a me gli occhi

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Miw - la gatta

lunedì 21 ottobre 2024

Chi è il colpevole?

 Ipotizzo che l'uomo da quando è comparso sulla Terra e si è aggregato in piccole e poi grandi comunità, abbia sentito l'esigenza di trovare una spiegazione, anzi un "colpevole" per tutto ciò che accadeva intorno a lui a cui non sapeva dare una risposta.

Si è inventato gli Dei, esseri capricciosi che facevano scoppiare temporali, scatenavano fulmini, facevano riempire le vele di zefiri o di venti di tempesta, esseri a cui si dava il compito di proteggere le messi e gli allevamenti o la propria prole e a cui per tenerseli buoni si sacrificavano animali o perfino persone. 

Sono passati millenni, ma l'uomo, malgrado lo studio della natura, degli eventi e malgrado l'osservazione dei fenomeni, malgrado le scoperte scientifiche continua imperterrito a cercare un "colpevole" per gli sconvolgimenti climatici che stanno colpendo ormai tutto il mondo, non solo la nostra piccola Italia. Si sciolgono i ghiacci dei Poli, i mari diventano più caldi, le correnti Oceaniche che fino a qualche tempo fa mitigavano le temperature dei Continenti che sfioravano vengono considerati problemi minori, L'aumento di CO2 che nei decenni è stato immesso in atmosfera, non è un grosso problema, perché il problema è il poter andare a lavorare in macchina, facendo occupare le strade e le autostrade da automobili con un solo passeggero. Il problema è poter mettere il termostato della caldaia a 25° in inverno e poter stare con le maniche corte in casa, oppure accendere il condizionatore in estate e tenerlo a 18° mentre fuori ce ne sono 40° indossando magari una felpa. 

Il problema è poter mangiare le ciliegie a Natale e farle arrivare dal Sud America in aereo per averle fresche. In ogni casa ci sono tutti gli elettrodomestici grandi e piccoli per fare ogni cosa consumando elettricità a tutto spiano.

Abbiamo voluto tutte le comodità possibili, la tecnologia più avanzata, ma tutto ciò costa. Costa energia, costa trovare le fonti che ti possano dare quella energia. Costa perché abbiamo già esaurito ad agosto il necessario per il fabbisogno mondiale così che c'è chi letteralmente butta cibo e chi invece muore di fame.

E tutto questo ha lentamente corroso il nostro pianeta e modificato sempre di più il clima. Inutile continuare ad asserire che i fiumi esondano perché non vengono dragati o ripuliti, le cause primarie non sono da cercare lì, ma in un concatenarsi di cause che sono iniziate agli albori del secolo scorso (abbandono delle aree collinari, cementificazione selvaggia di aree golenali - per chi non lo sapesse sono le aree che in natura servono ai fiumi per variare il loro corso ed esondare in caso di necessità- tombatura o canalizzazione di torrenti o fiumiciattoli che normalmente hanno poca acqua, ma che in caso di forti temporali diventano delle vere e proprie cascate irruenti, e se a tutto ciò aggiungiamo la "copertina termica" di CO2 che fa aumentare le temperature e provoca correnti aeree calde e fredde che si scontrano formando uragani, allora il colpevole è presto trovato. Il colpevole siamo tutti noi, anzi per essere più onesti i colpevoli sono tutti quei Paesi super civilizzati che sanno solo consumare, consumare, consumare e al diavolo tutti gli altri.

