a me gli occhi

a me gli occhi
Miw - la gatta

lunedì 20 febbraio 2012

LE SPETTACOLARI CASCATE DI IGUACU

Sul confine tra  Paraguay, Argentina, e sud del Brasile la natura ci propone uno dei suoi più spettacolari capolavori: le cascate di Iguaçu. Si tratta di una serie di cascate che nascono dalla confluenza del Rio Paranà e del Rio Iguaçu. Sono ben 275 salti, la cui altezza media è calcolata in 65 metri, che precipitano lungo uno strapiombo largo 3 chilometri.
Una leggenda degli indios attribuisce le cascate di Iguaçu all'opera diretta del loro dio, il Dio Serpente padrone del mondo. La storia narra di come la figlia del loro capo tribù, una ragazza di nome Naipi, a causa della sua straordinaria bellezza fosse stata destinata a vivere esclusivamente al servizio del Dio Serpente, dal curioso nome M'Boy. Ma la ragazza, innamoratasi di un giovane guerriero del villaggio e da questi corrisposta, un giorno fuggì con l'amato lungo il fiume. Il Dio Serpente, accortosi dell'improvviso gesto, per vendetta creò un'enorme spaccatura nella roccia facendovi precipitare il fiume, e con esso i due giovani, trasformando Naipi in una roccia ai piedi della cascata e il giovane guerriero in una palma ai bordi dell'abisso, costringendoli a guardarsi senza mai potersi toccare.
 In realtà, la formazione delle cascate di Iguaçu (che nel linguaggio degli indios della zona significa "grandi acque") risale a 120 milioni di anni fa, causata da una profonda spaccatura della crosta terrestre. A scoprirle fu un avventuriero spagnolo, Don Alvaro Nunez, nel 1542.

 Dei 275 salti che le caratterizzano, il più grande è il cosiddetto "garganta do diablo" (la "gola del diavolo"): 14 cascate si riuniscono e si riversano in un dirupo lungo 90 metri, un salto potente e assordante che provoca un effetto di nebulizzazione così intenso da dar vita alla manifestazione dell'arcobaleno perpetuo. Alla base del primo livello delle cascate, c'è una passerella che consente di provare un'intensa emozione: si viene circondati dall'acqua scrosciante, dal verde della foresta e dai colori dell'arcobaleno: meraviglioso!

Le cascate di Iguaçu danno il meglio di sé nei mesi di gennaio e febbraio, quando i fiumi sono in piena. Sul versante brasiliano, si raggiungono percorrendo un sentiero o utilizzando un apposito ascensore, oppure percorrendo una passerella di cemento che si distende per quasi due chilometri sopra le cascate: eccellente la vista dell'acqua che piomba nel dirupo. Per una visione ancora più emozionante e spettacolare delle cascate, ma anche del parco circostante, potete compiere un'escursione con l'elicottero del servizio turistico. Le cascate sono inserite in un grande Parco Naturale, magnifico scenario che circonda anche la città di Iguaçu  con la vegetazione tipica della foresta subtropicale. Visitandolo, potrete scrutare splendidi esemplari di uccelli e farfalle, e un'ampia varietà di alberi, piante rampicanti e rocce.
Per non rischiare di perdere qualche visuale particolare siamo stati sia sul versante Argentino che su quello Brasiliano e non contenti abbiamo anche sorvolato con l'elicottero  le cascate e i dintorni. Una emozione fortissima vedere quel fiume così placido nel suo scorrere diventare una massa incontrollata di acqua che cadendo forma nuvole di piccole goccioline di acqua che rendono rigogliosa oltre ogni immaginazione tutta la natura circostante. 

