a me gli occhi

a me gli occhi
Miw - la gatta

venerdì 8 agosto 2014

A Muntagna

Non c'è siciliano che non ami di un amore viscerale " A Muntagna". E' come la mamma per chi nasce in questa isola baciata dal sole e lambita dal mare. Qualcuno la chiama Mongibello i più la conoscono come Etna. E' il vulcano attivo più alto d'Europa e sicuramente quello che deve avere un contratto con l'Ente Turismo perchè non manca mai di dare spettacolo soprattutto quando sono in arrivo i turisti per la stagione balneare. Anche stasera il suo fiume rosso graffia la notte nera e lassù dove si è aperta la nuova bocca il pulsare della lava sembra il battito del cuore del gigante che domina quest'isola. I suoi rimbombi scandiscono il tempo. Quante leggende hanno scritto nei secoli su questa montagna. Giganti, dei, ninfe, pastorelli sono gli attori che si muovono sulla scena, ma non dimentichiamo che è l'Etna il personaggio principale. Non fa paura la sua attività costante, anzi, dà una certa qual sicurezza che finchè si sfoga nulla di veramente grave può accadere. Alle sue pendici crescono i vitigni migliori che producono un vino inebriante che sembra contenere dentro di sé tutta l'energia e il calore del vulcano. E tutto intorno il mare avvolge questa preziosa e unica terra.




Foto del CorrieredelMezzogiorno.Corriere.it

venerdì 11 luglio 2014

Un compleanno molto particolare

Proprio così, il 4 luglio, quando gli americani fanno i fuochi d'artificio e le parate per l'Indipendence Day, io in Italia festeggio l'età che avanza. Ormai sono 68 i miei compleanni e molti sono stati speciali, ma quello di quest'anno lo è stato un po' di più.
Ricordate quando circa due anni fa vi avevo parlato della raccolta fondi per la piccola Sofia che doveva essere operata in California? Ecco allora si era formato un comitato per la raccolta dei fondi, comitato gestito con mano ferma e grande competenza dal mio caro amico Antonio. La sua fama di correttezza e serietà ormai ha varcato i confini di Taormina e ogni tanto gli giungono richieste di aiuto a favore di bimbi che necessitano di una sola cosa: vivere la loro infanzia nel miglior modo possibile.
Poco più di un mesetto fa, una giovane coppia catanese si è rivolta a lui perchè necessitava di un aiuto economico per affrontare una trasferta particolare e non avendo le condizioni economiche per farcela da soli hanno chiesto aiuto al comitato UN SORRISO PER SOFIA.
Alla fine di luglio la signora darà alla luce, a Padova, due gemellini (un maschio e una femminuccia), purtroppo al maschietto è stata riscontrata la "Tetralogia di Fallot", un serio problema cardiaco che se non venisse trattato subito porterebbe il piccolo Marco a diventare anzitempo un angioletto. Il comitato si è attivato, ma il poco tempo a disposizione non aiuta molto. Allora io ho pensato: quale regalo più bello mi si potrebbe fare per il mio compleanno? La risposta me la sono data da sola: regalare la vita a Marco. Così ho chiesto ai parenti e agli amici di devolvere il loro "regalo" per me a favore del bimbo. Sono stata accontentata, di più direi, sono stata stupita dalla risposta di amiche lontane e vicine alle quali mai avrei chiesto di farmi il regalo di compleanno. Ma quando si hanno persone speciali intorno non ci si deve stupire, perchè loro sanno rispondere sempre sì alle richieste degli amici.

