certo che matta sono matta: mettersi alla mia età a fare un blog, che quasi quasi non so neppure che vuol dire la parola Blog. Ma io ci provo: sono o non sono veronese? e i veronesi si sa...son tutti matti! Magari sarà la volta buona che metterò nero su bianco i ricordi, le esperienze fatte. Chissà? Incrocio le dita!
venerdì 22 febbraio 2013
Vi presento.........
la mia bellissima nipotina Federica, nata questa notte alle 3.48. Pesa 3.33 kg ed è alta 50 cm.
Ore 6.50....si spalanca la porta della mia camera da letto e mio figlio annuncia: BUON GIORNO NONNI!!
Come Nonni? eh già, durante la notte mio figlio e la moglie zitti zitti si erano fatti tutto il travaglio e alle tre del mattino con passo felpato se ne erano andati in ospedale.....giusto in tempo per far nascere questo splendore. Una bimba paffutella, dormigliona che ha rincretinito il padre fin dal primo vagito. Non avrei mai immaginato di vedere lo stimato informatico cambiare il pannolino e pulire il culetto alla neonata con la stessa perizia con cui crea programmi informatici, eppure è accaduto: oggi le nonne si sono divertite un mondo a guardare lo spettacolino attraverso il vetro della nursery facendo scommesse se ce l'avrebbero fatta a cambiare la piccola di tutto punto. Beh devo dire che Federica (vista la poca sicurezza paterna nell'infilare le maniche della tutina) a un certo punto ha allungato le braccine come a dire...dai papà infila che sto prendendo freddo.
Se tanto mi da tanto, tra una settimana si vestirà da sola!
Benvenuta piccola, sai faccio un po' di fatica a pensarti come Federica (e non solo io) visto che per un sacco di mesi i tuoi "cari" genitori avevano fatto a tutti il lavaggio del cervello con il nome Fujiko......Ormai l'avevo accettato questo nome strano e ora....beh vorrà dire che dovrò abituarmi al tuo vero nome. Spero che tu stia continuando a dormire perchè la tua mamma ha bisogno di sonno, ma nel caso fossi sveglia, mandami un messaggino sul cellulare di mamma che ti vengo a cantare la ninna nanna.
giovedì 21 febbraio 2013
Viaggio alla Fin del Mundo
Quando nel 2008 andammo per la prima volta in Argentina, non ci facemmo sfuggire il viaggio in treno più breve che ci sia, quello sul Tren del Fin del Mundo. Arrivati in aereo da Buenos Aires a Ushuaia avevamo fatto un balzo dal caldo estivo della Capitale al freddo "estivo" della Tierra del Fuego e dopo aver fatto tutte le gite avventurose su gipponi alla scoperta dei boschi e dei laghi l'ultimo pomeriggio prima di ritornare al Nord ci facemmo portare alla Estacion de Fin del Mundo. Questa
ferrovia era stata costruita dai carcerati che soggiornavano nella patrie galere Argentine "al confino" nella Tierra del Fuego. Assassini, ladri, dissidenti hanno portato traversine, le hanno sistemate con le rotaie su questo percorso che dalla città di Ushuaia si snoda verso l'interno dove la natura è selvaggia e avara alla ricerca di alberi da abbattere per ricavare il legname che serviva alla costruzione di Ushuaia, ultimo porto prima dell'Antartide. In due ore di percorso il trenino a vapore (ricostruito sul modello originale) ci ha portato sul ponte Quemado sul fiume Pipo, poi una
poi una breve sosta sul punto panoramico della Cascada de la Macarena dove abbiamo potuto ammirare la ricostruzione delle abitazioni delle antiche popolazioni aborigene gli Indios Yamanà e poi attraverso il Canadon del Toros fino al Parco Nazionale di Tierra del Fuego. Sembra impossibile pensare che degli esseri umani abbiano potuto sopravvivere qui lavorando così duramente e vestiti di stracci con quelle temperature. Visitando poi il Carcere che ora è diventato un museo abbiamo potuto vedere con i nostri occhi le "stufe" che dovevano scaldare le celle e tutto quello che era l'arredo di questa prigione. Ci sono state raccontate storie raccapriccianti di assassini, storie tremende di dissidenti politici "dimenticati" fra queste mura. Direi una visita interessante e molto istruttiva.
ferrovia era stata costruita dai carcerati che soggiornavano nella patrie galere Argentine "al confino" nella Tierra del Fuego. Assassini, ladri, dissidenti hanno portato traversine, le hanno sistemate con le rotaie su questo percorso che dalla città di Ushuaia si snoda verso l'interno dove la natura è selvaggia e avara alla ricerca di alberi da abbattere per ricavare il legname che serviva alla costruzione di Ushuaia, ultimo porto prima dell'Antartide. In due ore di percorso il trenino a vapore (ricostruito sul modello originale) ci ha portato sul ponte Quemado sul fiume Pipo, poi una
poi una breve sosta sul punto panoramico della Cascada de la Macarena dove abbiamo potuto ammirare la ricostruzione delle abitazioni delle antiche popolazioni aborigene gli Indios Yamanà e poi attraverso il Canadon del Toros fino al Parco Nazionale di Tierra del Fuego. Sembra impossibile pensare che degli esseri umani abbiano potuto sopravvivere qui lavorando così duramente e vestiti di stracci con quelle temperature. Visitando poi il Carcere che ora è diventato un museo abbiamo potuto vedere con i nostri occhi le "stufe" che dovevano scaldare le celle e tutto quello che era l'arredo di questa prigione. Ci sono state raccontate storie raccapriccianti di assassini, storie tremende di dissidenti politici "dimenticati" fra queste mura. Direi una visita interessante e molto istruttiva.
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