a me gli occhi

a me gli occhi
Miw - la gatta

lunedì 30 dicembre 2019

meno 3...2...1...

Non ho scritto la letterina a Babbo Natale e non la scriverò alla Befana, tanto possono ben poco contro la stupidità, la cattiveria e la totale mancanza di umanità che stanno dilagando dappertutto. Chiederò solo al nuovo anno, se è possibile, di riportare un po' di orgoglio, di dignità, di onestà in coloro che continuano a proclamarsi cristiani cattolici, italiani onesti, e che invocano sempre il "prima gli italiani": ecco proprio  gli italiani per primi devono mettersi una mano sulla coscienza e onestamente guardarsi dentro. Chiederò all'anno nuovo di far riscoprire quanto sia importante la cultura e soprattutto il sapersi informare senza paraocchi e da più parti, perchè ormai ne leggo troppe di cretinate. Chiederò all'anno nuovo di mandare in black-out internet almeno per un mese, che la gente ricominci a guardarsi intorno e scoprire che al di fuori dello schermo di un cellulare ci sono PERSONE, NATURA, VITA che richiedono la loro attenzione. Chiederò all'anno nuovo che si riscopra il rispetto verso gli altri dove con altri comprendo tutto. 
Credo di aver chiesto troppo, povero anno nuovo, ogni anno è così noi gli chiediamo l'impossibile e ci dimentichiamo sempre di fare quello che invece rientra nelle nostre possibilità.


  BUON 2020

giovedì 23 maggio 2019

I giaggioli





Vi è mai capitato di vedere un oggetto, un colore, un fiore e fare tutta una catena di pensieri che vi riportano al passato? Bene oggi mentre aspettavo l'orario di apertura della scuola materna di mia nipote mi è caduto l'occhio su un cespuglio di giaggioli fioriti e la mente è partita per un viaggio nel passato.
I giaggioli erano i fiori preferiti della Signorina Adele, la nostra padrona di casa a Villasanta negli anni 50, Erano tutti ben piantati lungo il muro di recinzione del cortile dove noi bambini che abitavamo lì andavamo a giocare. A maggio cominciavano a fiorire e riempivano il cortile di quel bel colore violetto intenso. Noi bambini, dovevamo stare molto attenti a non sciupare quei fiori che la signorina Adele, altrimenti, ci sgridava e ci impediva l'accesso al cortile per giocare.
La Signorina Adele.
Noi la vedevamo un po' come una strega, una che all'occorrenza ci avrebbe trasformato in tanti ranocchi e topolini. Ne avevamo timore. Stavamo ben attenti con i nostri giochi a non strillare, non fare confusione, in compenso potevamo giocare in cortile.
La Signorina Adele era una bravissima ricamatrice. Faceva dei pizzi stupendi, grandi, enormi a filet, quello vero, quello che prima devi fare la rete e poi riempire i buchi della rete con ago e filo.
Avrò avuto 9 anni e un'estate la Signorina Adele mi permise di salire a casa sua (abitava sopra di noi) e mi mostrò gli enormi telai che si era fatta costruire e sui quali erano fissati i suoi lavori. STUPENDI! Restai incantata. Allora mi chiese se mi sarebbe piaciuto imparare a fare un centro di filet. Io credo di aver sgranato gli occhi e detto si semplicemente abbassando il capo, che la voce mica veniva fuori.
Allora mi mise a sedere davanti alla spalliera di una sedia e mi insegnò a preparare la rete col filo perlè bianco, rete indispensabile se si voleva poi creare un centrino. Passai l'estate a fare reti, a maglie piccolissime e divenni brava, mi sentivo importante. Poi, come tutti gli anni, andai a passare un mese di vacanza a Verona a casa degli zii.
Io ero quella che arrivava sempre con novità e non vedevo l'ora di vantarmi coi miei cuginetti del fatto che avessi imparato a fare la rete del filet.
Non l'avessi mai fatto! Passai il mese di vacanza veronese a fare reti per il bilancino di mio cugino che andava a pescare sull'Adige col suo amico Walter e che puntualmente riusciva a rompere un giorno sì e uno no.
Sapete cosa succede quando ti costringono a mangiare tutti i giorni i profiteroles anche se non ne hai voglia? che poi non li puoi più vedere i profiteroles, ecco io ho smesso di fare reti e ora non mi ricordo assolutamente più come si faccia a farne una.


giovedì 25 aprile 2019

25 APRILE - Liberazione

Oggi 25 Aprile si festeggia il 74° Anniversario della Liberazione.
Liberazione...
Ma siamo veramente liberi? Siamo liberi di esprimere le nostre idee, questo sì, ma a mio parere non siamo liberi veramente. Finché non ci libereremo di quelle piccole grettezze quotidiane, di quegli egoismi, di quei pensieri di superiorità verso gli altri, finché non ci libereremo di quei campanilismi stupidi che ci fanno litigare tra rione e rione, città e città, squadra di calcio e squadra di calcio arrivando anche all'uso della violenza, NO NON SAREMO LIBERI.
Tutte le guerre iniziano così, con qualcuno che vuole imporre la sua supremazia sugli altri.
Quando ci saremo "liberati" da quelle grettezze, da quegli egoismi, da quei pensieri di supremazia, allora capiremo il vero significato di Liberazione e impareremo ad essere veramente liberi.

