle tue ginocchia e i loro occhioni ti diranno che loro sono lì a proteggerti, a difenderti. Non hanno il bene della parola, ma riescono a dirti tutto ciò che vorresti sentire solo dandoti la zampa o una leggera lappatina sulla mano.
Ciao Attilò, il tuo viaggio verso le verdi praterie sia lieto e lieve sia il tuo dolore per aver lasciato la tua Mamma e il tuo Papà umani, e se per caso incontri Help, il mio amico, digli che è sempre nei miei pensieri come lo è Miw la mia gattona che ti hanno preceduto e...chissà, forse, se noi umani ci comporteremo bene, un giorno ci rivedremo lì sui prati fioriti del PONTE DELL'ARCOBALENO.

martedì 15 aprile 2014

Pasqua e le sue tradizioni

Quando giovane sposa "nordica" sono approdata in Calabria a casa dei suoceri ho scoperto un mondo culinario completamente diverso da quello che avevo conosciuto fino ad allora. Nella mia famiglia la Pasqua veniva festeggiata con il tradizionale agnello al forno con patate e la colomba come dolce, ma in Calabria la Pasqua iniziava molto prima con la preparazione soprattutto dei dolci tipici come la Pastiera, i cuculi (dolci e salati) e la cuzzupa. Già dall'inizio della settimana santa, mia suocera cominciava a darsi da fare a preparare le pastiere (eh, sì, più di una) perchè diceva che per essere buone dovevano "riposare" almeno tre/quattro giorni, poi preparava i cuculi dolci (con pan brioche) e quelli salati con pasta di pane e dentro a tutti ci metteva un uovo sodo sormontato da una croce di pasta a significare la santità dell'evento che dovevano rappresentare. Anche la cuzzupa (una treccia circolare) era guarnita di uova sode. Il sabato santo a pranzo c'era l'immancabile frittata con ricotta e "sasizza" e il giorno di Pasqua l'immancabile "pasta imbottita" con centinaia di micro polpettine di carne, caciocavallo e uova sode seguita dall'agnello o dal capretto al forno con le patate. Alla fine faceva il suo trionfale ingresso la pastiera.
Anche io nel corso degli anni ho imparato a fare questi dolci soprattutto per mantenere queste tradizioni che pur non essendo mie ho adottato volentieri per mio marito. Oggi andrò a compare ciò che serve per la pastiera e anche se a Pasqua saremo soli io e lui la pastiera non mancherà sulla nostra tavola. Chissà se la nipotina apprezzerà questo dolce, spero di sì perchè quando sarà grande dovrà portare avanti la tradizione!

