Sono giorni davvero difficili, giorni in cui ti rendi conto che se un pazzo decidesse di premere un pulsante (che nell'immaginario è rosso) probabilmente il mondo che conosciamo in pochi minuti cesserebbe di esistere.
Sono giorni in cui tutte le nostre certezze non sono più tali.
Sono giorni in cui ci rendiamo conto che forse ci siamo talmente adagiati nelle nostre comfort zone che non ci accorgiamo che tutto questo comfort è talmente fragile che può sparire da un giorno all'altro.
Negli ultimi 70 anni abbiamo voluto migliorare sempre il nostro tenore di vita, acquistando elettrodomestici, automobili, magari a rate lunghe una vita, ma "dovevamo" avere l'ultimo modello di questo e di quello. Abbiamo abbandonato il duro lavoro nei campi, preferendo quello nelle fabbriche, più sicuro certamente, ma altrettanto certamente più alienante. Abbiamo abbandonato piccoli paesini abbarbicati sui monti desertificando quei terreni vicini dove i nostri avi avevano coltivato frutta, verdura, allevato galline e maiali, per poter andare a vivere in città, perché là c'era più vita, più divertimento, più negozi dove scegliere il capo più alla moda. Tanto il grano che serviva a fare il pane o il gas che serviva a farlo cuocere o la benzina che serviva a trasportarlo nei supermercati la si poteva comprare in altri paesi, magari a minor prezzo perché in quei paesi più poveri del nostro la manodopera costava di meno.
In questi anni noi abbiamo privilegiato il mondo del consumismo, quello del divertimento, abbiamo privilegiato in sostanza gli "optional" dimenticandoci delle cose veramente importanti.
Poi come in ogni storia che si rispetti arriva il momento in cui i nodi arrivano al pettine e bisogna cercare di diventare più responsabili, più accorti, più parsimoniosi e renderci conto di quali siano veramente le cose basilari che sono indispensabili e quelle di cui si può fare a meno.
E ci arriveremo a tornare sui campi a zappare se vorremo avere pane da mettere nella pancia. Il guaio è che in troppi vivono la loro vita attraverso lo schermo di un cellulare e non riescono a vedere la vita vera che li circonda.
Alexa prima o poi ci dirà che è stanca di accendere la luce, mettere la musica che chiediamo, accendere o spegnere il televisore al posto nostro e quel giorno sarà il caso che ci ricordiamo come si fa.
Quando arriverà il momento in cui anche l'energia di una pila sarà così costosa da dover scegliere se continuare a rimbecillirsi sui social o avere un panino da mettere sotto i denti, allora forse torneremo ad essere umani con tutti i nostri pregi e difetti, ma umani e consapevoli. Almeno lo spero.