certo che matta sono matta: mettersi alla mia età a fare un blog, che quasi quasi non so neppure che vuol dire la parola Blog. Ma io ci provo: sono o non sono veronese? e i veronesi si sa...son tutti matti! Magari sarà la volta buona che metterò nero su bianco i ricordi, le esperienze fatte. Chissà? Incrocio le dita!
domenica 20 maggio 2012
Sibari e la tromba marina
Era il 1990 e come tutti gli anni l'estate io e i figli andavamo con la nostra roulotte al Sibari Camping. Il campeggio era molto vasto circa 10.000 mq immerso in una bellissima pineta con una grande e lunga spiaggia lambita dalle onde del Mar Jonio. Quell'anno la roulotte l'avevamo piazzata vicino al mare nella prima linea di pineta così non dovevamo fare più di 50 metri per andare a spaparanzarci sulla spiaggia. Quell'anno oltre a Francesco e Chiara con noi era venuto, nostro ospite, anche William, amico ed ex compagno delle medie di Francesco e pertanto per loro avevamo piantato vicino alla roulotte una piccola canadese così i due ragazzi si sarebbero sentiti più liberi e indipendenti. Quel giorno era iniziato come tutti gli altri: il sole splendeva alto nel cielo, il caldo era giusto e il mare era tranquillo. La mattinata era trascorsa tranquilla fra spiaggia e mare, all'ora di pranzo avevamo pranzato sotto la veranda della roulotte, un grande telo blu agganciato alla roulotte da un lato e teso e legato agli alberi vicini poggiante ai suoi due paletti ben agganciati al terreno con gli opportuni paletti. Quando sistemavo la roulotte non lesinavo mai in cordini e paletti perché temevo sempre che il vento potesse far vela sul telo della veranda e me lo strappasse via. Erano circa le quattro del pomeriggio, quando all'improvviso vediamo da lontano una tromba d'aria che dal mare si avvicina a terra. Di corsa raduno i figli e l'amichetta di mia figlia, la cui roulotte era troppo lontana per essere raggiunta, e andiamo alla nostra roulotte. Un vento caldo e violento si era alzato e continuava ad aumentare. Per paura che il telo della veranda facesse rovesciare la roulotte decisi di smontarlo, ma i nodi fatti ai cordini erano troppi e il tempo a disposizione era troppo poco. Presi una decisione immediata e con il coltello più affilato che avessi cominciai a tagliare tutti i cordini e sfilare la veranda dalla sua guida. Radunai tutte le cose che avevo all'esterno, aiutata dai ragazzi e le buttammo sotto la roulotte e poi di corsa tutti dentro, pregando fra me e me che la tromba marina non mi prendesse in pieno. Nel frattempo sulla spiaggia alcuni coraggiosi aiutavano un surfista che era in mare a tornare a terra e il fuggi fuggi aumentava, come aumentava la forza del vento che aveva cominciato a strappare ombrelloni, canotti e quant'altro trovava sul suo cammino. Per far stare tranquilli i ragazzi tirai fuori le carte da gioco e ci mettemmo a giocare alla vecchia, mentre dal finestrone della roulotte vedevamo passarci accanto un grosso gommone con tanto di motore. Pregai che non venisse a sfracellarsi contro di noi e continuai a giocare a carte. Beh, quella volta ci andò proprio bene: a parte la canadese strappata e ai vestiti dei ragazzi bagnati e pieni di sabbia non avemmo ulteriori danni. Il problema fu riuscire a rimettere in sede la veranda poiché per poterla bloccare bene non avevo più dei cordini belli lunghi ma tanti pezzi di cordino che dovetti unire con tanti bei nodi da marinaio: del resto ero o non ero figlia di marinaio?
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