lunedì 15 luglio 2024

E' passato un anno

 Si dice che il tempo sia un medico che cura le ferite e forse è anche vero, ma le cicatrici rimangono comunque. E' passato poco più di un anno da quel 16 maggio e, anche se finalmente sono tornata a vivere in casa mia dopo essere stata "sfollata" in mezzo ai campi, ancora cì sono molte cose da sistemare. Bisogna essere resilienti, dicono, ma onestamente a 78 anni suonati la resilienza la lascerei volentieri in eredità ai più giovani. Pazienza! Ci vuole pazienza e quella non la vendono al supermercato in 3x2. Non ho ancora le porte interne e alcuni mobili, ma almeno non vengo più svegliata in piena notte dai ghiri che ballano il tip tap con gli zoccoli di legno nell'intercapedine del tetto. certo che le industrie di elettrodomestici del tipo frigo, forni, lavatrici, lavastoviglie e altro nell'ultimo anno sicuramente hanno fatto grandi affari considerando quante case sono finite sotto il fango. Mettiamola così: con l'alluvione abbiamo dato un grande impulso all'industria degli elettrodomestici, dei mobili, degli infissi, agli artigiani e all'edilizia. Guardiamo al futuro e speriamo che non si ripeta tanto presto, almeno mi si lasci il tempo di imparare dove ho messo i piatti e le pentole nella nuova cucina.

mercoledì 21 giugno 2023

Le cose che mi mancano

 


Ormai è passato più di un mese da quella notte in cui la mia casa, come quelle di mille altre famiglie è andata sott'acqua. Un mese durante il quale mi sono trasformata in una vagabonda senza fissa dimora. Case dove stare ne ho tre, quella di mio figlio dove sarò ospite ancora per pochi giorni, quella piccola e dispersa in campagna presa fortunosamente in affitto e poi casa mia, quella che se stai al piano terra è un cantiere aperto e se sali di un piano è un mezzo trasloco in atto. 

Sono stati giorni di "recupero" masserizie, nel senso che chi aveva letteralmente pescato dal fango i pezzi della mia vita, i piatti, i bicchieri, le pentole me le ha riportate belle lavate e pulite e io con pazienza le ho radunate e imballate per poi metterle a "riposare" fino a data da destinarsi nella cantina di una parente. Una piccola parte, quello proprio indispensabile invece è stata imballata e portata nella casa di campagna che per, spero, qualche mese soltanto diventerà il mio domicilio.

Ed è facendo questo lavoro che mi è capitato di pensare a quello che invece non c'è più. Piccole cose che mi hanno seguita negli anni in tutti i miei traslochi e che ora chissà dove sono finite a marcire. 

Compro un po' di frutta e automaticamente cerco i crivi di cannucce che mi hanno seguito dalla Calabria dove riporre quella frutta comprata.

Apro un pacco di biscotti o di pasta e cerco le pinzette che servono a tenere ben chiuso il pacco aperto. 

Cerco le bottiglie vuote dove travasare la lattina di olio buono superstite e le devo andare a comprare.

Penso a quei libri antichi che tenevo in sala, a quelle stampe inglesi che avevo ereditato dai miei genitori e che avevano forse più di sessant'anni. 

Penso a tutti i miei "attrezzi" (cacciaviti, pinze, pialle, seghetti) ereditati da mio padre. 

Penso alle porte con i vetri colorati in stile liberty che avevo fatto con tanto amore e che ora posso rivedere solo in fotografia. 

Penso che quando arriverà Natale cercherò l'albero e le decorazioni che tenevo con cura in cantina pronte a rallegrare la sala e che ora stanno decorando il mucchio di rifiuti raccolti in tutta la Faenza allagata.

Dovrò farmene una ragione e cominciare a non pensare più al passato, ma a guardare avanti al futuro, tanto non c'è proprio un'altra soluzione.

lunedì 22 maggio 2023

I Burdèll d'la Paciuga (i Ragazzi del fango)

 Li hanno definiti scansafatiche, bamboccioni, pigri, senza voglia di far niente...

A Faenza e in tutta la Bassa Romagna in questi giorni di acqua, fango, masserizie gonfie e mobili rotti questi ragazzi hanno dimostrato di non essere proprio dei bamboccioni scansafatiche senza volontà di fare. 

Loro hanno lasciato a casa il divano, il cellulare e si sono armati di pale, di secchi, di ogni cosa servisse allo scopo per aiutare chi in quel fango ci ha lasciato tutta la sua vita di ricordi e sacrifici.

Sono venuti armati di sorrisi e tanta volontà e con la loro allegria hanno fatto diventare quel fango puzzolente e appiccicoso un motivo di vita da ricominciare.

