Si dice che il tempo sia un medico che cura le ferite e forse è anche vero, ma le cicatrici rimangono comunque. E' passato poco più di un anno da quel 16 maggio e, anche se finalmente sono tornata a vivere in casa mia dopo essere stata "sfollata" in mezzo ai campi, ancora cì sono molte cose da sistemare. Bisogna essere resilienti, dicono, ma onestamente a 78 anni suonati la resilienza la lascerei volentieri in eredità ai più giovani. Pazienza! Ci vuole pazienza e quella non la vendono al supermercato in 3x2. Non ho ancora le porte interne e alcuni mobili, ma almeno non vengo più svegliata in piena notte dai ghiri che ballano il tip tap con gli zoccoli di legno nell'intercapedine del tetto. certo che le industrie di elettrodomestici del tipo frigo, forni, lavatrici, lavastoviglie e altro nell'ultimo anno sicuramente hanno fatto grandi affari considerando quante case sono finite sotto il fango. Mettiamola così: con l'alluvione abbiamo dato un grande impulso all'industria degli elettrodomestici, dei mobili, degli infissi, agli artigiani e all'edilizia. Guardiamo al futuro e speriamo che non si ripeta tanto presto, almeno mi si lasci il tempo di imparare dove ho messo i piatti e le pentole nella nuova cucina.
In questi giorni che ha incominciato a piovere e abbiamo visto il fiume lamone salire, ti posso assicurare che ci sta tornando un certa ansia...
RispondiEliminaLo so, anche se in questo momento sono lontana la mia preoccupazione è lì. Ogni volta che piove forte mia figlia corre a vedere se tutto è in ordine. Dobbiamo solo sperare che non ricapiti ancora.
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