Dimenticavo, se qualcuno di voi che ha la pazienza di leggere queste righe, volesse contribuire, lo può fare.....io gliene sarò eternamente grata.

mercoledì 28 maggio 2014

CAROSELLO

Mi ricordo ancora quando nel 1957 - ero una bambina  poco più che decenne - iniziò Carosello. Allora la pubblicità non era assillante come oggi, non interrompeva le trasmissioni, era limitata a quei dieci minuti serali dalle 20,50 alle 21,00. Ogni prodotto che veniva pubblicizzato aveva pochissimi minuti durante i quali all'interno di uno sketch, spesso molto divertente, veniva reclamizzato il prodotto in questione. Fior di registi e attori hanno lavorato per Carosello e nessuno di loro si è sentito sminuito nella sua arte nel fare la pubblicità, anzi, riusciva ad ottenere una visibilità e un consenso molto larghi tra gente che magari non poteva andare a teatro per vederli recitare.
Vent'anni di programmazione, interrotta solo per eventi drammatici come l'agonia e la morte di Papa Giovanni XXIII o la strage di Piazza Fontana o l'assassinio dei fratelli Kennedy. C'era rispetto allora per gli eventi che colpivano la società, la pubblicità non veniva trasmessa. Oggi invece la pubblicità comanda e non la si può cancellare nemmeno per eventi tragici.
Il 1° gennaio del 1977 Carosello, come tutte le cose belle, finì e molti italiani, se non tutti, si sentirono defraudati di qualcosa. I bambini sapevano che dopo Carosello si andava a nanna e non c'erano capricci che tenessero per stare alzati un po' di più. Jo condor, Calimero, la dolce Susanna, il Caballero furono i  protagonisti di divertenti cartoni animati che riscuotevano successo fra grandi e piccini, tanto che ancora oggi frasi del tipo "ma che ho scritto in fronte? Jo Condor?" o " solo perché sono piccolo e nero" vengono dette in tante occasioni e sono passati quasi 40 anni!
Da qualche mese hanno riproposto Carosello. Un carosello senza dubbio più moderno, ma, secondo me, orfano di quella garbata ironia e di quell'arte che caratterizzarono il primo. E sicuramente senza la magia del....dopo Carosello tutti a nanna.....

mercoledì 30 aprile 2014

IL PONTE DELL' ARCOBALENO

C'e' un posto in Paradiso, chiamato "Ponte dell'Arcobaleno".

Quando muore una bestiola che è stata particolarmente cara a qualcuno, questa bestiola va al ponte dell'arcobaleno.
Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici tanto speciali così che possano correre e giocare insieme.
C'è tanto cibo, acqua e sole, ed essi sono al caldo e stanno bene.
Quelli che erano vecchi e malati sono ora forti e vigorosi. Quelli che erano feriti o storpi sono di nuovo integri e forti, come noi li ricordiamo nel sogno dei giorni e dei tempi passati.
Sono felici e contenti, tranne che per una piccola cosa: ognuno di loro sente la mancanza di qualcuno molto amato, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro...
Corrono e giocano insieme, ma un bel giorno uno di essi improvvisamente si ferma e guarda lontano, verso l'orizzonte. I suoi occhi lucidi sono attenti, trema per l'impazienza: tutto ad un tratto si stacca dal gruppo e comincia a correre, volando sul verde prato, sempre più veloce.
Ti ha riconosciuto, e quando finalmente sarete insieme, vi stringerete in un abbraccio pieno di gioia, per non lasciarvi più. Una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso; le tue mani accarezzeranno di nuovo l'amata testolina e fisserai ancora una volta i suoi fiduciosi occhietti, per tanto tempo lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore.
Allora attraverserete,insieme , il Ponte dell'Arcobaleno....

(traduzione di Alessandra Ori)