sabato 5 aprile 2014

una piccola parola

Non so perché, ma oggi sto pensando a tutte quelle persone che nell'arco della mia vita hanno fatto cose per me importanti  e alle quali voglio dire GRAZIE.
E' ovvio che i primi da ringraziare siano i miei genitori che mi hanno dato la vita e tutti coloro che fanno parte della mia famiglia, ma ritengo sia importante ricordare  quelle persone che pur non avendo legami di parentela mi hanno dato qualcosa. Per primo vorrei ricordare quel signore, che sprezzante del pericolo, si gettò fra le fiamme dell'auto e mi tirò fuori prima che io diventassi un bell'arrosto. Sono passati tanti anni da allora, ben 51, e il suo nome non lo ricordo più, ma so che devo a lui se la mia vita è continuata ed ho potuto diventare donna, moglie, madre e nonna. Nello stesso periodo di quel brutto incidente c'è stato un amico, Paolo Z., che mi è stato vicino e mi ha fatto sentire una ragazza normale malgrado tutte le mie ustioni che deturpavano viso e mano sinistra. Non mi guardava in viso con compassione, non sfuggiva lo sguardo da quelle brutte ferite, ma mi sollecitava a non compatirmi, ad essere forte, perché io non ero quel viso, quelle ustioni, io ero io, ed ero una persona importante per chi mi voleva bene. Un grazie anche ai miei compagni di classe di allora che non mi hanno esclusa dalla loro vita e che mi hanno aiutata, quando decisi di ritirarmi da scuola e dare gli esami come privatista, a portare avanti il programma scolastico, venendo a studiare con me a casa.
Un grazie lo devo al mio Professore Renato Gelati che mi aiutò in molti modi alla stesura della mia tesi e che non mi trattò mai in modo diverso dai miei compagni di università maschi, come invece succedeva con altri docenti.
Un altro grazie importante lo devo al Dott. Staffa che quasi dieci anni fa mi ha operato alla colonna vertebrale, ridandomi una vita senza dolori.
Un particolare grazie lo devo a colei che più che un'amica ritengo una sorella, Anna G., che, subito dopo il mio trasloco a Faenza, si preoccupò di aiutarmi a conoscere la città, portandomi in macchina a percorrere le strade che avrei dovuto imparare a usare per andare da un punto all'altro di Faenza.
Anna si è poi rivelata una presenza preziosa, soprattutto quando mi bloccavo con i miei dolori alla schiena e lei, a qualsiasi ora del giorno e della notte, se fosse stato necessario, era pronta a correre a farmi iniezioni di cortisone per rimettermi in piedi. Non solo si è anche sostituita a me nel cambiare i pannoloni a mia madre, non autosufficiente, quando io a letto con oltre 40° di febbre non riuscivo a connettere.
Ci sarebbero ancora tanti grazie da dire: preferisco dirne uno solo comprendendo tutti coloro che in un modo o nell'altro fanno parte della mia vita e mi consentono di far parte della loro.
Ma il grazie più sentito lo dico alla mia vita passata che, grazie alle difficoltà alle quali mi ha messo di fronte, mi ha fatto diventare quella che sono, facendomi capire quali sono le priorità, quali le cose veramente importanti e quali le stupidaggini.
.........Dimenticavo! Grazie a tutti voi che continuate a leggermi.

sabato 8 marzo 2014

Giornata internazionale della donna

Da Wikipedia:
La giornata internazionale della donna comunemente definita festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922.

La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York[9], facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini[10], in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica[11]). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857[12], mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.........

Sono passati 105 anni da quel primo Womans day. Da allora sono state costruite le automobili, gli aerei, le navicelle spaziali. Sono state debellate malattie grazie alle vaccinazioni. La tecnologia informatica ci permette di dialogare in viva voce e "de visu" con persone al di là dell'oceano. Le donne hanno potuto votare e farsi aiutare dagli elettrodomestici, ma malgrado tutto ciò, non tutte le donne hanno queste possibilità. In molti paesi tutt'oggi le donne contano meno di zero, sono animali da soma, trattate come schiave senza rispetto alcuno. 
Certo, direte voi, si tratta di popolazioni del terzo mondo dove la povertà la fa da padrona.
Ma voi siete sicuri che nei cosiddetti paesi civilizzati le donne abbiano raggiunto la parità di diritti con gli uomini?
Siete sicuri che nei cosiddetti paesi civilizzati le donne vengano rispettate dai loro uomini? E' di oggi la notizia che tre donne sono state uccise dai loro uomini qui in Italia e non voglio pensare a quante donne oggi è stata tolta la dignità o la vita stessa.
Dovrà passare ancora molto tempo, temo, prima che uomini e donne siano allo stesso livello di diritti e doveri. Dovrà passare ancora molto tempo prima che uomini e donne capiscano di essere semplicemente persone.

sabato 22 febbraio 2014

ed è passato un anno!

Il tempo vola. E' già passato un anno da quando è nata la mia meravigliosa nipotina. Un anno di piccole conquiste quotidiane, di sorrisi, di faccine buffe, di pernacchiette, di baci dati all'aria, di corse a gattoni sotto il lettone e sotto i tavoli, di piccoli primi passi fatti spingendo la sua "bruuuummmmmm". Un anno di cambi pannolino e di culetti all'aria, di calzine tolte e rimesse, di passeggiate spingendo il passeggino, di biscottini sgranocchiati e impiastricciati sulle tutine, di pappe, di biberon, di oggetti e giochini buttati a terra e di torri fatte con i cilindri colorati prontamente fatte cadere.
Un anno di passeggiate in corridoio cullando e cantando canzoncine stupide per farla addormentare.
Un anno meraviglioso. Buon Primo compleanno Federica.