domenica 12 febbraio 2012

Cosa vedere se si va a Buenos Aires

                                                          MICROCENTRO

Il cuore pulsante della città, dove uomini in giacca e cravatta e signore in tailleur camminano velocemente col cellulare attaccato all'orecchio, mentre turisti si guardano intorno e artisti di strada si esibiscono tra la folla: questo è il Microcentro, strette vie del quartiere all'ombra di palazzi dallo stile architettonico inconfondibilmente europeo, dove le macchine non passano se non per attraversare la sua via principale, la famosa Florida.
E' una lunga strada pedonale dove si aprono negozi di ogni genere e dove non potete mancare di visitare le bellissime Gallerias Pacìfico (tra Florida e Còrdoba). Esteso su un intero isolato, questo splendido centro commerciale in stile francese, risale al 1889 e vanta dei soffitti a volta che mostrano dei bellissimi dipinti realizzati nel 1954 da Antonio Berni, Juan Carlos Castagnino, Manuel Colmeiro, Lino Spilimbergo e Demetrio Urruchùa, cinque dei più importanti esponenti del Nuovo Realismo. Questo bellissimo edificio, illuminato di notte, è uno dei principali punti di ritrovo con i suoi ristoranti, locali e negozi eleganti. Di fronte, sulla via Florida, hanno luogo spettacoli di tango per turisti, mentre all'ultimo piano c'è la sede del Centro Culturale Borges.


-MUSEO MITRE


Bartolomé Mitre fu eletto presidente nel 1862 e questo museo ha sede in quella che fu la sua casa, un edificio di stile coloniale dove vengono mostrati gli oggetti e i mobili che l'hanno arredato, offrendo una interessante panoramica della vita quotidiana dell'alta borghesia dell'epoca.
Mitre, alla fine del suo mandato presidenziale, fondò la Nación, autorevole quotidiano che ancora oggi è una delle migliori testate giornalistiche cittadine.

 -PLAZA DE MAYO

Ogni giovedì alle 15,30 da più di un quarto di secolo qui si riuniscono le Madri (e ora le nonne) dei Desaparecidos, vittime delle atrocità commesse tra il 1976 e il 1983 durante la così detta Guerra Sporca, quando il Paese era sottoposto alla dittatura della giunta militare.
Una verde piazza che per cornice ha la Casa Rosada (Palazzo dove ha sede l'ufficio del Presidente della Nazione), il Cabildo e la Cattedrale principale della città e al cui centro si erge la Piramide de Mayo, un piccolo obelisco costruito per celebrare il primo anniversario dell'Indipendenza di Buenos Aires dalla Spagna.


Il lato settentrionale della piazza è dominato dalla sede del Banco de la Nación opera del celebre architetto Alejandro Bustillo del 1939.
E' sempre presente al centro della piazza da diversi anni un presidio di attivisti ed ex militari che combatterono la famosa Guerra delle Malvinas e che a tutt'oggi non hanno ricevuto nessun tipo di riconoscimento economico.

 -CABILDO

Costruito intorno alla seconda metà del sec.XVIII, il palazzo del Consiglio Comunale (oggi museo) non presenta più le dimensioni originarie poiché per la costruzione dei viali che lo affiancano è stato ridotto in larghezza. Conserva tuttavia una parte della bellissima Recova (colonnato) che orna la Plaza de Mayo. Al suo interno sono raccolte testimonianze della Revolución de Mayo e della dichiarazione di Indipendenza dalla Spagna del 1810.
Tutti i giovedì e i venerdì il suo patio si anima di un vivace mercato d'antiquariato.

  
-CASA ROSADA

L'intero lato orientale della Plaza de Mayo è dominato dalla Casa Rosada, sede degli uffici del Presidente della Nazione Argentina. Quello che si vede non è il lato principale ma il retro del palazzo, anche se dal suo balcone molti presidenti e personalità del passato come Evita e Juan Peron, si sono affacciati per parlare agli Argentini.
Il suo colore così particolare e suggestivo fu deciso sotto la presidenza di Sarmiento. Secondo la tradizione fu un'idea dello stesso Sarmiento che volle esprimere la concordia tra i due partiti di allora ( i federalisti “rossi” e gli unitaristi “bianchi”) raggiunta durante il suo mandato dal 1868 al 1874. La seconda e forse più veritiera ipotesi, è che questo colore era dato dal miscuglio di sangue bovino con la calcina, pratica assai diffusa a quei tempi.
E' possibile visitare gratuitamente (con visite guidate) la Casa Rosada con guida in lingua spagnola tutti i sabati e le domeniche dalle 10 alle 18. E' sufficiente entrare e unirsi ai gruppi in attesa della partenza successiva. La visita dura circa 20 minuti.
Il Museo della Casa Rosada attualmente non è visitabile in quanto sottoposto a restauro.