sabato 19 gennaio 2019

3 per 1

Leggendo vari commenti sui social a proposito delle pensioni ricche per taluni e scarse per altri, mi è tornato in mente un episodio di una decina di anni fa.
Mi trovavo a Giardini Naxos in spiaggia e vicino al mio ombrellone era arrivata una famigliola composta da madre, padre e due bambini. Sentendo un accento a me noto, ho "attaccato bottone" con la signora che in quel momento era rimasta sola mentre il marito e i figli facevano il bagno.
"Mi scusi, ma voi da dove venite? il vostro accento mi è famigliare".
"Da San Donato Milanese" rispose la signora.
Un grande sorriso mi illuminò la faccia! Perbacco io avevo lavorato per qualche anno a San Donato in un ufficio dell'Agip Mineraria. Ovviamente lo raccontai alla signora, che meravigliata mi rispose: "Anche mio marito lavora lì!": Nel frattempo era tornato il marito e così parla tu che parlo io, abbiamo scoperto che entrambi, io anni prima, lui in quei tempi stavamo parlando dello stesso Servizio CEDI (Centro Informazione e Documentazione): incredibile! Naturalmente ho chiesto come stavano i miei ex colleghi, citandone nome e cognome e lui mi ragguagliò sulle vicende di ognuno di loro. Poi quasi con timore mi chiese: "ma lei come si chiama?". Gli dissi il mio nome e lui con grande sorpresa mi rispose: "Pensi che coincidenza, io e altri due colleghi (tutti e tre geometri) siamo stati assunti al suo posto rimasto vacante".
Ecco a distanza di tempo ho fatto questo pensiero: per sostituire una laureata in geologia sono serviti tre geometri. Tornando alle pensioni. Io la pensione non l'ho mai potuta percepire, in compenso ho regalato all'INPS 12 anni e mezzo di contributi da laureata con carriera programmata. Credo che se avessi continuato a lavorare a quest'ora la mia pensione sarebbe stata di tutto rispetto, sicuramente sarebbe stata definita una pensione d'oro. In compenso al posto di una sola pensione ora l'INPS ne dovrà versare tre. La conclusione? quelli che continuano a parlare di tagliare le pensioni d'oro, o che quelli che percepiscono più di 3500 Euro dovrebbero darne una parte a chi di pensione ne percepisce molto meno, dovrebbero anche pensare che chi ha una pensione del genere è perchè ha versato contributi molto salati, su quello stipendio ha pagato più tasse e molto spesso si è fatto un "mazzo tanto" per fare carriera, ha dovuto studiare, impegnarsi e dimostrare di assumersi delle responsabilità. Io nel mio piccolo ho regalato un bel mucchietto di lire che probabilmente sono servite a pagare pensioni "sociali" a chi, magari, non ha versato mai contributi e ha lavorato in nero non pagando nemmeno le tasse.

lunedì 14 gennaio 2019

SLOW o FAST?

Ormai la vita di tutti è improntata sulla velocità, velocità nel fare un pasto, velocità nello spostarsi da un luogo ad un altro, velocità nel leggere notizie, velocità nel giudicare fatti e persone.
Un pasto veloce (fast-food) può essere indispensabile quando si hanno intervalli ristretti negli orari di lavoro da dedicare al pranzo, perché in quello stesso breve intervallo si vogliono fare altre cose oltre che un pasto. Si finisce così per mangiare il più delle volte cibo "spazzatura" che non fa certamente bene al nostro organismo, caricando di grassi e di altre cose nocive il nostro metabolismo. Da ciò l'aumento di infarti, di gastriti, di ulcere, quando va bene.
La velocità negli spostamenti è utile per chi, soprattutto per lavoro, deve spostarsi da una città all'altra o da una parte all'altra della città, ma se non ci sono mezzi pubblici validi e frequenti, si usa la propria automobile e spesso si sopravvalutano le proprie capacità di autista ignorando limiti di velocità, precedenze e altro, per non parlare di chi si mette alla guida in condizioni tutt'altro che ottimali perché ha bevuto o peggio ha fatto uso di sostanze eccitanti o droghe.
Passando alla comunicazione, la velocità con cui vengono diramate le notizie è in tempo reale, solo che è diventato normale fermarsi ai titoli e non leggere tutto l'articolo, oppure non prendere in considerazione che chi (soprattutto sui social) posta notizie non sempre sia veritiero. Ci sono persone che addirittura fabbricano notizie false e riempiono le bacheche di tutti con le fake-news. La velocità con cui poi queste vengono condivise in rete è virale, molto più di un'epidemia di morbillo.
Nello stesso tempo chi commenta lo fa in velocità senza soffermarsi a pensare e altrettanto velocemente critica e giudica gli altri che magari non la pensano come lui/lei. Si arriva a offendere persone che non hai mai visto in vita tua e che probabilmente mai incontrerai sulla tua strada, però l'importante è rispondere, offendere, denigrare.
Ecco io vorrei che tutto tornasse un po' più lento in questo vortice che è diventata la nostra vita, che ci si regalasse più tempo per fare un pasto, magari chiacchierando affabilmente con chi ci sta di fronte, invece di guardare un cellulare, che quando si esce di casa per un appuntamento, ci si ricordasse di concedersi qualche minuto in più per il tragitto, uscendo di casa prima, non all'ultimo momento. Vorrei che si imparasse a leggere una notizia, magari da più fonti o cercare per quella notizia una fonte ufficiale, prima di condividerla per poi scoprire che è una bufala che danneggia gli altri e anche chi la condivide. Vorrei che prima di commentare, di offendere, di denigrare qualcuno, ci si fermasse un attimo a pensare che quel qualcuno è un altro te stesso e che tu che offendi, denigri, critichi ti offendi quando altri lo fanno a te. Ecco vorrei poter vedere il tempo rallentare un pochino, quel tanto che basta per riacquistare un po' di umanità.