martedì 18 febbraio 2014

Contrattazioni......indiane

Durante il mio viaggio in India ho dovuto contrastare il fatto di essere donna e di dover essere solo io a contrattare gli acquisti visto che mio marito non sa parlare inglese.
Per gli usi e costumi di quel paese, le donne non hanno voce e soprattutto non vengono prese in considerazione. Ad esempio quando arrivavamo in un hotel per alloggiarvi, i portieri (se così vogliamo chiamarli) che stavano davanti alla porta d'entrata con le loro bellissime uniformi, si precipitavano ad aprire la portiera della macchina a mio marito, mentre io me la dovevo aprire da sola, oppure quando eravamo al ristorante, prima servivano mio marito e poi me. Naturalmente si scandalizzavano del fatto che fossi io a chiedere il conto e a pagare, perchè per loro era inconcepibile dover trattare con una donna e lo facevano proprio di malavoglia.
Un giorno dopo aver fatto tutte le visite di dovere nei vari punti interessanti da vedere, ci siamo fatti accompagnare dalla guida che avevamo assunto per quel giorno, da un artigiano argentiere per acquistare dei monili in argento da portare poi come regali ai nostri cari.

Entriamo in una casa all'apparenza buia e povera e ci fanno accomodare in un grande locale dove su un enorme tappeto vediamo una montagna di monili finemente cesellati. A mio marito viene offerta una comoda poltrona e a me uno sgabello, poi del te alla menta e rivolgendosi sempre a mio marito cominciano a sciorinare collane, bracciali, orecchini. Naturalmente mio marito si rivolge a me e fa capire ai nostri ospiti che è con me che devono trattare. Aveste visto le loro facce! Loro malgrado cominciano a farmi vedere gli oggetti e io scelgo. Poi pesano il tutto e sparano una cifra: 400 euro! Io li guardo e dico NO! e ribatto 50 euro....la trattativa va avanti, io non cedo e aumento solo di pochi euro per volta mentre loro cominciano a scendere di prezzo, fermandosi a 200 euro. Faccio la faccia disgustata e faccio la mossa di alzarmi e andare via. Loro continuano a guardare mio marito con una espressione del tipo......ma tu che ci stai a fare? permetti a questa femmina di decidere? Mio marito se la godeva un mondo e faceva fatica a stare serio. Alla fine li guardo e dico "101 euro ...with good luck" e chiudo la trattativa. Hanno dovuto cedere e sapete perchè? Perchè per loro una cifra che inizia e finisce con il numero 1 porta fortuna e non si può contestare.
Naturalmente questa cosa dell'uno me la aveva spiegata molto bene il nostro autista Mahendra chiedendomi di non dire assolutamente a nessuno che me la aveva rivelata lui!






giovedì 6 febbraio 2014

La sedia a dondolo



Era la fine del 1976 e io e mio marito ci eravamo appena trasferiti da Milano a Vimodrone in un appartamento inserito in una palazzina che con altre 33 costituivano il Quartiere Mediolanum. Io ero già in maternità, aspettavo il mio primo figlio e avevo fatto quel trasloco col pancione. La nostra nuova casa era più grande della precedente e avevamo anche la camera per il pupo. Naturalmente il nostro arredamento era ridotto all'essenziale perchè soldini per arredare come avremmo voluto ce ne erano pochini.
Nello stesso Quartiere si erano trasferiti qualche mese prima di noi una coppia con figli che avevano abitato nella stessa casa dei miei genitori e ogni tanto ci incontravamo a fare due chiacchiere.
Una sera ci avevano invitato a prendere un caffè da loro e noi mentre arrivavamo al loro portone avevamo notato che sul balcone avevano messo, tutto imballato nella plastica, un dondolo di legno.
Saliti da loro ci mettiamo a chiacchierare del più e del meno. Se non ricordo male il nome, Francesca mi dice che deve fare ancora un sacco di spesucce come ad esempio prendere un servizio da caffè che stia bene anche come colore con la nuova cucina. Io allora le dico: "senti tra i regali di nozze che ho ricevuto, ho un servizio di caffè che fa il caso tuo, io non lo uso perché me ne hanno regalato ben tre di servizi, che ne dici lo vuoi?". Poi cambiando argomento le chiedo...." ma quel bel dondolo che hai sul balcone non ti si rovina lasciato fuori con tutto questo umido?" e lei: " che ci vuoi fare, non sappiamo proprio dove metterlo!" e io:" beh io lo so! nella stanza del bimbo a casa mia! " E fu così che avvenne il baratto: un dondolo contro un servizio completo da caffè.
Su quel dondolo ho passato ore a ninnare i miei figli ed ora è di grande aiuto alla mia schiena quando devo far addormentare mia nipote.


domenica 2 febbraio 2014

Una gita in.....cammello!