-CATEDRAL METROPOLITANA

E' uno dei più importanti punti di riferimento religiosi della città, In stile barocco, la cattedrale conserva al suo interno la tomba del generale José de San Martín, l'eroe più amato dagli Argentini. Davanti alla cattedrale una fiamma perenne simboleggia il suo spirito, ancora vivo e molto sentito nel Paese.
Saltuariamente vengono ospitati concerti corali gratuiti, mentre le visite guidate in lingua spagnola sono tenute dal lunedì al sabato alle 15,30 e per la sola cripta da lunedì a venerdì alle 11,30.

 -MANZANA DE LAS LUCES (ISOLATO DELLE LUCI)


Si conosce con il nome di Manzana de las Luces l'area compresa tra le vie Alsina, Moreno, Bolívar e Perù. La stessa fu storicamente ed è tuttora sede di istituzioni di grande levatura e importanza er il significato storico, culturale, educativo e religioso del Paese. 
Una delle sue caratteristiche più rinomate è la presenza ancora oggi misteriosa e enigmatica di una rete di tunnel costruiti tra i secoli XVII e XVIII. Formavano una rete sotterranea che univa la chiesa, gli edifici pubblici e il forte, a cinque metri di profondità scavati direttamente nella terra con zappa e piccone.
Infinite sono le domande che si potrebbero fare. Il mistero mostra solo uno dei suoi volti. Si possono azzardare ipotesi sull'utilizzo che se ne faceva all'epoca della colonia.
Chi sarà stato l'ideatore dei tunnel? Quando furono scavati? Per quali motivi? Ancora oggi i motivi non sono chiari. Vi sono alcuni storici che hanno negato la loro esistenza, mentre molti altri hanno avuto l'opportunità di visitarli e studiarli.
Un'altra attrazione è la Sala dei Rappresentanti ( quello che oggi si chiama Congresso della Nazione), che iniziò a funzionare come tale dal 1°maggio 1822 fino alla fine del secolo XIX dove vennero vissuti rilevanti momenti della Storia Argentina come, tra gli altri,  il giuramento del primo presidente Bernardino Rivadavia e la nomina di Juan Manuel de Rosas come governatore della Provincia di Buenos Aires.
Funzionò poi come Consiglio Deliberante della Città di Buenos Aires e successivamente come Aula Magna della Facoltà di Architettura della Università di Buenos Aires dal 1972.
All'interno di questa area si trova la chiesa più antica della città: l' Iglesia de San Ignacio.






venerdì 3 febbraio 2012

Una nevicata epica

Era il 1989 e abitavamo a Marano Marchesato in provincia di Cosenza. La villetta che avevamo acquistato era lontana dal paese in collina stretta tra altre tre villette con un bel giardino e un frutteto. Il clima in Calabria è decisamente più caldo che qui dove vivo adesso a Faenza, ma quell'anno arrivò una nevicata eccezionale. Nevicò per due giorni consecutivi e depositò a terra circa mezzo metro di neve. Fin qui tutto bene se nonché un palo della luce, di quelli vecchi in legno, pensò bene di crollare per il peso della neve. Rimanemmo quattro giorni senza corrente. Il nostro sistema di riscaldamento era costituito da bombolone di gas che senza l'elettricità non poteva far partire quell'unica scintilla che serviva ad accendere il riscaldamento. L'acqua calda ci veniva fornita dal boiler elettrico. Come fare? i miei figli erano ancora piccoli e in casa si gelava. Meno male che in soggiorno avevamo un grande camino. In quei quattro giorni funzionò 24 ore su 24 consumando credo due quintali di legna. Unica fortuna la cucina a gas (bombola) che con un fiammifero poteva essere accesa.....solo i fuochi però perché il forno era elettrico. Siamo vissuti con le giacche a vento in casa, con le lampade a gas del campeggio, con montagne di coperte nei letti, ma siamo sopravvissuti. Un riscontro positivo c'è stato però: ho passato molte ore a giocare con i miei figli a parlare con loro senza quella presenza ossessiva della televisione. E' stata una esperienza utile anche se un po' freddolosa.

