a me gli occhi

a me gli occhi
Miw - la gatta

domenica 10 giugno 2012

IL PODERONE

Oggi non scriverò del passato, ma del presente e in particolar modo di oggi. Alla ricerca di come passare la domenica, il mio consorte e io ci siamo messi in macchina e abbiamo raggiunto Campigna, una località situata nel centro del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi proprio vicino al passo Calla. Certo prima il mio signor consorte si era ben documentato in internet, così siamo arrivati a colpo sicuro al Poderone, un posticino veramente bello, circondato da verdi boschi e con una vista mozzafiato tutta intorno. Per arrivarci abbiamo percorso la ss 310 da Forlì, passando per Santa Sofia.  Di curve ce ne sono un sacco e io le ho odiate tutte perché essendo domenica dall'altra parte arrivavano giù numerosi gruppi di ciclisti in gara e di motociclisti che presi dalla gioia di cavalcare le loro due ruote, molto spesso occupavano il centro della sede stradale rischiando di spiattellarsi come dei moscerini sul nostro parabrezza. Lasciata la strada asfaltata, abbiamo percorso un tratto di strada sterrata in discesa immersa tra alti alberi, poi, all'improvviso ecco che si è aperto l'orizzonte mostrandoci una vecchia casa in sasso dove altre persone attendevano di pranzare. Una cosa è molto importante fare se si vuole godere della cucina del Poderone: prenotare e arrivare perfettamente in orario alle 13, non sono ammessi ritardi. E non esiste un menù: ci si siede e si aspetta di scoprire quali delizie le esperte mani della proprietaria ha preparato per i suoi ospiti. C'erano alcune famiglie con tanti bimbi piccoli che con il loro cicaleccio, qualche urlo e molte risate rendevano allegra l'atmosfera. Ogni piatto servito è stato una scoperta di delicati sapori: le piccole bruschette hanno aperto le danze, poi una porzione di lasagna con asparagi selvatici e stridoli e piselli, leggera e delicata dove i sapori si fondevano alla perfezione fra loro. Sono seguite delle tagliatelle con ragù di carne e prugnoli, una sfoglia sottile ma che non perdeva la sua consistenza. Un misto di arrosti di anatra e galletto con patate al forno, sapori antichi, cotti alla perfezione e per finire un semifreddo a base di mascarpone e panna guarnito di cioccolato colato. Per me non è facile mangiare così tanti piatti senza sentirmi pesante come un elefante alla fine del pasto, ma stavolta non ho fatto nessuna fatica a mangiare tutto, ad arrivare fino in fondo senza problemi, perché ogni portata era stata cucinata con la sapiente dosatura dei condimenti. Alla fine un buon caffè e due chiacchiere con la proprietaria, una gentile e simpatica signora della mia generazione che ha saputo creare nel suo agriturismo la stessa atmosfera che si respirava nelle famiglie di una volta quando la domenica intorno al desco si radunava tutta la famiglia. E' stata una piacevole scoperta e sono sicura che non mancheremo di tornare, magari a passare un paio di giorni usufruendo della possibilità di avere una camera.
l'esterno
 la sala da pranzo


il vecchio camino

il panorama

2 commenti:

  1. Come ammiro (e invidio) queste persone, che sanno e hanno saputo creare una attivita' del genere!. Con tenacia, fatica e equilibrio. E che quest'ultimo ci sia e sia la chiave del successo, si capisce dai piatti che hai descritto...
    Bravi voi a scovarla e brava la signora ad aver realizzato un agriturismo cosi'!

    :-)

    RispondiElimina
  2. Hai proprio usato le parole giuste: tenacia, fatica ed equilibrio. Mi auguro che se mai venissi da queste parti tu possa fermarti lì un paio di giorni. Il luogo, la natura e la cucina sembrano proprio tagliati su misura per te che ami i silenzi, gli spazi e la buona cucina! :-)

    RispondiElimina