I miei figli e i loro amici da 5 giorni stanno spalando fango e svuotando tutta la mia casa da tutto ciò che non è più salvabile. Si sono trovati affiancati da ragazzi provenienti da altre regioni armati di pale e sorrisi pronti ad aiutarli. Chissà se in futuro si potranno reincontrare e davanti ad un bicchiere di birra fresca ricordare quel "paciugo" di fango, acqua e altro.

Sicuramente i loro visi rimarranno scolpiti nel cuore di chi li ha incontrati. Negli anni '60 c'erano gli ANGELI DEL FANGO, nel 2023 in Romagna sono nati I BURDEL D'LA PACIUGA.


                                  Willi da Desenzano sul Garda e mia figlia Chiara.



                                                                Figli e amici

venerdì 19 maggio 2023

OGGI...PIANGERO' DOMANI

 Sono giorni tristi. La città in cui vivo, Faenza e con lei tutta la bassa Romagna sta combattendo contro una catastrofe che si è ripetuta a pochi giorni di distanza da una di proporzioni minori. Già con la prima alluvione del 2/3 maggio una porzione di Faenza era stata seppellita da acqua e fango, che arrivavano dalla confluenza del Fiume Marzeno con il fiume Lamone che attraversa la città: in quella data mi ero sentita molto fortunata perché l'acqua era arrivata a 100 metri da casa mia. Ho visto spalare acqua e fango da cantine e garage, materiali vari ammonticchiati sulla via pronti per essere portati via dai camion della Nettezza Urbana. Ho visto gente infangata fino ai capelli spalare con energia e sorridere trattenendo le lacrime per non lasciarsi andare alla disperazione. Oggi dopo la seconda e più pesante ondata di acqua che si è abbattuta sulla città, la situazione è ancora più brutta. Anche casa mia è stata quasi seppellita dall'ondata di acqua e fango che si è riversata nella via che è diventata un fiume profondo quasi 3 metri e mezzo. Ho perso cantine, garage, piano giorno. Si sono salvate solo le camere da letto. Ma anche in questo frangente posso dire di essere stata fortunata, perché due giorni prima della seconda alluvione, io e mio marito eravamo venuti in Sicilia per sbrigare alcuni problemi relativi alla nostra seconda casa. Manco a farlo apposta anche in questo caso si trattava di acqua, quella relativa alle bollette dell'acquedotto. L'acqua "buona" mi ha salvato dall'acqua "cattiva".

Mia figlia sta spalando la melma a casa mia e io mi preoccupo per lei. Della casa e di tutto il suo contenuto andato in malora nel fango non mi interessa nulla. E' vero, sono decenni di sacrifici, di ricordi di famiglia che mi hanno seguito nei miei errabondi traslochi da una parte all'altra dell'Italia, ma infine sono SOLO OGGETTI. E come dico sempre le cose si comprano, si rompono, si sostituiscono e se non ci si riesce se ne fa a meno. La cosa importante è che tutta la mia famiglia, i miei vicini di casa stiano bene. Dovremo tutti (io solo quando riuscirò a tornare a Faenza) pulire, raccogliere i cocci, ma sono sicura che riusciremo anche farci qualche risata, perché l'ironia dei Romagnoli è una "mano santa". 

Coraggio Romagna! 




domenica 1 gennaio 2023

si ricomincia da 1

Ed eccoci qui di nuovo a festeggiare un anno che se ne è andato ed  un nuovo anno che è arrivato. 

Ho acceso la TV per ascoltare il notiziario e sullo schermo ho visto passare immagini gioiose di fuochi di artificio da Sidney a New York, da Londra a Hong Kong, da Parigi a...ai missili lanciati sulla povera Ucraina.

Ho ascoltato parole di speranza e auguri per un futuro sereno da parte di politici, prelati e persone comuni e il terribile annuncio di Kim Jong-un che ha dichiarato di aver aumentato il suo potenziale atomico per "proteggersi" dalla Corea del Sud e che per rimarcare il tutto stamattina ha lanciato l'ennesimo razzo nel Mar del Giappone. 

Ho visto brindisi fatti da rifugi montani e sentito dell'ennesimo ragazzo ammazzato in Iran perchè protestava contro il regime degli Ayatollah. 

