a me gli occhi

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Miw - la gatta

sabato 10 settembre 2016

GLI AQUILONI



Quando ero bambina, parlo dei primi anni '50 del secolo scorso, uno dei giochi che più piacevano a noi ragazzini, quando arrivava l'estate, era costruire gli aquiloni.
Faticosamente si ragranellavano quelle 20/30 lire necessarie per l'acquisto in cartoleria del foglio di carta velina colorato e delle due bacchette di legno di balsa necessarie, poi la colla la si faceva mescolando acqua e farina e, una volta ottenuto tutto il necessario, si procedeva alla costruzione. Piegatura del foglio per dargli la forma di rombo irregolare con due lati corti e due più lunghi, fissaggio delle bacchette con striscioline di carta velina incollate con la colla fatta in casa e poi, con pazienza certosina, costruzione delle code fatte con tanti anelli di striscioline di carta messi a catena e applicati agli spigoli laterali e a quello di coda. Per ultimo lo spago ben fissato sotto e arrotolato su un pezzetto di legno, pronto a dipanarsi quando l'aquilone avrebbe preso il vento.
Era una gara fra noi bambini fare gli aquiloni più belli, con la coda più lunga e colorata.
Arrivava poi il momento del collaudo. Pronti col nostro aquilone in una mano tesa sopra la testa e lo spago fatto a matassa nell'altra salivamo in cima alla strada di casa nostra che era in salita e da lì correndo a perdifiato lungo la discesa lanciavamo il nostro aquilone.
Che soddisfazione quando prendeva il vento e si innalzava nel cielo. Che soddisfazione vederlo volare e che dispiacere se improvvisamente perdeva quota e piombava giù come un missile sfasciandosi su un albero o per terra. Allora eravamo pronti a rabberciarlo in qualche modo per farlo ripartire ancora.
Erano giochi semplici che ci costruivamo da soli e che ci facevano passare interi pomeriggi impegnati con le dita incollate dalla farina e dall'acqua.
Oggi si fanno addirittura gare per aquiloni e se ne vedono di bellissimi lassù nel cielo, con le forme più strane e con i colori vivaci di disegni bellissimi, Chi li fa volare però non sono bambini ma adulti e io penso sempre, quando li vedo, che tutto sommato sotto quelle barbe e spesso sotto quei capelli bianchi si nascondono dei fanciulli meravigliati di riuscire a governare i loro aquiloni nel vento.

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