martedì 31 gennaio 2012

ANDIAMO IN GRECIA

 Luglio 1992 col nostro camper nuovo di zecca partiamo per la Grecia. Già l'anno prima ci eravamo stati affittando un camper locale: il migliore di tutta la Grecia addirittura con l'aria condizionata, ci era stato assicurato dall'agenzia. Mi ero informata e il camper era arredato di tutto punto con stoviglie, pentole e lenzuola. La nostra meraviglia quando l'abbiamo visto! Bello? Bellissimo? Allora cercherò di descriverlo: un furgoncino sul cui pianale era stata adattata una vecchia roulotte di legno (credo fosse del 15-18), porta posteriore che per riuscire a chiuderla bisognava essere in due, uno all'esterno a spingere e uno all'interno a tirare. Poi quello che era rimasto fuori (mio figlio allora sedicenne) si doveva
infilare attraverso il finestrino della cabina guida perchè lo sportello non si riusciva ad aprire. Le pentole (tre) erano una cosa immonda probabilmente non erano state mai lavate negli ultimi sei sette anni, le stoviglie sbrecciate e le posate in alluminio leggero che solo a guardarle si piegavano. Ma il meglio erano le lenzuola: corte che se ti coprivi le spalle ti scoprivi
i piedi e se tentavi di coprire i piedi non ti arrivavano neppure all'altezza del torace, ma la cosa più bella un buco enorme nel mezzo! Ve bene che c'era l'aria condizionata ma non c'era bisogno di "condizionare"
anche le lenzuola. Morale non abbiamo mai cucinato in quel camper e abbiamo dormito coprendoci con gli asciugamani da spiaggia, le felpe e quant'altro poteva servire alla bisogna. Ma devo dire in tutta sincerità che ci siamo divertiti moltissimo perché abbiamo preso tutta questa situazione con grande grandissima ironia. Bene! l'anno dopo ci siamo tornati con il "nostro" camper e abbiamo girato veramente tutta o quasi la Grecia.

Ad Atene ci siamo persi per le sue stradine seguendo gli odori delle cucine dei vari ristoranti e facendoci irretire da "buttadentro" molto fantasiosi. Non ci siamo mai pentiti, cene luculliane di cucina ellenica accompagnate da spettacoli di danza locale.

Abbiamo visitato l'Acropoli e davanti a tanta bellezza ci siamo sentiti così piccoli.
Siamo stati sulla pista olimpica dove Chiara (nella foto è quel puntino lontano sulla destra) si è misurata con un giro di corsa della pista olimpica sotto il sole cocente e a soli 11 anni....ma lei (se c'era bisogno di dimostrarlo l'ha fatto) era una dura e non ha ceduto fino all'ultimo passo.

Siamo stati davanti al palazzo reale dove le guardie con i loro costumi originali e il loro passo strano si davano il cambio, quasi fosse un balletto di passi di grande precisione.

Abbiamo cenato in un ristorantino sulla costa la sera del mio compleanno e ci siamo strafogati di pesce, di tzachichi, di tamarà, e da ultimo non sapendo che altro offrirci, il proprietario si è arrampicato su un albero e ci ha portato un cesto di ciliege dolci, succose....buonissime. Il conto, per i canoni locali di allora, è stato direi pesante....è così che da allora diciamo sempre che ci siamo comperati un ristorante in Grecia nel lontano 1992:






mercoledì 25 gennaio 2012

Ho vinto le Mauritius!!!!!