Il viaggio che con mio marito abbiamo fatto in India nel 2007 ci ha portato a fare esperienze nuove come cavalcare il cammello per recarci nel Deserto  del Thar nella parte più a nord del Rajasthan ai confini del Pakistan.
Non era la prima volta che montavo su un cammello, già l'avevo fatto in Egitto, ma questa gita alla scoperta del deserto, delle sue dune e della vita che comunque esiste nella sabbia è stata più lunga e impegnativa. ogni turista saliva su un cammello che insieme a lui avrebbe portato in groppa anche chi l'avrebbe "guidato". Dietro di me a reggere le redini c'era un ragazzino perché io ero una donna e come tale
era disdicevole che fosse portata sullo stesso cammello da un uomo adulto, mentre mio marito aveva come guida un indiano adulto il quale chiese a mio marito quanti anni avesse e saputa l'età gli fece capire che era la stessa di quella di suo padre e che perciò era......vecchio! Così, visto che era "vecchio" (all'epoca non aveva ancora 60 anni) gli massaggiò per tutto il tragitto le spalle e la schiena. In effetti in India una persona della nostra età era veramente vecchia, dimostrava decisamente molti più anni di noi, come la mamma della nostra guida e autista, Mahendra che incontrai nel loro villaggio: aveva un anno meno di me ma ne dimostrava trenta di più.
La vita difficile e il lavoro pesante a cui sono sottoposte
soprattutto le donne, le fa invecchiare precocemente.
Quel giorno purtroppo tirava vento, che alzava la sabbia con raffiche improvvise facendoci un peeling naturale sulle parti di pelle scoperte. Anche il famoso tramonto nel deserto che era la meta finale di quella gita non è stato bello come nelle previsioni perché il sole era offuscato dalla sabbia che volava.
E' stata comunque un'esperienza interessante e cavalcare un cammello è tutto sommato facile e divertente: l'unica controindicazione è per chi soffre di mal di mare.....il dondolio c'è e si sente!
le dune
                       Turisti in attesa del calar del sole
tramonto
  la vita animale del deserto si nasconde tra la sabbia

venerdì 24 gennaio 2014

I puzzle

Se c'è una cosa che mi piace fare sono i puzzle, ne ho fatti molti e non mi accontento di puzzle piccoli, come minimo devono avere 1000 tessere, ma i miei preferiti sono quelli da 3000 pezzi da incastrare con pazienza.
Ne ho fatti molti, dicevo, e ne ho regalati molti, anzi quasi tutti, tutti meno uno che mi è stato regalato per il mio onomastico da mia figlia il 12 settembre di un anno che tutti ricordano molto bene: il 2001. Il giorno prima le Twin Towers erano state colpite e abbattute da due aerei. Quel giorno, anzi quel pomeriggio ero andata presto dal parrucchiere e alle 15,30 ero tornata a casa. In cucina il televisore era acceso su quello che io credevo fosse uno dei soliti film catastrofici e mia figlia e una sua amica erano letteralmente incollate allo schermo quasi senza respirare. Avevano una espressione strana, stupita e nello stesso tempo spaventata. Mi ricordo che chiesi loro che stessero facendo e mia figlia, senza staccare lo sguardo dal televisore, mi disse a bassa voce...."hanno fatto un attentato alle Torri Gemelle a New York.......sono morti tutti......migliaia di persone......" Non ci potevo credere, rimasi di sasso.
Le immagini continuavano a venire rimandate in onda, le urla, la polvere il fuggi fuggi di chi era lì vicino attanagliavano il cuore e lo stomaco.
L'indomani era il mio onomastico e mia figlia tornò a casa con un dono: una scatola piena di tessere da incastrare con pazienza e con....amore: era un bellissimo puzzle e il soggetto erano proprio le Torri Gemelle. Nel bigliettino di auguri che accompagnava la scatola mia figlia scrisse: così potranno restare nella nostra memoria.
Mi sarebbe piaciuto che come il mio puzzle si fossero potuti ricomporre tutti i "pezzi" di quella giornata, che le persone che ora non ci sono più, potessero essere ritrovate e consegnate alle loro famiglie, invece molti sono stati letteralmente polverizzati, evaporati. Guardo il mio puzzle che è alle spalle della mia scrivania e invio un pensiero a chi è stato privato della vita in modo così atroce.