Oggi Attilò, il cane di mia cognata, ha attraversato questo ponte. Aveva quindici anni e come tutti i "vecchietti" non riusciva più ad alzarsi da solo perché le sue zampe posteriori non ce la facevano più. 
Chi ama gli animali sa che quando se ne vanno un pezzetto del nostro cuore andrà via con loro, perché è difficile immaginare la nostra casa svuotata della loro presenza, è difficile abituarsi a non avere più le loro manifestazioni di affetto quotidiane. Sono esseri speciali che amano i loro umani di un amore speciale, incondizionato, puro, scevro da ogni calcolo. 
Da cuccioli ci fanno diventare matti con i loro "disastri", con le ripicche e i dispetti, ma ci fanno anche divertire con i loro giochi, la loro voglia di coinvolgerci nella loro giocosità.
Dividono con noi i momenti felici e sanno consolarti nei momenti tristi, capiscono quando hai bisogno di conforto e se sei triste il loro muso si appoggerà delicatamente sulle tue ginocchia e i loro occhioni ti diranno che loro sono lì a proteggerti, a difenderti. Non hanno il bene della parola, ma riescono a dirti tutto ciò che vorresti sentire solo dandoti la zampa o una leggera lappatina sulla mano.
Ciao Attilò, il tuo viaggio verso le verdi praterie sia lieto e lieve sia il tuo dolore per aver lasciato la tua Mamma e il tuo Papà umani, e se per caso incontri Help, il mio amico, digli che è sempre nei miei pensieri come lo è Miw la mia gattona che ti hanno preceduto e...chissà, forse, se noi umani ci comporteremo bene, un giorno ci rivedremo lì sui prati fioriti del PONTE DELL'ARCOBALENO.

martedì 15 aprile 2014

Pasqua e le sue tradizioni

Quando giovane sposa "nordica" sono approdata in Calabria a casa dei suoceri ho scoperto un mondo culinario completamente diverso da quello che avevo conosciuto fino ad allora. Nella mia famiglia la Pasqua veniva festeggiata con il tradizionale agnello al forno con patate e la colomba come dolce, ma in Calabria la Pasqua iniziava molto prima con la preparazione soprattutto dei dolci tipici come la Pastiera, i cuculi (dolci e salati) e la cuzzupa. Già dall'inizio della settimana santa, mia suocera cominciava a darsi da fare a preparare le pastiere (eh, sì, più di una) perchè diceva che per essere buone dovevano "riposare" almeno tre/quattro giorni, poi preparava i cuculi dolci (con pan brioche) e quelli salati con pasta di pane e dentro a tutti ci metteva un uovo sodo sormontato da una croce di pasta a significare la santità dell'evento che dovevano rappresentare. Anche la cuzzupa (una treccia circolare) era guarnita di uova sode. Il sabato santo a pranzo c'era l'immancabile frittata con ricotta e "sasizza" e il giorno di Pasqua l'immancabile "pasta imbottita" con centinaia di micro polpettine di carne, caciocavallo e uova sode seguita dall'agnello o dal capretto al forno con le patate. Alla fine faceva il suo trionfale ingresso la pastiera.
Anche io nel corso degli anni ho imparato a fare questi dolci soprattutto per mantenere queste tradizioni che pur non essendo mie ho adottato volentieri per mio marito. Oggi andrò a compare ciò che serve per la pastiera e anche se a Pasqua saremo soli io e lui la pastiera non mancherà sulla nostra tavola. Chissà se la nipotina apprezzerà questo dolce, spero di sì perchè quando sarà grande dovrà portare avanti la tradizione!