Pescatori di Port Luis al ritorno
Laboratorio di navi in miniatura
Era l'estate del 1991 e allora vivevo vicino a Cosenza. Ero una cliente affezionata della Standa di Quattromiglia dove facevo regolarmente la spesa e dove compravo anche il vestiario per i miei figli. Una mattina di giugno ero andata lì con Chiara e Francesco per acquistare delle magliette per i figli. C'era una sponsorizzazione per le Isole Mauritius con articoli vari compreso l'abbigliamento che aveva disegni e colori che richiamavano quel paradiso terrestre. Acquistai le magliette e quando andai a pagare alla cassa mi furono consegnate un mazzetto di cartoline per un concorso: il primo premio era un viaggio alle Mauritius per due persone per una settimana...TUTTO INCLUSO VIAGGIO COMPRESO!!!!!!!! Ecco devo essere onesta io in quel momento non avevo ne il tempo ne la voglia di scrivere 20 cartoline (eh sì! perchè la cassiera che mi conosceva come una buona cliente me ne aveva regalate veramente tante, molte di più di quelle che mi spettavano), ma i miei figli, fermamente convinti che se uno partecipa, vince, se le divisero e cominciarono a scrivere, le imbucarono nelle apposite cassette e felici e contenti finalmente mi seguirono verso la macchina. Quella fu un'estate un po' triste perché di lì a un paio di mesi circa dopo una lunga malattia, mio suocero morì. Figurarsi se io potevo ricordarmi di quelle cartoline!
Lavoranti rifiniscono le navi in miniatura

Spettacolo serale di danze creole

Arriva settembre e io ero presa come al solito dalle mille cose da fare con la casa, coi figli che dovevano riprendere la scuola...insomma le solite attività di una madre con figli. Un giorno arriva una telefonata dall'ufficio postale: l'impiegata mi prega di andare con urgenza all'ufficio postale che mi devono consegnare un telegramma importante. Chissà cosa è successo mi dico io, magari è qualcuno che saputo in ritardo della morte di mio suocero ha mandato un telegramma di condoglianze......va beh! prendo la macchina e salgo al paese per recarmi all'ufficio postale. Entro, mi presento, dico perché sono lì e l'impiegata mi fa: complimenti Signora ha fatto proprio una bella vincita! L'ho guardata come se fosse pazza! mi consegna un foglio e leggo: La società Standa è lieta di comunicarle che ha vinto il premio messo in palio per la promozione Viaggia alle Mauritius! Un viaggio alle Isole Mauritius per due persone tutto compreso. Credo che la mia faccia in quel momento fosse tutta un programma: non riuscivo a capire quello che gli occhi leggevano, anzi la prima cosa che ho pensato è stata....ma chi è quello st.....o che si diverte a fare scherzi del genere! Poi mi sono dovuta rassegnare all'evidenza: avevo proprio vinto!
Arrivo a La Pirogue





Quel viaggio l'abbiamo fatto io e mio figlio Francesco che all'epoca aveva 14 anni ed è stata la prima volta che entrambi abbiamo fatto un viaggio così lungo in aereo.  Mauritius è un'isola bellissima dove la natura è sovrana e dove popolazioni di quattro etnie (indu, cinesi, creoli e africani) vivono in pace fra loro rispettando le rispettive religioni e usanze. Almeno mi auguro che sia ancora così.




Il vulcano Curepipe visto dal mare

sabato 21 gennaio 2012

...e lontano lontano nel tempo......


 Non so per quale motivo oggi mi sono ritrovata a guardare un vecchio album fotografico di famiglia. Mi è venuta allora l'idea di fare un piccolo "albero genealogico" di famiglia utilizzando queste vecchie, vecchissime foto.
Ecco cominciamo.



Qui l'unica persona che riconosco anche se molto giovane è mia nonna Clelia, la madre di mia madre, è quella in piedi a lato. Credo, ma non sono sicura, la coppia seduta dovrebbero essere i miei bisnonni. Non sono sicura perchè so che mia nonna rimase orfana molto giovane, intorno ai 18 anni e quelle persone potrebbero anche essere parenti che l'hanno accolta una volta rimasta sola.



Mia nonna Clelia era una maestra, era nata a Mestre, ma per svolgere il suo lavoro si era spostata a Vicenza e poi credo a Verona, dove conobbe mio nonno. In questa foto noto una rassomiglianza fortissima con la mia cugina più grande, primogenita di suo figlio Piero.















Questa è mia madre, giovane pianista e cantante lirica: pensate la camicetta che indossa in questa foto io l'ho ancora! E' bellissima di pizzo e da ragazza l'ho anche indossata in occasioni particolari.






