Dice Wikipedia:
Per libertà s'intende la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, usando la volontà di ideare e mettere in atto un'azione, ricorrendo ad una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a metterla in atto.
In questi giorni si parla solo di questo, della libertà, della libertà di stampa.....dopo i tragici eventi accaduti a Parigi.
Ma dove inizia e dove finisce la libertà di ogni individuo? Sono molto confusa, lo devo ammettere.
Mio padre mi ha sempre insegnato che la propria libertà finisce quando incontra la libertà di chi ti sta accanto, perché è impensabile che io possa ledere la libertà altrui per affermare la mia di libertà.
L'uomo, tutti gli uomini dovrebbero nascere liberi, liberi di pensare, liberi di fare, di esprimersi......ma se il mio pensiero, se il mio modo di esprimermi va ad offendere a ledere la dignità di chi non la pensa come me, sono io veramente libero?
E vogliamo parlare della libertà di stampa? Certamente si deve essere liberi di comunicare notizie, di far sapere a tutti ciò che accade, ma troppo spesso (soprattutto mi riferisco a giornali scandalistici o di gossip) invece che informare si inventano o si gonfiano e distorcono notizie infamando gratuitamente persone che rischiano di vedersi rovinare la vita magari per pure maldicenze.
Anche la cosiddetta satira, è bella, è divertente ma perché fare satira sui credo religiosi? Non sono una bigotta, ma mi da parecchio fastidio quando vedo barzellette o disegni satirici sui simboli religiosi e questo non lo dico per giustificare i terroristi che in nome di Hallah hanno fatto una strage, mi da fastidio anche se si parla di cattolicesimo, buddismo o induismo.
I vecchi dicevano ....scherza pure con dame e fanti, ma non scherzare con i santi.
La vera libertà è fatta di rispetto. La vera libertà è fatta di compromessi perché nessuno può definirsi veramente libero, se non può garantire la libertà dell'altro. La vera libertà è fatta di comprensione reciproca, perché se non capisci la libertà del tuo vicino, non puoi aspettarti che lui capisca la tua.
certo che matta sono matta: mettersi alla mia età a fare un blog, che quasi quasi non so neppure che vuol dire la parola Blog. Ma io ci provo: sono o non sono veronese? e i veronesi si sa...son tutti matti! Magari sarà la volta buona che metterò nero su bianco i ricordi, le esperienze fatte. Chissà? Incrocio le dita!
venerdì 9 gennaio 2015
giovedì 1 gennaio 2015
C'era una volta il Capodanno
Noi tutti, che festeggiamo il Capodanno allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, pensiamo che questa sia la data che sempre ha scandito il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno: ma non è così. Gli antichi Babilonesi circa 4000 anni fa festeggiavano il Capodanno in corrispondenza della prima luna nuova dopo l'equinozio di primavera, mentre i Celti festeggiavano nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, ovvero Halloween, il passaggio tra la "morte della vegetazione" e la sua rinascita che avveniva poi in primavera. La data del 31 dicembre-1 gennaio è stata adottata nel 46 a.C. da Giulio Cesare (calendario Giuliano) che riprende e modifica il calendario egizio adottando il 1° gennaio invece del 1°marzo. Nel 1582 il Papa Gregorio XIII modifica il calendario Giuliano con l'introduzione dell'anno bisestile ogni 4 anni (Calendario Gregoriano).
Tuttavia per molti popoli la data del Capodanno non è la stessa che conosciamo noi. Ad esempio anticamente in alcune zone della Calabria e della Puglia si festeggiava il 1° settembre seguendo il calendario Bizantino, mentre fino al 1752 in Inghilterra e Irlanda il capodanno si festeggiava il 25 marzo Giorno dell'Incarnazione. In Francia coincideva con la Pasqua, in Spagna fino al 1600 coincideva con il Natale.
Per mettere fine a tutte queste differenze locali nel 1691 il Papa Innocenzo XII decretò che il capodanno dovesse iniziare per tutti il giorno della Circoncisione ossia il 1° gennaio.
Attualmente nel resto del mondo ci sono popoli che hanno tuttora una data di capodanno diversa dalla nostra, come la Cina. Il suo capodanno non ha una data precisa perché viene calcolato nel giorno della seconda luna piena dopo il solstizio d'inverno e quindi è compreso tra il 21 gennaio e il 21 febbraio.
Il capodanno Islamico invece si festeggia nel primo giorno del mese di Muharram (tra la fine di gennaio e i primi di febbraio).
In Iran il capodanno cade in concomitanza dell'equinozio di primavera.
Se poi vogliamo scavalcare l'Oceano Atlantico scopriremo che il capodanno Inca (Festa Mapuche) è il 24 giugno.
Il capodanno Ebraico si festeggia a settembre come quello Etiopico, mentre il Capodanno Indù si festeggia a metà novembre.
Anche le tradizioni e le scaramanzie sono diverse, da noi si mangiano le lenticchie e l'uva per assicurare un anno pieno di soldini, si indossano indumenti intimi rossi per assicurarsi una vita amorosa ....di fuoco.....si gettano dalla finestra cocci e cose vecchie (meno male che questa usanza si va perdendo, che ogni anno i ricoveri in ospedale erano numerosi) per far piazza pulita col passato, ci si bacia sotto il vischio pianta augurante pace e serenità, si fanno scoppiare petardi e fuochi di artificio perché il loro rumore allontani le cose brutte.
Se però siete in Giappone berrete sakè e dovrete ascoltare ben 108 colpi di gong che scandiranno il conteggio alla rovescia.
In Russia non dimenticate di aprire la porta all'anno nuovo, mentre alle Samoa ricordatevi di scopare tutti i pavimenti buttando la polvere raccolta fuori della porta perché lo sporco dell'anno vecchio non impedisca all'anno nuovo di entrare a casa vostra. Inoltre in molti paesi dell'America latina si usa bruciare un fantoccio, come del resto da noi in molte cittadine e paesi si brucia la vecchia per propiziare il raccolto. A Faenza si brucia il Niballo la notte del 5 gennaio per prevedere quale sarà il rione vincitore nel Niballo che verrà. In Romania si fanno gli auguri a tutti gli animali che si incontrano e si benedicono i campi. Insomma ogni Paese ha i suoi usi e scaramanzie.
Personalmente non ho grandi riti, ma mi piace tenere viva la tradizione di mia madre che il primo giorno dell'anno faceva un bucato, puliva per terra e magari stirava qualcosa. Era un modo per assicurarsi la routine quotidiana per tutto l'anno, perché, diceva, se dovrò fare mestieri vorrà dire che sono viva! Per questo stamattina ho fatto due bucati e li ho stesi al sole.
Iscriviti a:
Post (Atom)