sabato 18 gennaio 2014

il fascino di una maschera di pizzo nero





Eh sì, è proprio vero una maschera di pizzo nero è intrigante, affascina e incuriosisce........per me quel carnevale del 1965 è stata l'arma per prendere un po' in giro i "maschietti italiani".
Ma andiamo per ordine.
Erano passati due anni dall'incidente che mi aveva regalato un po' di cicatrici e trapianti di pelle e ancora faticavo a frequentare i miei coetanei andando alle feste danzanti che si organizzavano per carnevale. Mia cugina, però, mi aveva convinta ad andare a Verona e ad accompagnarla ad una festa di carnevale di suoi amici. Ma sì, mi sono detta, è ora che esci dal tuo guscio e affronti il mondo (e le domande scomode riguardanti le mie cicatrici). Preparata la mia valigetta con il necessario per la mia permanenza a Verona dagli zii (compreso un abito elegante di chiffon color verde acqua) parto per Verona.
D'accordo con mia cugina mi faccio passare per una sua non ben precisata amica inglese in visita in Italia, che naturalmente non capisce una parola di Italiano, e mi invento lì per lì una vita non mia. Indosso il mio bel vestito di chiffon, mi acconcio i capelli in modo che le cicatrici del viso non si notino troppo e mi metto una bella maschera di pizzo nero a coprire la parte superiore del volto. In quel periodo frequentavo una scuola di Inglese, la British Council e devo dire che parlavo più che discretamente e con ottima pronuncia quella lingua.
Andiamo alla festa e io entro nella parte. Mia cugina mi presenta a tutti e io porgendo la mano dico "nice to meet you".
Naturalmente i vari ragazzi presenti erano molto incuriositi dalla sottoscritta e facevano a gara per cercare di spiaccicare qualche parola di inglese con me, chiedendomi dove vivessi, cosa facessi e quanto sarei rimasta in Italia. Poi come da prassi si scambiavano tra loro battute piccanti e un po' stupidine riferendosi alla sottoscritta che, imperterrita, faceva la faccia di chi non capisce.
Il gioco è andato avanti per un paio di ore, poi verso la mezzanotte mi sono tolta la maschera e davanti alle loro facce stupite, in perfetto italiano, ho detto: beh, ora sono stanca di fare l'inglese, torno ad essere italiana.
Le loro facce sono passate dal sorriso al rossore pensando a quello che si erano detti sicuri che non li capissi e io devo dire che mi sono divertita un sacco a guardarle e a dimostrare loro come diventavano dei "provoloni" appena erano in compagnia di una "straniera".






