 Si mia madre aveva studiato pianoforte e si è anche diplomata al conservatorio di Bologna, in quanto il più vicino alla città di Verona dove viveva. Ma aveva anche una bella voce da soprano e ha cantato in piccole parti anche all'Arena di Verona. Qui è vestita da Walter credo un personaggio del Guglielmo Tell.
 Qui siamo in Cina forse i primi anni '40 o forse nella seconda metà degli anni '30. Mio padre il primo a sinistra a capotavola era in marina...sarà per questo che amo tanto il mare?














Questa fotografia l'aveva spedita a mia madre: a causa della guerra sono rimasti lontani senza notizie l'uno dell'altro per un bel po' di tempo. Beh! era proprio un bel ragazzo! Il suo nome? Giovanni, ma tutti lo chiamavano Gianni.
 Famiglia Chiaffoni al completo (1941): Nonna Clelia, Nonno Alfonso, zio Piero e mia mamma ...già non vi ho ancora detto il suo nome: Teresa.



















Questa è una delle pochissime foto di mia nonna paterna Maria Luigia (da cui ho preso il nome, modernizzato in Maria Luisa). Era venuta a stare un po' con noi a Villasanta (MI) e non sapevo allora che era molto malata e che sarebbe stata l'ultima volta che la vedevo.  Cara Nonna, lei con quei due soldini di pensione che aveva aiutava sempre tutti, riusciva a fare il miracolo della moltiplicazione non dei pesci ma dei soldi.
1950 o giù di lì.
                                                                   

 Questo è il nonno paterno, Giacinto. Alpino della Julia, amante del vino e gran lavoratore. Il suo motto era : Me ciamo Boin, mi sono alpin e me piase el vin!

Questa sono io il risultato  di quanto sopra. Non so se posso considerarmi un buon risultato, ma credo di non essere neppure riuscita così male!





venerdì 20 gennaio 2012

VIVA LA GENTE! UP WITH PEOPLE!


Primi anni '70. Frequentavo l'università e come tutti gli studenti ero una frequentatrice del Ritrovo Studenti, un seminterrato dove ci si vedeva tra una lezione e l'altra e dove in teoria si doveva studiare, in via Mangiagalli in Città Studi a Milano. Avevo assistito poco tempo prima ad uno spettacolo musicale portato in giro per il mondo da un gruppo ben nutrito di studenti proveniente da tutto il mondo e in particolare americani. Questo gruppo, anzi Sing Out, si chiamava UP WITH PEOPLE e girava per il mondo cantando la pace, la comprensione tra popoli e il "vogliamoci tutti bene, perché siamo fatti tutti nello stesso modo". Erano quegli gli anni della rivoluzione studentesca contro la guerra in Vietnam, erano gli anni dei "Figli dei fiori" del " mettete dei fiori nei vostri cannoni", del "peace &love". Insomma quello spettacolo mi aveva colpito, tanto che durante l'intervallo riuscii anche a parlare con alcuni di quei ragazzi che venivano a parlare di amore da così lontano. Non mi ricordo più come avvenne, ma proprio in quel Ritrovo Studentesco incontrai degli studenti italiani che avevano fondato un Sing-Out italiano di UP WITH PEOPLE che in Italia era diventato VIVA LA GENTE. Mi sembra ovvio che la sottoscritta ci si dovesse fiondare dentro, no? Così imparai le varie canzoni che si doveva cantare tutti in coro e anche una canzone che avrei cantato da solista....sì in norvegese! Non mi si chieda come facevo a conoscere il norvegese! Io non lo conoscevo allora e non lo conosco neppure adesso, ma riuscii a imparare a memoria la pronuncia delle parole e a cantarla come se fosse la mia lingua madre.

Abbiamo fatto spettacoli in Lombardia e perfino uno spettacolo a Campione d'Italia e la mia voce l'hanno sentita anche alla Radio Svizzera. E' stata una bella esperienza e anche se di tutti quei ragazzi non ho più avuto notizie, ho però conservato un bel ricordo. Una persona in particolar modo voglio ricordare: Padre Vittorino, un Carmelitano Scalzo, nostro amico e confidente, che qualche anno dopo ha celebrato il mio matrimonio.