certo che matta sono matta: mettersi alla mia età a fare un blog, che quasi quasi non so neppure che vuol dire la parola Blog. Ma io ci provo: sono o non sono veronese? e i veronesi si sa...son tutti matti! Magari sarà la volta buona che metterò nero su bianco i ricordi, le esperienze fatte. Chissà? Incrocio le dita!
domenica 17 maggio 2015
The Show must go on.......21-8-1960
Spesso un pensiero tira l'altro e un titolo di canzone ti riporta a un ricordo di tanti, tanti anni fa. Così è accaduto a me stamattina, volevo postare su fb il mio buongiorno con una canzone "Domenica è sempre domenica" e il mio pensiero è corso a Mario Riva e a quella sera del 21 agosto del 1960. Ero in vacanza a Verona dai miei zii e per la prima volta sarei andata all'Arena ad assistere ad uno spettacolo. Avrei assistito al Festival del Musichiere presentato da Mario Riva il simpatico attore romano e conduttore dell'omonima trasmissione televisiva di quegli anni che teneva incollati gli italiani davanti agli schermi della televisione in bianco e nero . Era una trasmissione basata sulla semplicità, due persone sedute su due poltrone a dondolo dovevano correre a suonare una campanella non appena avessero riconosciuto una canzone che veniva cantata da due artisti Nuccia Boncompagni e Johnny Dorelli, sostituito poi da Paolo Bacilieri. Per ben tre anni tutti i sabato sera eravamo lì incollati davanti allo schermo per vedere se saremmo stati più veloci dei concorrenti ad indovinare le canzoni.
Avevamo preso posto sulle gradinate e aspettavamo con impazienza l'inizio dello spettacolo quando ci accorgemmo che qualcosa non andava nel modo previsto: là sul palco si muovevano persone che sembravano colte dal panico, perfino il Maestro Gorni Kramer aveva lasciato la sua postazione di direttore d'orchestra. Tra brusii e mormorii alla fine uscì sul palco Miranda Martino che annunciò che Mario Riva aveva avuto un incidente e che pertanto non avrebbe potuto salire sul palcoscenico.
.........A soli quaranta secondi dall'inizio della trasmissione accadde l'irreparabile. Riva, in smoking, era pronto ad entrare in scena. Si trovava su un alto praticabile di legno posto sul lato sinistro del palcoscenico e dal quale, scendendo lungo un piano inclinato, avrebbe raggiunto il microfono reggendo un'accesa fiamma olimpica, visto che l'evento dell'anno, che sarebbe iniziato qualche giorno dopo, era l'Olimpiade di Roma. Il praticabile sul quale si trovava il presentatore era unito al restante blocco del palco orchestrale da una incastellatura ricoperta di tela. Si trattava di una costruzione scenica di uso corrente con tanto di appositi cartelli di pericolo ben esposti. Avvertimento che gli era stato ripetuto prima dell'incidente. Ma l'Arena gremita da venticinquemila spettatori, l'emozione della diretta, l'ansia e la gioia di un nuovo trionfo, giocarono un brutto scherzo al presentatore. Mario Riva mise un piede su quella striscia di tela. ......... da Il Tempo.it del 23/8/2013
Mario Riva fu ricoverato subito ma dopo una settimana morì, era il 1 settembre.
Quella sera lo spettacolo, che era ripreso anche dalle telecamere della RAI, andò lo stesso in programma......The Show must go on.....si dice tra gli addetti ai lavori, ma posso garantire che si poteva percepire la preoccupazione di tutti i venticinquemila spettatori presenti come fosse una pesante nebbia che ovattava tutto, le canzoni, la musica, i cantanti, la notte stellata.
Sono passati 55 anni da allora, ma per me Domenica è sempre domenica è sinonimo di Mario Riva.
mercoledì 13 maggio 2015
C'era una volta.....
un paese, il paese degli scontenti. Tutti avevano sempre da protestare, tutti dovevano sempre criticare ciò che facevano gli altri. Se uno qualsiasi dei suoi abitanti proponeva una miglioria c'era sempre qualcuno che diceva no, non va bene così. Tutti erano politici migliori di quelli che governavano, tutti erano economisti migliori di chi gestiva il bene pubblico, tutti erano arbitri migliori di chi stava sul campo col fischietto. Se qualcuno si prendeva la briga di dare una mano a chi affogava, c'era sempre chi diceva che quando lui rischiava di affogare (nella vasca da bagno) nessuno gli aveva porto una mano. Non parliamo poi di seguire le leggi, quelle erano sempre gli altri che le dovevano seguire, che dovevano sottostare alle regole lui poteva farne a meno, lui era un'altra cosa. Il governante di turno era naturalmente il capro espiatorio di tutti i mali e in quel caso si sprecavano i "se fossi stato io a decidere avrei fatto meglio". Se succedeva qualcosa e il protagonista era uno che veniva da fuori ecco che si cominciava a criticare come era stata gestita la cosa o si sentenziava che tutti quelli che venivano da fuori erano ladri, delinquenti, ma se il protagonista era uno del paese allora la sentenza era....se fosse stato uno di fuori gli avrebbero fatto ponti d'oro invece che fargli la multa. Insomma in quel paese erano proprio tutti scontenti. Finché un giorno tutto ma proprio tutto cominciò ad andare a catafascio e il paese non più protetto diventò facile preda di chi della scontentezza degli altri fece la contentezza sua.
Stretta è la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia.
Stretta è la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia.
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