Ho sentito spezzoni dell'intervento del nostro Presidente quando pregava i giovani di guidare con prudenza e senza aver bevuto per evitare di aggiungersi alla lunga lista dei giovani morti sulle strade di notte e ho ascoltato l'ennesimo "incidente" causato dai botti che ha privato della mano un bambino di appena 10 anni o quell'altro che ha visto un ragazzo ferito al viso da un proiettile "vagante" sparato per festeggiare il nuovo anno.

Ecco, mi pare di vivere un dejavu: esattamente tutto uguale al solito. 

Allora mi chiedo: a cosa serve festeggiare il nuovo anno se poi così nuovo non è?

Credo che a questo punto invece di festeggiare dovremmo impegnarci tutti a cercare di migliorare le cose, facendo in modo di non guardare solo al nostro piccolo orticello, ma spaziare con lo sguardo un pochino al di là del nostro naso. E ricordiamo sempre che ogni nostro piccolo gesto unito a quello degli altri può costruire grandi cose come il volo di quella farfalla che diventa vento di cambiamento se unito al volo di altre farfalle.

Buon 2023 con tanta tanta speranza e buona volontà di fare bene a partire dalle piccole cose.




domenica 13 marzo 2022

TORNARE INDIETRO PER POTER ANDARE AVANTI

 Sono giorni davvero difficili, giorni in cui ti rendi conto che se un pazzo decidesse di premere un pulsante (che nell'immaginario è rosso) probabilmente il mondo che conosciamo in pochi minuti cesserebbe di esistere.

Sono giorni in cui tutte le nostre certezze non sono più tali.

Sono giorni in cui ci rendiamo conto che forse ci siamo talmente adagiati nelle nostre comfort zone che non ci accorgiamo che tutto questo comfort è talmente fragile che può sparire da un giorno all'altro.

Negli ultimi 70 anni abbiamo voluto migliorare sempre il nostro tenore di vita, acquistando elettrodomestici, automobili, magari a rate lunghe una vita, ma "dovevamo" avere l'ultimo modello di questo e di quello. Abbiamo abbandonato il duro lavoro nei campi, preferendo quello nelle fabbriche, più sicuro certamente, ma altrettanto certamente più alienante. Abbiamo abbandonato piccoli paesini abbarbicati sui monti desertificando quei terreni vicini dove i nostri avi avevano coltivato frutta, verdura, allevato galline e maiali, per poter andare a vivere in città, perché là c'era più vita, più divertimento, più negozi dove scegliere il capo più alla moda. Tanto il grano che serviva a fare il pane o il gas che serviva a farlo cuocere o la benzina che serviva a trasportarlo nei supermercati la si poteva comprare in altri paesi, magari a minor prezzo perché in quei paesi più poveri del nostro la manodopera costava di meno.

In questi anni noi abbiamo privilegiato il mondo del consumismo, quello del divertimento, abbiamo privilegiato in sostanza gli "optional" dimenticandoci delle cose veramente importanti.

Poi come in ogni storia che si rispetti arriva il momento in cui i nodi arrivano al pettine e bisogna cercare di diventare più responsabili, più accorti, più parsimoniosi e renderci conto di quali siano veramente le cose basilari che sono indispensabili e quelle di cui si può fare a meno. 

E ci arriveremo a tornare sui campi a zappare se vorremo avere pane da mettere nella pancia. Il guaio è che in troppi vivono la loro vita attraverso lo schermo di un cellulare e non riescono a vedere la vita vera che li circonda. 

Alexa prima o poi ci dirà che è stanca di accendere la luce, mettere la musica che chiediamo, accendere o spegnere il televisore al posto nostro e quel giorno sarà il caso che ci ricordiamo come si fa.

Quando arriverà il momento in cui anche l'energia di una pila sarà così costosa da dover scegliere se continuare a rimbecillirsi sui social o avere un panino da mettere sotto i denti, allora forse torneremo ad essere umani con tutti i nostri pregi e difetti, ma umani e consapevoli. Almeno lo spero.