sabato 5 aprile 2014

una piccola parola

Non so perché, ma oggi sto pensando a tutte quelle persone che nell'arco della mia vita hanno fatto cose per me importanti  e alle quali voglio dire GRAZIE.
E' ovvio che i primi da ringraziare siano i miei genitori che mi hanno dato la vita e tutti coloro che fanno parte della mia famiglia, ma ritengo sia importante ricordare  quelle persone che pur non avendo legami di parentela mi hanno dato qualcosa. Per primo vorrei ricordare quel signore, che sprezzante del pericolo, si gettò fra le fiamme dell'auto e mi tirò fuori prima che io diventassi un bell'arrosto. Sono passati tanti anni da allora, ben 51, e il suo nome non lo ricordo più, ma so che devo a lui se la mia vita è continuata ed ho potuto diventare donna, moglie, madre e nonna. Nello stesso periodo di quel brutto incidente c'è stato un amico, Paolo Z., che mi è stato vicino e mi ha fatto sentire una ragazza normale malgrado tutte le mie ustioni che deturpavano viso e mano sinistra. Non mi guardava in viso con compassione, non sfuggiva lo sguardo da quelle brutte ferite, ma mi sollecitava a non compatirmi, ad essere forte, perché io non ero quel viso, quelle ustioni, io ero io, ed ero una persona importante per chi mi voleva bene. Un grazie anche ai miei compagni di classe di allora che non mi hanno esclusa dalla loro vita e che mi hanno aiutata, quando decisi di ritirarmi da scuola e dare gli esami come privatista, a portare avanti il programma scolastico, venendo a studiare con me a casa.
Un grazie lo devo al mio Professore Renato Gelati che mi aiutò in molti modi alla stesura della mia tesi e che non mi trattò mai in modo diverso dai miei compagni di università maschi, come invece succedeva con altri docenti.
Un altro grazie importante lo devo al Dott. Staffa che quasi dieci anni fa mi ha operato alla colonna vertebrale, ridandomi una vita senza dolori.
Un particolare grazie lo devo a colei che più che un'amica ritengo una sorella, Anna G., che, subito dopo il mio trasloco a Faenza, si preoccupò di aiutarmi a conoscere la città, portandomi in macchina a percorrere le strade che avrei dovuto imparare a usare per andare da un punto all'altro di Faenza.
Anna si è poi rivelata una presenza preziosa, soprattutto quando mi bloccavo con i miei dolori alla schiena e lei, a qualsiasi ora del giorno e della notte, se fosse stato necessario, era pronta a correre a farmi iniezioni di cortisone per rimettermi in piedi. Non solo si è anche sostituita a me nel cambiare i pannoloni a mia madre, non autosufficiente, quando io a letto con oltre 40° di febbre non riuscivo a connettere.
Ci sarebbero ancora tanti grazie da dire: preferisco dirne uno solo comprendendo tutti coloro che in un modo o nell'altro fanno parte della mia vita e mi consentono di far parte della loro.
Ma il grazie più sentito lo dico alla mia vita passata che, grazie alle difficoltà alle quali mi ha messo di fronte, mi ha fatto diventare quella che sono, facendomi capire quali sono le priorità, quali le cose veramente importanti e quali le stupidaggini.
.........Dimenticavo! Grazie a tutti voi che continuate a leggermi.

sabato 8 marzo 2014

Giornata internazionale della donna

Da Wikipedia:
La giornata internazionale della donna comunemente definita festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922.

La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York[9], facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini[10], in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica[11]). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857[12], mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.........

Sono passati 105 anni da quel primo Womans day. Da allora sono state costruite le automobili, gli aerei, le navicelle spaziali. Sono state debellate malattie grazie alle vaccinazioni. La tecnologia informatica ci permette di dialogare in viva voce e "de visu" con persone al di là dell'oceano. Le donne hanno potuto votare e farsi aiutare dagli elettrodomestici, ma malgrado tutto ciò, non tutte le donne hanno queste possibilità. In molti paesi tutt'oggi le donne contano meno di zero, sono animali da soma, trattate come schiave senza rispetto alcuno. 
Certo, direte voi, si tratta di popolazioni del terzo mondo dove la povertà la fa da padrona.
Ma voi siete sicuri che nei cosiddetti paesi civilizzati le donne abbiano raggiunto la parità di diritti con gli uomini?
Siete sicuri che nei cosiddetti paesi civilizzati le donne vengano rispettate dai loro uomini? E' di oggi la notizia che tre donne sono state uccise dai loro uomini qui in Italia e non voglio pensare a quante donne oggi è stata tolta la dignità o la vita stessa.
Dovrà passare ancora molto tempo, temo, prima che uomini e donne siano allo stesso livello di diritti e doveri. Dovrà passare ancora molto tempo prima che uomini e donne capiscano di essere semplicemente persone.