domenica 12 gennaio 2014

I miei migliori amici: i libri



Ogni volta che ho dovuto traslocare, e sono state parecchie le volte, l'unico momento in cui ho sentito protestare chi doveva spostare i cartoni con la mia casa imballata dentro, è stato quando gli addetti dovevano sollevare gli scatoloni dei libri. "Ma signora, cosa ci ha messo dentro? mattoni?"
Beh se li vogliamo chiamare mattoni a me va bene perché penso che i libri siano i mattoni della cultura, mattoni che costruiscono muri di cultura che invece di chiudere qualcosa dentro di loro, aprono porte su vasti orizzonti.
Libri.
Quanti libri ci sono in casa mia: Enciclopedie tecniche, scientifiche, letterarie, filosofiche, romanzi di tutti i generi, da Asimov passando per Alliende,  Brown, Cussler, Follett, Eco, Sepulveda, Marquez...Smith .per arrivare a  Zafron passando per tutte le lettere dell'alfabeto, ordine da me scelto per tenere in ordine i libri.
In casa leggiamo tutti, mio marito, io e i miei due figli anche se ora i miei figli, vivendo nella loro casa, hanno le loro biblioteche che contemplano anche raccolte di fumetti d'autore.
Certamente ci siamo evoluti anche con l'uso degli e-book, ma io preferisco comunque avere in mano il libro cartaceo, sentire col tatto le pagine, odorare il profumo della carta stampata
Ormai a Natale mio marito sa cosa mi deve regalare......libri!
Ci sono autori che mi piacciono talmente tanto che ho riletto le loro opere tre volte, come Asimov del quale credo di avere tutto ciò che ha scritto, autori che leggo per rilassarmi come Cussler o Smith, autori che leggo quando ho voglia di impegnarmi come Eco o Marquez, autori che mi fanno sentire la nostalgia del Sud America come Coloane o Sepulveda.
Amo i libri, li rispetto, guai a chi me li sciupa con orecchie piegate per segnare dove si è arrivati a leggere, ne sono gelosa, non li presto molto volentieri e se lo faccio li presto solo a chi so che li tratterà bene e che me li restituirà integri come li avevo dati io.
Anche quando lavoravo all'Agip Mineraria gestivo la documentoteca, libri, riviste del settore, Gazzette Ufficiali, Carte e Atlanti di tipo geologico o carte aeronautiche, documenti relativi ai pozzi petroliferi, e non mi dispiaceva riordinare i libri e persino spolverare i ripiani metallici che li ospitavano. Ero diventata l'incubo di tutti i colleghi di altri Servizi e Uffici perché quando decisi di ritrovare tutti quei libri che erano stati chiesti in prestito e non erano mai stati restituiti, mi vedevano arrivare con lo stesso piglio di un agente di polizia che cerca indizi nelle scrivanie e negli armadi e non si arrende finché non trova la prova ......il libro "disperso".
Sul mio comodino c'è sempre un libro: la sera quando vado a letto mi piace leggere qualche pagina finché gli occhi non si chiudono e le righe si confondono, allora metto un bel segnalibro tra le pagine e spengo la luce.
Anche ora c'è un libro che mi aspetta: un poliziesco scritto dal mio autore italiano preferito: Camilleri e visto che è tardi chiudo il computer e auguro la buona notte che....Montalbano mi aspetta.



martedì 7 gennaio 2014

L'Epifania......

.....tutte le feste le porta via! Questo il detto che si sente oggi, giorno dell'Epifania, ultimo giorno di festa che chiude il periodo natalizio. Il significato religioso di questa giornata è "manifestazione della divinità" e si riferisce alla presentazione di Gesù, nato da pochi giorni, ai Magi venuti da lontano che porteranno al mondo la notizia della sua venuta.
In moltissime regioni italiane la notte precedente l'Epifania vengono fatti bruciare dei falò che simboleggiano per alcuni purificazione o consacrazione, per altri bruciare l'anno vecchio per far posto a quello nuovo, per altri ancora poter prevedere come saranno i raccolti a seconda di dove andranno le faville.
A Faenza, città dove vivo attualmente, la notte precedente l'Epifania si festeggia la Nott de' Bisot. Un enorme fantoccio con le sembianze di Annibale, guerriero saraceno, viene bruciato in Piazza del Popolo e a seconda di dove cadrà la sua testa si faranno previsioni sul Rione che vincerà il Palio del Niballo nell'ultima settimana di Giugno.



Annibale su un carro trainato da buoi arriva in Piazza, vestito dei colori del rione che ha vinto l'ultimo palio e verrà dato alle fiamme da un rappresentante, vestito in costume medioevale,  di detto rione. Stand gastronomici dei cinque rioni daranno da mangiare  specialità romagnole e da bere il famoso Bisot (vin brulè) ai partecipanti alla festa. 
Io non posso partecipare alla Nott de' Bisot, perchè da buona Befana sono impegnata a volare con la mia scopa e a portare doni o carbone a tutti, ma quest'anno ho fatto in modo di far cadere la testa di Annibale nello spazio del rione in cui vivo: il Rione Giallo. Mi raccomando non lo dite a nessuno altrimenti i Rionali più arrabbiati degli altri rioni potrebbero bruciarmi la scopa!